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Stop multitasking

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
4 minuti
Stop multitasking

Il mito del multitasking si è diffuso rapidamente nella nostra società computer-centrica, ma sono ancora pochi quelli che si rendono conto dei pericoli che questo comporta.

In particolare per gli uomini, la dipendenza da multitasking può provocare una sensibile riduzione del quoziente d’intelligenza. Se continui a fare più cose insieme rischi di ritrovarti con il cervello di un bambino di otto anni. L’University Of London ha constatato che in chi gestisce più attività cognitive allo stesso tempo il QI raggiunge livelli simili a quello di chi ha passato una notte insonne o fumato marijuana.

La cosa peggiore è che i danni possono diventare permanenti. Per esempio, uno studio della University of Sussex ha dimonstrato che nei “multitasker” l’area del cervello responsabile per l’empatia e il controllo delle emozioni è meno sviluppata.

Che cos’è il multitasking e dov’è la truffa

Cosa significa multitasking? Contrariamente a quello che i fautori di questa pessima abitudine sostengono, non vuol dire essere in grado di fare più cose insieme. Il computer, che lavora sempre in multitasking, fa sempre e solo una cosa alla volta. Il trucco è che lo fa così velocemente che non te ne accorgi. Però, ogni volta che fa una cosa, fa quella e basta. In pratica, porta avanti più progetti contemporaneamente, concentrandosi ora su uno, ora sull’altro.

Spiegazione più tecnica, da Wikipedia: “Se viene chiesto al sistema di eseguire contemporaneamente due processi A e B, la CPU eseguirà per qualche istante di tempo il processo A, poi per qualche istante successivo il processo B, poi tornerà a eseguire il processo A e così via.”

Il computer ha un meccanismo che determina i cosiddetti “cambi di contesto” (context switch), cioè quando si passa dal processo A a quello B. Contrariamente a noi esseri umani, lui ha la capacità di registrare tutte le informazioni relative a quello che stava facendo per riprendere esattamente da dove aveva lasciato.

L’uomo non è tanto diverso da un computer. Non è che puoi parlare al telefono mentre guidi. Cosa, tu lo fai? Uaaaaerrrggggghhhh! Credi di farlo! Il tuo cervello per una frazione di secondo guida e per un’altra frazione parla al telefono, e quindi tecnicamente stai guidando e ascoltando solo per la metà del tempo che credi di impegnare in queste attività. Il neuro-scienziato del MIT Earl Miller ha dimostrato che il multitasking provoca un deficit cognitivo. Praticamente, esso è un generatore di errori dovuti a mancanza di attenzione.

Il costante passare da un’attività all’altra incoraggia il nostro cervello a sviluppare pessime abitudini. Ogni volta che completiamo un piccolo task, come mandare un’email, il nostro corpo rilascia una piccola dose di dopamina, un ormone che ci stimola l’effetto “ricompensa”. Siccome il nostro cervello è drogato di dopamina1, ne vuole sempre di più e ci induce a completare altri piccoli task per riceverne una nuova dose. Questo ci rende impossibile concentrarci su progetti complessi.

A onor del vero, ci sono studi secondo cui alcune persone sarebbero in grado di migliorare le proprie prestazioni se adeguatamente formate e allenate. Puoi supportare questa follia prendendo appunti o registrando nei minimi dettagli lo stato in cui interrompi un’attività per passare a un’altra, come fa il computer. Dai, prova a farlo quando guidi mentre parli al telefono!

Ci sentiamo tutti bravi quando riusciamo a gestire più cose insieme, ma la verità è che quando accade ci stiamo concentrando su una cosa confidando nel pilota automatico che non abbiamo. Ossia, sulla capacità del nostro cervello di gestire più o meno in autonomia l’attività contestuale a quella a cui ci stiamo dedicando.

I danni da multitasking

Studi scientifici dimostrando che una persona concentrata a svolgere un’attività, quando distratta, può impiegare fino a 25 minuti per ritrovare lo stesso livello di concentrazione. Pensa che succede quando costantemente ti interrompi per fare una cosa diversa!

Sono molto interessanti in proposito i risultati delle ricerche del professore di Stanford Clifford Nass. Ecco in sintesi i problemi sviluppati da chi lavora tutti i giorni su più cose in contemporanea:

  • difficoltà a organizzare i pensieri;
  • incapacità di filtrare le cose irrilevanti;
  • difficoltà a ricordare quello su cui ha lavorato;
  • distrazione cronica;
  • riduzone dell’efficienza e della qualità del lavoro;
  • incapacità di lavorare su più cose contemporaneamente(!).

Ciliegina sulla torta, il multitasking aumenta la produzione di cortisolo, l’ormone che genera lo stress.

Come rimediare

Quante altre cose hai fatto mentre leggevi questo post? Anche cose di cui non ti ricordi, intendo, tipo com’è successo a me che ho scritto la prima stesura del post in metropolitana e senza rendermene conto ascoltavo la voce dell’altoparlante che annunciava le fermate. Se sei riuscito leggere l’articolo in modalità monotasking, sono sicuro che questa volta questo concetto si è radicato bene nella tua testa e saprai tradurlo in pratica nella tua vita.

Tre cose che ti potrebbero aiutare a liberarti dal multitasking:

  • Rescuetime, app per tracciare quello che fai quando stai al computer, così ti accorgerai di come spendi il tuo tempo;
  • la tecnica Pomodoro, che in breve consiste in organizzare sessioni di lavoro da 25 minuti e strutturare regole per gestire le interruzioni;
  • l’app Forest, un modo semplice di implementare la tecnica Pomodoro e bloccare al contempo il tuo iPhone.

  1. Da qui deriva la dipendenza da email, Facebook e Twitter, tre esempi di attività che richiedono il completamento di tanti piccoli task in rapida successione. 

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.