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Una fottutissima paura di provarci

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
3 minuti

Foto di John5199 via Wikimedia.  Foto di John5199 via Widimedia.

Quando avevo 13 anni o giù di lì, mi sono gettato da una rupe alta una cinquantina di metri. Sotto c’era il mare, quindi più che un lancio è stato un tuffo. La rupe, poi, non era alta 50 metri, ma saranno stati cinque tutt’al più. A me però parevano 50. Prima di lanciarmi ricordo chiaramente di avere avuto una fottutissima paura di saltare, ma non potevo accettare che mio cugino si tuffasse e io no.

C’è una cosa che vorrei fare oggi. Che se potessi, cioè se mi ci guadagnassi da vivere, tutto il resto chissenefrega. Anzi, neppure più sarebbe necessario perché mi sarei guadagnato già da vivere.

Cioè, un po’ lavorerei lo stesso, perché il mio lavoro mi piace. Però lo farei con uno spirito diverso.

Proprio come a te, anche a me spesso capita di non volermi occupare di certe cose perché no, dannazione!Non si fa così, punto! E invece mi tocca. In fondo, è lavoro e il lavoro ha delle regole sue; manco ti puoi lamentare più di tanto.

Fanculo le regole. Facciamo per un po’ a modo mio. Facciamo quello che voglio io. Poi tiriamo le somme.

Probabilmente, non ci riesco.
Probabilmente, mi ci faccio pure male.
Ma, se ci riesco, se funziona, se mi rende felice ne vale la pena.

Ho una fottuta paura di provarci. Come quella volta in cima alla rupe, quando non avevo neppure il coraggio di guardare di sotto. (Con il tempo avrei scoperto che soffro di vertigini.)

Qual è quella cosa che se potessi fare ti ci dedicheresti con tutto te stesso e chissenefrega se ti ci fai male, l’importante è che ti ci diverti? Quella storia che non stai pienamente vivendo, che trascuri ogni giorno un po’ più e piano piano dimentichi, ma che se potessi non avresti dubbi?

Sul serio: puoi scegliere quello che vuoi. Cosa ti deve dare la vita per renderti felice? Sei libero di sognare, ora, e almeno fino a che non arriviamo in fondo al post. Come quando eri piccino: Cosa sogni di fare da grande?

C’è l’hai una fottuta paura di provarci?

Dillo, che ci provi.
Dillo, sul serio, credimi per un minuto: da domani ci proviamo.
Ce la rischiamo.
Domani ti alzi e cosa fai per iniziare a vivere il tuo sogno? E fra una settimana come siamo combinati?

La senti l’adrenalina che sale? Sai che male fa l’impatto con quel muro d’acqua lì sotto? Sai che… chissenefrega, io ci provo!

È la paura che rende gli scogli più alti e l’impatto con il mare più doloroso di quello che sarà. Senza la paura però non vai da nessuna parte. È la paura che stimola l’azione, perché fino a quando te ne resti seduto a rimuginare non fai altro che ingarbugliarti in un tentativo di far quadrare dei calcoli partoriti da una logica tirata per la giacchetta.

Ti ho già raccontato una volta che l’unico trucco per vivere è sognare. E non puoi sognare se non fai spazio per te.

La parte più difficile è scendere dalla barca e raggiungere a bracciate gli scogli. Quando ti arrampichi senti crescere la confusione, ma anche l’eccitazione che ti aiuta a prendere meno sul serio quella follia che stai per compiere. In fondo, devi essere un incosciente per provarci.

È quando stai lì, in cima, pronto a saltare, che le cose diventano più grandi e più difficili. In fondo però basta prendere la rincorsa, chiudere gli occhi e saltare. Oppure puoi tornare a casa con la coda fra le gambe.

Venti anni dopo quel tuffo mi sono ritrovato in una situazione simile. Questa volta ero da solo. Volevo attraversare il Carrick-a-Rede Rope Bridge, un ponte di corda in Irlanda del Nord, sospeso a 30 (veri) metri di altezza sul mare, fra la terraferma e uno scoglio dove una volta si sistemavano i pescatori in attesa dei salmoni. Le gambe hanno iniziato a tremarmi mentre scendevo gli scalini, stretti e bagnati, sferzato dalle raffiche di vento e acqua. Mi è bastato scivolare una volta per essere sopraffatto dalla paura. Posso arrivare dall’altra parte, ma come diavolo faccio a tornare indietro? Potrei solo ripassare sul ponte! Ho temuto che non sarei stato in grado di farlo.

Calcoli. Sono stati i calcoli a fermarmi. Non sono stato in grado di cavalcare la paura. Perché ero solo. Perché non ero più capace di sognare e agire con il coraggio di un bambino. È questo quello che ti serve per superare quella fottutissima paura di provarci.

Riflessioni

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.