Vacanze parzialmente disconnesse
Quest’anno avevo deciso di trascorrere le vacanze disconnesso, ma dopo averci provato per qualche giorno mi sono reso conto di quanto fosse complicato. Ho dunque deciso di studiare un piano da applicare alla vacanza vera e propria, recependo alcuni consigli di amici e lettori sul tema e riprendendo le riflessioni già fatte sull’essere nonline (non più trovato su, reso disponibile, o primariamente accessibile e contattabile tramite Internet). E così mi sono reso conto che la questione richiede un chiarimento: disconnettersi da cosa e perché?
Dopo aver scritto la prima bozza di questo articolo, ho realizzato che il punto non è disconnettersi da internet, ma primariamente affrontare la dipendenza dal proprio smartphone, perché senza accorgercene esso ci consuma molto più tempo di quanto saremmo disposti a concedergliene. O meglio ancora, da alcune app del nostro smartphone, come social network, email, lavoro, giochi… Quelle app insomma che consumano più tempo di quello che vorremmo dedicargli, perché costruite in maniera da crearci dipendenza. Perché disconnettersi? Per eliminare il rumore di sottofondo e riconnettermi con me stesso, che poi è il fine ultimo di tutto il mio progetto di ricerca e del mio libro. Disconnettersi, come mi ha suggerito un lettore, Rosario, è come essere vegetariano: la causa è così valida che ti fornisce da sola la motivazione necessaria. Inoltre, disconnettersi genera consapevolezza: ti aiuta a comprendere quante e quali cosa siano davvero essenziali e di quali puoi fare a meno. Infine, ti offre il tempo di pensare a soluzioni alternative.
Tre modi di disconnettersi
A mio avviso, esistono tre modi di essere disconnessi:
- vegano
- vegetariano
- a intermittenza.
Il vegano rinuncia a cibarsi non solo degli animali, ma di qualunque cosa derivi dal loro sfruttamento, non solo in termini di alimentazione, ma anche per quanto riguarda abbigliamento e tempo libero. E quindi, zero internet. Mi piacerebbe partecipare a un ritiro del genere, ma oggi mi pare un po’ complicato, e un po’ troppo estremo. Credo che anche in un mondo disconnesso ci siano cose che valga la pena mantenere connesse, come per esempio l’app delle mappe, senza la quale mi perderei sempre, come succedeva quando non c’era.
Il vegetariano si limita a non mangiare animali, in diverse forme che includono o escludono uova e latticini. Tradotto, significa decidere per quali attività sia lecito ricorrere a internet e per quali no. L’iPhone (e l’iPad), nelle impostazioni alla voce dati cellulare, offre l’opzione di fare questo. Su Android è un po’ più complicato (l’impostazione si trova sotto ai consumi di ogni singola app). Sa un po’ di compromesso, ma tagliare completamente internet, come l’elettricità, mi pare autolesionistico.
Durante le mie giornate mi disconnetto spesso, a intermittenza, pur senza davvero staccare la connessione, anche se non sempre ci riesco. Per esempio quando scrivo, leggo, mi lavo, o sto con i bambini. A volte non completamente, ma sempre in questi casi l’uso di internet viene limitato al necessario o al congruo (no Youtube, sì film online).
Come prepararsi
Per iniziare questo tipo di dieta è necessario inizialmente stabilire cosa consumare e cosa no. La mia scelta è ricaduta sul vegetarianismo: niente internet per social (Reddit, Twitter e LinkedIn), app legate al lavoro (Google Drive, Docs, Spreadsheet, Gmail, Meet, Chat, Asana) o altre attività (Amazon, email, Safari e Chrome, App Store…) che ho deciso di escludere dalle mie vacanze, ma che poi tornerò a usare perché fanno parte del mio lavoro, dei miei hobby e del mio svago, anche se vorrei limitarne l’uso su smartphone. Mi concederò la possibilità di usare la connessione con le app per mappe, messaggistica, musica, video (in caso di partite o per vedere un cartone con i bambini) e telecamere di sicurezza. Mi porterò appresso la mia agenda e un quadernino per la spiaggia per prendere appunti e riflettere, anziché usare l’iPhone – che cercherò di limitare a foto e telefonate. Volevo portarmi un iPad (per scrivere, vedere un film, la partita…), ma ho pensato che per una settimana posso evitare e dedicarmi ad altro.
Compiuta questa scelta, mi è sembrato necessario rivedere alcuni dettagli, come per esempio la gestione delle notifiche. Esclusi i promemoria e le telefonate, tutte le app del mio iPhone dovrebbero avere notifiche disattivate o per lo meno silenziate. E buona parte già erano così, ma il fatto che alcune non lo fossero mi ha fatto comprendere la necessità di ripetere questo controllo ogni tanto.
Ma deve essere un piacere
Ho riflettuto parecchio sull’utilità di portarmi un vecchio telefono al mare, ma avrebbe significato rinunciare a tante cose che mi sono molto utili, come le videochiamate, i promemoria per le medicine, la macchina fotografica, ascoltare la musica, scrivere il mio diario… Insomma, anche disconnettersi deve essere un piacere, non una punizione!
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