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Minimalismo esistenziale

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
7 minuti
Minimalismo esistenziale

La società in cui viviamo è fondata su regole che ci danneggiano. Essa è strutturata per non consentirci di essere appagati. Ogni giorno ci costringe a dannarci l’anima per guadagnare sempre di più con l’obiettivo di acquistare oggetti che non soddisferanno le nostre esigenze primarie.

Allo stesso modo, stipiamo nelle nostre agende impegni che non riusciremo a portare a termine. E ci creiamo aspettative per il futuro come se fossimo immortali e avessimo a disposizione un tempo infinito.

Mi sono occupato di time management per anni senza rendermi conto dell’importanza del minimalismo in questo specifico campo. Nella società dell’informazione, o meglio nella società dell’overload di informazione in cui viviamo, il minimalismo è divenuto uno strumento di sopravvivenza.

Cos’è il minimalismo

Quando senti la parola minimalismo la prima cosa che ti viene in mente è “qualcosa di meno”. Niente di più sbagliato: altrimenti, lo avremmo chiamato “menomalismo”.

Sì, ok, il punto di partenza del minimalismo è possedere di meno. Non è però quello il punto di arrivo.

La perfezione si ottiene non quando non c’è nient’altro da aggiungere, bensì quando non c’è più nulla da togliere. Antoine de Saint-Exupéry

L’anima del minimalismo è espressa dalla sua declinazione nel design, come strumento per rimuovere il superfluo e focalizzare l’attenzione su ciò che conta.

Nell’arte il minimalismo è forma di denuncia dei limiti della pop art e sintesi suprema di architettura, pittura e ambiente circostante le opere. In letteratura i minimalisti adottano uno stile piano, scarno, attento alle piccole cose della vita e fanno spesso riferimento a elementi biografici1. In linguistica il minimalismo è concentrato sulla sintassi. La musica minimalista si fonda sull’ostentata iterazione di brevi temi che si evolvono lentamente2. Insomma, ogni arte pare avere avuto un momento di “ritorno alle origini”. E questo è il minimalismo: dedizione all’essenziale.

Un blog minimalista

Un approccio minimalista può essere trovato per qualunque attività. Io, per esempio, quando ho iniziato a scrivere questo blog, ho scelto un tema minimalista, senza niente di più di quello di cui avevo bisogno, e in grado di focalizzare l’attenzione sulle parole che metto insieme. Sia lato mio, come autore, sia lato tuo, in quanto lettore. Non c’è niente altro di cui abbiamo bisogno per rendere proficuo questo nostro rapporto.

Le parole sono solo elementi costitutivi; la scrittura ha risonanza solo quando incontra un’altra persona. Matt Gemmell

Anche se poi, certo, ci sono altre piccole cose come i social, così puoi condividere con gli amici gli articoli che ti piacciono; gli articoli correlati; la barra in alto che promuove i miei eBook, e il banner che ti invita a lasciarmi l’email per ricevere il Manifesto dei Coltivatori di Sogni, sul quale si basa il nostro rapporto.

Vivere da minimalista

Applicare il minimalismo nella tua vita significa fare focus su ciò che conta. Rimuovere le distrazioni. Concentrarti su ciò che produce significato. È così che sono arrivato a definire il mio concetto di vivere intenzionalmente: spendere il tempo che mi rimane in attività che rendano significativa la mia vita.

D’altra parte, quando togli il superfluo, ti rimangono piu soldi ed energie da investire in quello che fa la differenza.

In accordo con il principio di Pareto, il minimalismo diventa uno strumento efficace per dare significato alle nostre attività. L’economista italiano Pareto riuscì a dimostrare come l’80 per cento dei risultati che ottieni siano riconducibili al 20 per cento delle attività che svolgi3. Attento: non si tratta di misurazioni precise. E su di esse possiamo sempre intervenire. Vivere da minimalista significa quindi concentrarsi su quel 20 per cento che fa la differenza, rinunciando ad altre cose che non rimpiangeremo mai.

