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Come fare una pausa per capire che strada prendere: il segreto di Leonardo

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
4 minuti
Come fare una pausa per capire che strada prendere: il segreto di Leonardo

Ci sono dei momenti in cui è necessario fare una pausa. Perché solo questo ci aiuta a fare chiarezza su quello che sta succedendo attorno e dentro di noi. Mettere il mondo in pausa per interrogarsi su tutte queste cose era uno dei segreti di Leonardo Da Vinci. Il quale, per sua fortuna, non aveva le mille distrazioni che abbiamo noi oggi, dalla televisione ai social network, fino alla pubblicità in ogni angolo del globo. No, lui Leonardo… La vita ce l’aveva incasinata tanto quanto, come racconta Walter Isaacsson nella sua biografia e come ha spiegato in un’intervista.

Leggendo alcune citazioni tratte dal libro mi ha colpito soprattutto questa:

His lack of reverence for authority and his willingness to challenge received wisdom would lead him to craft an empirical approach for understanding nature that foreshadowed the scientific method developed more than a century later by Bacon and Galileo. His method was rooted in experiment, curiosity, and the ability to marvel at phenomena that the rest of us rarely pause to ponder after we’ve outgrown our wonder years.”

L’abilità di meravigliarsi di fenomeni sui quali noi raramente ci prendiamo il tempo di riflettere…

Come prepararsi per una pausa

Siccome non è che uno può fermarsi a pensare così, di colpo, per arrivarci è necessario rallentare. Eliminare piano piano tutte quelle cose che ci privano del tempo per osservare quello che succede accanto a noi per riacquisire il tempo di valutare con chiarezza quello che stiamo vivendo.

Prima di fare progetti per i mesi a venire, dovremmo soffermarci a riflettere su quello che è stato. Quali obiettivi abbiamo raggiunto? Cosa non ha funzionato? Perché?

Per me la meditazione è stata lo strumento che mi ha aperto le porte a questo tipo di approccio alla vita. Nel 2017, secondo il mio iPhone, ho meditato una media di dieci minuti al giorno. Che era poi il mio (ambizioso) obiettivo quando ho iniziato. Tutto questo tempo (due giorni e mezzo in un anno, e anzi di più perché non sempre ho usato l’iPhone come timer) non l’ho dedicato a pensare, ma a ripulire la mia mente dalle mille cianfrusaglie che ci finiscono dentro quotidianamente. Meditare per me oggi è lo strumento per tenere in ordine la mia mente e concentrarmi su quello che sto vivendo. Sul lavoro che faccio. Sugli obiettivi che voglio ottenere spendendo i miei giorni in determinate attività.

Meditando ho imparato a mettere da parte quello che non aggiunge valore alla mia vita. L’ho chiamato minimalismo esistenziale. Può anche essere che altri abbiano già usato questo termine, non so. A me questa locuzione dà l’idea di dovermi concentrare a eliminare distrazioni dalla mia vita e dal mio lavoro per dedicarmi all’essenziale.

L’essenziale è:

  • quello che serve perché le cose siano quello che sono;
  • quello che dà senso a quello che è;
  • tutto quanto rimane quando hai tolto il superfluo.

I concetti chiave dell’essenzialismo li ha esaminati in modo approfondito Greg McKeown in Essentialism, malamente tradotto in Detto, fatto nella versione italiana, il cui titolo è centrato sulla parte di produttività del libro. Evidentemente, chi lo ha immesso sul mercato con questo titolo non ha colto la parte essenziale del libro. Tornando a Leonardo, invece, di lui Isaacson dice:

What he was able to do is pause, and put things aside, and look at very ordinary things and marvel at them.

Mettere in pausa.

Mettere da parte tutte le cose.

Guardare alle cose di tutti i giorni e meravigliarsi di esse.

Come fermarsi e cosa fare nella pausa

Per me è giunto un altro di quei momenti in cui tirare il freno a mano e fare una pausa. Guardare alla mia vita per quello che è e meravigliarmi di essa. Meditare sugli obiettivi che voglio raggiungere nei prossimi mesi e definire le abitudini che devo assumere per raggiungerli.

Quello che mi aspetta nelle prossime settimane è una lunga fase di riflessione che svilupperò attraverso il mio diario. In solitudine. Fra me e me. Perché quando vuoi fare chiarezza sulla tua vita l’unica persona che devi ascoltare è te stesso.

L’unico che sa come cacchio tirarti fuori dai guai è quello che non ti fermi mai ad ascoltare

Nelle prossime due settimane ho intenzione di scrivere tutti i giorni di quello che voglio realizzare negli anni e nei mesi a venire. Per ora mi concentrerò su un obiettivo di tre anni, facendo questo esercizio:

  • definire dove sarò, e con chi, e cosa farò, fra tre anni;
  • raccontare la storia di come ci sono arrivato, là dove non ho ancora idea della strada da percorrere per arrivarci;
  • identificare i passi essenziali da compiere per mettermi su questa strada.

Tenere un diario è un’esercizio utilissimo per ascoltare la propria vita e progettare i giorni a venire. Il problema non è davvero che scriverci o quando scriverci, ma pianificare del tempo per pensare. E poi tutto viene da sé.

Questo tempo lo trovi solo se rallenti e fai una pausa. La prima cosa che ci scriverò è una lista dei no. Una lista delle cose che voglio rimuovere dalla mia vita. E come posso fare per rimuoverle. Per lasciare spazio alle cose essenziali.

Perché non provi a fare una pausa anche tu? Staccare da tutto, metterti lì a pensare, e scrivere quello che hai pensato? Tutte le volte che lo faccio mi meraviglio di quello che ci trovo, dentro la mia testa (spazzatura compresa).

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.