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Ghost self-hosted: perché sceglierlo e cosa ti serve per usarlo al meglio

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
4 minuti
Ghost self-hosted: perché sceglierlo e cosa ti serve per usarlo al meglio

Nel corso delle ultime settimane mi sono preparato a dovere per migrare il mio sito su Ghost, un CMS open source sviluppato e gestito da una organizzazione non-profit dedita a creare i migliori strumenti open source per giornalisti indipendenti, blogger e creatori di contenuti in generale. Seguo il progetto da otto anni, quando fu lanciato con una campagna su Kickstarter, e finalmente mi sono deciso a compiere il salto. Così ho scoperto che puoi avere un sito self-hosted con Ghost per pochi euro al mese, ma tirarlo su non è una passeggiata.

Ghost self-hosted vs Ghost(Pro)

All’inizio ero deciso a usare Ghost(Pro), il servizio di hosting di Ghost che in pochi click ti permette di avere il tuo sito pronto, gestione dell’hosting completamente a loro carico e newsletter/membership/paywall inclusi, senza fee. Per usare temi e integrazioni custom devi però avere un piano Basic da 36 dollari al mese (29 se paghi subito per un anno), poiché quello Starter (15/9 dollari) è limitato ai temi ufficiali. Che per altro sono ottimi, ma non puoi modificarli. Il che ti preclude a sua volta la possibilità di integrare applicazioni che richiedano di modificare il tema. Potrebbe anche non essere necessario, visto che l’editor di Ghost ti consente di embeddare codice html in un post e creare snippet da riutilizzare, ma… Il nerd che c’è in me ha preso il sopravvento, anche davanti al fatto che entrambi i piani offrivano fino a mille membri. Membri che possono essere free, per una semplice newsletter, o a pagamento (mensile o annuale, di base, o una tantum smanettando un po’).

Nota bene: se non parti da zero, il piano Standard ($99/79) e Business ($249/199) sono estremamente validi.

Prerequisiti per installare Ghost self-hosted

Benché venga promosso come 1-click, la creazione di un sito in Ghost self-hosted è parecchio complessa, e ne vale la pena solo se sei all’inizio e vuoi contenere i costi della gestione del tuo progetto intorno ai 10 euro al mese tutto compreso.

Per avere un sito self-hosted con Ghost che ti permetta di fare grosso modo tutto quello che vuoi, ovvero scrivere, inviare newsletter, vendere prodotti membership e fare un po’ di marketing sulla tua lista, ci sono un po’ di cose da settare. Prima di stilare questa lista, ho fatto tre installazioni di Ghost e ho speso parecchio tempo per capirne il funzionamento. Una guida onnicomprensiva è in arrivo.

Ma partiamo dai prerequisiti. Ecco quello che ti serve per creare un sito con Ghost:

  • email
  • carta di credito
  • un computer fisso.

A queste devi aggiungere tanta tanta pazienza e attenzione. Parte del lavoro si svolge da riga di comando: quindi se non hai mai usato un terminale questo potrebbe spaventarti, ma non c’é davvero nulla da temere.

Ghost self-hosted: tutto quello che ti serve

Ed ecco la lista di quello che dovrai fare per creare un sito Ghost self-hosted pronto per più o meno qualunque cosa tu voglia realizzare, dal semplice blog con invio automatico del post via email quando pubblichi al sito con contenuti premium dietro paywall (che può essere anche solo una newsletter a pagamento) a un sito dove vendi un corso online (più di un corso al momento non è fattibile, ma sto cercando una soluzione e penso ci sia).

  1. Un sito dove registrare il proprio dominio (al momento Register.it offre i domini .it gratis per il primo anno, con annessa email e pec).
  2. Un account Cloudflare gratuito, per gestire al meglio i DNS, aggiungere un livello di sicurezza al tuo sito, cache e CDN.
  3. Una Gmail (o Gsuite), per gestire al meglio l’email ed eventuali integrazioni.
  4. Un account DigitalOcean, con due mesi di utilizzo gratuito (poi sono 6 dollari al mese backup incluso) per creare la macchina virtuale su cui attivare il server del tuo sito.
  5. Un account Flex di Mailgun per gestire l’invio della newsletter dal sito, che fino a 5000 mail al mese è gratis e poi costa 0,80 dollari per ogni mille email inviate.
  6. Un account Mailjet per gestire le campagne di marketing, in caso volessi martellare qualcuno per fargli comprare il tuo corso, creare una sequenza di email da mandare ai nuovi iscritti, o scrivere a tutti quelli che hanno cliccato su uno specifico link nella dem precedente.
  7. FormSubmit o altro servizio esterno per creare form. Generalmente hanno tutti un’opzione gratuita per i primi 500/1000 invii. FormSubmit è invece completamente gratuito, ma super basic, e non richiede registrazione. Il form però te lo devi creare da solo, ma si può fare.
  8. Un account Zapier gratuito per sincronizzare Ghost e Mailjet, ricevere notifiche sullo stato del tuo server, e collegare fra di loro le diverse integrazioni che andrai a usare.
  9. Un account Stripe per gestire i pagamenti, ed eventualmente un account PayPal business se vuoi offrire ai tuoi membri questa opzione. Sia con Stripe che con PayPal è possibile vendere membership e acquisti singoli, ma mentre i primi sono inclusi in Ghost, per i secondi c’è un po’ di lavoro sporco da fare, ma puoi sostituire questo con Gumroad che ti consente di vendere qualsiasi prodotto digitale.
  10. Opzionale: un account Circle (o altro) per creare la community del tuo progetto (questo costa da 39 dollari al mese per mille iscritti).

Serve davvero tutto questo? No, per partire con un sito con newsletter gratuita ti bastano dominio, Digital Ocean e Mailgun, ed eventualmente Stripe per la membership. Ma già che tiri fuori la cassetta degli attrezzi, tanto vale…

Crea il tuo sito quasi gratis con Ghost!

Sto organizzando una sessione per pochi eletti che seguirò passo passo nella creazione di un sito in Ghost
Per alcuni di loro ci sarà poi la possibilità, qualora lo desiderassero, di proseguire l’affiancamento nella creazione delle pagine fondamentali del sito, nella definizione della strategia di comunicazione e business del progetto, e nella produzione di contenuti con regolarità. Per ora però concentriamoci sul fare un bel sito quasi gratis.

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Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.