Come diventare minimalista nella vita

Da qualche tempo ho intrapreso questa strada che chiamo minimalismo esistenziale4. Sto eliminando le distrazioni nella mia vita per concentrarmi sulle cose che le danno un senso.

Per arrivare a questo punto di partenza è stata necessaria una profonda analisi di me stesso, che è scaturita dalle 13 difficili domande per capire chi sei che ho elencato in un precedente post.

Sto applicando il minimalismo a differenti aree della mia vita:

  • possesso di oggetti fisici;
  • indumenti che vesto;
  • app sui miei dispositivi;
  • attività a cui mi dedico;
  • notizie che leggo;
  • articoli che scrivo;
  • riposo;
  • cibo che mangio;
  • persone con cui mi relaziono…

Per ognuno di questi aspetti, elimino quanto non aggiunge valore e per capire a cosa dedicarmi utilizzo quegli indicatori di andamento di cui ti ho raccontato nel post sulle quattro discipline per realizzare il tuo sogno. E cioè, prendo come riferimento dei dati in grado di indicarmi se sto crescendo a livello personale e nei mie progetti.

Per esempio, sto smettendo di scrivere nel fine settimana per dedicarmi solo alla famiglia. Scrivo solo se mia moglie è al lavoro e mia figlia dorme. Sto organizzando le mie attività lavorative in modo da passare più tempo con le persone che possono aiutarmi a crescere e a cui io posso dare una mano a fare lo stesso. Sto smaltendo i vestiti riducendoli al numero che mi serve, definendo cosa metto nei giorni di lavoro e cosa in quelli di festa, così da non doverci più pensare. In pratica, ho una cassettiera con jeans, magliette bianche, nere e blu 5 e maglioni 6. Definisco a priori quello che mangerò per non starci più a pensare, e seguo una dieta finalizzata a darmi adeguato sostentamento per le mie attività.

Sto diventando minimalista anche nelle scelte da compiere, secondo un concetto che è diventato per me molto importante, quello cioè delle scelte di default. Esse derivano dalla definizione dei miei valori e dalla mia lista di no. Sono decisioni che prendo a prescindere e senza più stare ad ascoltare o discutere: decido una volta per tutte, e non se ne parla più. Un esempio? Non faccio il bis di pasta. A prescindere. Non metto banner nel blog. A prescindere. Non lavoro con chi non punta sulla qualità. A prescindere7.

Allo stesso modo, ho eliminato le notifiche da tutti i miei dispositivi a prescindere dall’app, scegliendo solo successivamente quali sono quelle che meritano la mia attenzione8.

In ultimo, cosa più difficile di tutte, sono impegnato a organizzare il tempo libero in modo tale da dedicarlo a prescindere a quello che voglio realizzare.

E per questo sto costruendo dei rituali dei tempi morti. Per esempio, i social li controllo andando in bagno, dove però mi sforzo di non portare il telefono; non leggo le email prima delle 10 del mattino, e non lavoro con l’email aperta, o quanto meno le tolgo le notifiche; non leggo mai gli articoli interessanti che trovo, ma li salvo in Instapaper e me li faccio leggere da Siri quando guido o sono in metropolitana, o se si tratta di tante cose le leggo nei momenti di pausa fra una seduta di lavoro e la successiva, o addirittura ne pianifico una dedicata 9.

7 modi per abbracciare il minimalismo esistenziale

Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la preparazione di cui mi sono reso conto solo a posteriori.

Al minimalismo esistenziale io ci sono arrivato così. Ti condivido la strada che ho fatto perché magari ci può portare pure te.

