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8 trucchi per chi crea contenuti <br> imparati dalle startup

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
4 minuti

Ognuno di noi ha almeno una startup: se stesso. Il maggior eromotore di questa teoria è rceReid Hoffman [footnote]Reid Hoffman ha prima partecipato allo startup di PayPal e poi co-fondato LinkedIn.[/footnote], autore dell’interessante testo The Startup of you. Stante questo assunto, come applicare leggi e metodi delle startup al lavoro di chi, per campare, semplicemente si occupa di creare e diffondere contenuti? Su Contently qualche settimana fa è uscito un interessante post a proposito. Ne riassumo i punti che più mi hanno interessato rielaborandoli sulla base della mia esperienza in uno e nell’altro mondo, nella speranza di aiutarmi e aiutarti a ricordare le vicende di Atreiu e Bastiano ne La Storia Infinita.

Automatizzare

Qualsiasi operazione che viene ripetuta più volte al giorno andrebbe automatizzata. Così da liberare la mente per sfruttarne appieno le capacità nella creazione ed elaborazione dei contenuti. Può essere automatizzata la condivisione dei contenuti? No, non deve esserlo, a mio avviso. Ci sono però strumenti come Buffer [footnote]Nel link trovi la mia guida e un video che mostra come funziona Buffer.[/footnote] che consentono di programmare una lunga lista di post da condividere su Twitter, Facebook, LinkedIn e Google+. Ogni volta che crei un contenuto, la cosa migliore è programmarne la condivisione sui vari social per i successivi giorni concentrandosi sul tema una volta sola e trasformando il nostro contenuto in uno spezzatino di informazioni.

L’ostacolo

Quasi non ci sarebbe da dirlo, se non fosse che quando scriviamo spesso ce lo dimentichiamo. La gente vuole leggere storie. Quante storie ci sono nei tuoi post? Quando scrivi tanto e tante ora al giorno o te lo stampi in testa o spesso fai fatica a ricordartelo. Alla fine rischi di soffocare nelle Paludi della Tristezza come il cavallino Artax. Copyblogger ci ricorda quelli sono i cinque elementi che in una storia non devono mancare mai:

  • l’eroe, che sei necessariamente tu che leggi. Come ci insegna la teoria delle favole l’eroe è quel personaggio che evolve durante tutta la storia e arriva alla fine trasformato;
  • l’obiettivo è un problema: tu hai un problema e trasformandoti nel corso di questa lettura lo risolverai;
  • chiaramente, fra te e la tua trasformazione c’è almeno un ostacolo che occorre rimuovere, proprio come fanno le startup. Ogni startup che si rispetti ha individuato un problema che è in grado di risolvere meglio degli altri che ci hanno già provato o che ancora nessuno ha affrontato perché si tratta di una cosa che esploderà a stretto giro di posta. In un’intervista di qualche tempo fa Greg Horowitt[footnote]Greg Horowitt è Founding Partner & Managing Director, T2 Venture Capital, Kauffman Fellow, Co-Founder, Global CONNECT, University of California, San Diego[/footnote], il teorico della Rainforest, mi disse: Per loro (i giovani startupper, nda) il contesto non esiste ed è per questo che riescono a pensare a cose visionarie. Noi americani amiamo lavorare con questo tipo di persone. Molti dei nostri imprenditori hanno 25 anni. Noi diciamo che una cosa non si può fare e loro ci sfidano: Perché no?;
  • il mentor: c’è nelle fiabe come nel mondo delle startup. È quella persona inattesa che a un certo punto ti dà il consiglio giusto per superare la prova che ti aspetta. In questo caso per te sono io, ma tu dovresti poi esserlo per le persone a cui indirizzerai i tuoi contenuti;
  • la morale: la morale è sempre quella, fai merenda con Girella. È così evidente che non hai bisogno di pensarci: il mondo del web oggi è talmente sconfinato e ricco di cose strane che non puoi permetterti di lasciare il tuo lettore/cliente nel dubbio. Anticipagli la morale e ricordagliela alla fine: non lasciarlo andare via senza che tutto sia chiaro.

Focus Focus Focus

Se ti distrai nel bel mezzo di una storia rischi di perdere il filo. Tutto quanto non contribuisce a scolpire la morale nella testa del destinatario del tuo messaggio va rimosso. C’è una regola non scritta secondo cui l’80 per cento del valore che generi deriva dal 20 per cento di quello che fai. Indipendentemente dal fatto che questa regola sia valida o meno, focalizzarti sulle cose che fai che producono valore è la chiave del successo. Ne ho trattato in un post in cui ti ho proposto come capire qual è il valore percepito di ciò che fai.

Split test

Per ogni contenuto che vai diffondendo è bene chiederti se esista un modo diverso di farlo. E provarlo. Poi decidere sulla base di questo. Agire sulla base dei dati, fare test e ripetere le esperienze positive per avere ulteriori dati con cui verificare. Questo dovrebbe fare qualunque buon… Creativo?

Fallo senza pensarci

Gli startupper non stanno a fare tante analisi o a pianificare le cose. Fanno. Testano. Creano qualcosa, lo distribuiscono e misurano i risultati ottenuti. Non puoi avere la certezza che quello che farai andrà bene, ma se non impari prima a sbagliare non saprai mai come evitare dopo di sbagliare.

Networking

Se le riunioni sono inutili, sono utilissimi tutti quei meeting in cui puoi incontrare gente del tuo giro o di un altro vicino al tuo. Contaminarsi con persone affini, ma che fanno cose diverse, è un ottimo strumento per crearsi un piano B, una zona da esplorare in caso il piano A, quello che prevede che tu come startup arrivi alla quotazione in borsa o alla grande exit, fallisca. Cercare modelli e storie nei settori limitrofi per riciclarle nel tuo è un’ottima idea.

Chiediti perché come farebbe un bimbo di 5 anni

Fantastico! Questo è il suggerimento che mi è piaciuto di più. Anche perché si riallaccia perfettamente a quanto diceva Horowitt.

Problemi e opportunità

Questa lezione l’ho imparata intervistando tempo fa il giovanissimo imprenditore israeliano Ishay Green[footnote]Ishay Green è co-founder di Soluto. Prima di questa aveva co-fondato Onigma, una startup che si occupava di sicurezza informatica acquisita da McAfee nel 2006.[/footnote]. Mi disse esattamente questa frase: Voglio venire a lavorare in Italia perché ci sono un sacco di opportunità. Dove voi vedete problemi io vedo grandi opportunità. Se dunque c’è qualcosa che non si può fare, dopo esserti chiesto perché non si può fare, prova a farla.

Ti senti cambiato? Almeno un poco? Non è semplice mettere in pratica tutte queste cose, ma alle volte basta semplicemente crederci come ha fatto Bastiano gridando il nome della sua mamma con in mano un granellino del regno di Fantàsia[footnote]Partendo da quel granellino che l’Infanta Imperatrice riesce a salvare, Bastiano è in grado di ricostruire il regno di Fantàsia. Semplicemente fantasticando e liberando i propri sogni.[/footnote]. Quando racconterai la tua prossima storia cercando di mettere in pratica queste cose non dimenticarti di segnalarmela!

Scrivere

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.