il manifesto su Medium aiuta a capire cos'è veramente Medium
Io non sono un lettore del manifesto, ma lo riconosco come uno dei pochi progetti di buon giornalismo in Italia. Ieri il manifesto ha lanciato una nuova sezione in inglese, il manifesto Global, che si può leggere anche su Medium.
Global wants to be part of a conversation about what it means to be a world citizen in a system riven with injustice and inequality. It asks cutting questions and challenges prevailing dogmas, but it is also a tool for you, our readers; when you engage with il manifesto and its perspective, you’re led to confront your own conscience
È uno dei primi esperimenti del genere in Italia. Medium non è uno strumento di publishing come potrebbe apparire ai meno attenti. È un social network basato sui contenuti. Una via di mezzo fra Tumblr e Twitter. Dove tutti possono scrivere, ma dove soprattutto tanti leggono.
L’algoritmo di selezione delle notizie non funziona ancora bene, e infatti il network è dominato da articoli su tecnologia, startup e life hacking in generale. È uno dei motivi per cui mi piace, ma anche che ne minano la sopravvivenza, come sostiene (e concordo) Henry Wismayer in un post titolato “A Click-Bait Experiment, and the Navel-Gazing Problem that Threatens to Ruin Medium”. Rischia di fare come Quora, che all’inizio era così e poi si è smosciato.
Il manifesto ha dimostrato di aver capito di che si tratta: é in sostanza uno strumento per diffondere contenuti.
La recente introduzione dei custom domain lo rende anche un potente strumento di branding.
Credo sia sempre più evidente che Medium non é un posto dove bloggare, ma dove promuoversi.
Crescita personale e life hack
1 articolo / settimana al massimo. Solo contenuti originali.