  1. Inizia ad apprezzare quello che hai anziché stare a cercare quello che la società ti impone: per me ha significato definire il successo di questo piccolo blog in base agli apprezzamenti che ricevo online e offline anziché guardare al traffico o al numero di iscritti alla newsletter.
  2. Definisci te stesso: un passaggio di cui comprendo l’importanza mano a mano che procedo nella mia ricerca di come vivere intenzionalmente, e me ne accorgo per il numero di volte che richiamo il post in cui ho raccontato come sono riuscito a (ri)definire la mia vita.
  3. Chiarisci la tua visione del futuro: un altro passaggio fondamentale, di cui ho ampiamente trattato in Sognare per Vivere.
  4. Metti in agenda un obiettivo per volta, perché se non ti concentri su una cosa sola non sei in grado di evitare le distrazioni che la vita ti riserva, e perché il multitasking ti uccide.
  5. Procedi per piccoli passi: è l’unico modo che hai per raggiungere obiettivi frequentemente, aumentando così la dopamina che il tuo cervello rilancia e di conseguenza la tua forza di volontà nel raggiungere il tuo obiettivo finale, sapere sempre cosa fare e non trovarti mai dinanzi a uno scoglio insormontabile.
  6. Ignora il resto, che poi, se vogliamo, è la regola principale del minimalismo: quando hai deciso cosa conta, tutto quanto compete in termini di attenzione con questo lascialo andare. Imparare a meditare ti aiuterà nel trovare il corretto atteggiamento mentale.
  7. Svuota i cassetti e dai in beneficenza quanto avanza, oppure regalalo: è il modo più veloce, mi pare, di iniziare a fare pulizia fisica nella propria vita, in più aggiungendo un senso di piacere nel farlo. È un casino, ti avviso: lo sto facendo da mesi e non vedo ancora la fine!

La verità è che la vita è un casino

Volevo rassicurarti: la mia vita non è perfetta. Mi sono imposto di non scrivere mai “sto cercando” perché una delle mie scelte di default è non provarci mai. O faccio una cosa, o non la faccio, secondo l’insegnamento del maestro Yoda.

Fare o non fare. Non c’è provare. Yoda

Questo non significa che ci riesca sempre: spesso le cose non mi vanno come le avevo immaginate. Però arrivo fino in fondo comunque. A prescindere.

Il fallimento è tale solo se arriva nell’ultima pagina. Altrimenti, è un colpo di scena.

Rallentare

L’unico modo di evitare il fallimento finale è concentrarsi sulle cose davvero importarti. Per farlo c’è solo una strada: rallentare.


  1. Ho trovato questa definizione sulla Treccani. Ho la pretesa di pensare che la mia prosa vada in questa direzione. E se non ci va, ti prometto che d’ora in poi cercherà di mandarcela a calci nel sedere. 
  2. Pensa alla musica tribale africana o alla colonna sonora di Peppa Pig. 
  3. A dire il vero, il principio di Pareto è verificato sui redditi della popolazione di un dato luogo. E su diversi altri aspetti dei più disparati, come la comunicazione o il funzionamento di un computer. È quindi espandibile a quasi ogni aspetto della realtà. 
  4. Google mi dice che altri hanno usato queste due parole insieme prima di me, ma non mi sembra un buon motivo per non usarle anche io. 
  5. Non ho ancora capito qual è il colore a cui dedicarmi per evitare di avere problemi di abbinamento con i maglioni e credo che alla fine punterò tutto sul nero, che inoltre si sporca meno e snellisce. 
  6. Per l’inverno sono a posto, ma per le mezze stagioni ancora ci sto lavorando, quindi se mi vedi in giro con un maglione colorato è perché sto smaltendo il guardaroba. 
  7. Un po’ più difficile, ma ci sto riuscendo. 
  8. E sono poche. Tipo i reminder o il calendario. In generale tutte le altre sono almeno silenziate. 
  9. Seguo la tecnica pomodoro (25 minuti di lavoro, 5 di pausa) quando non ho necessità di lavorare a stretto contatto con gli altri. 
Minimalismo

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.