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Strada facendo

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
3 minuti
Strada facendo

Può accadere in due modi: ci puoi stare lì a pensare per anni, e poi un giorno succede; o puoi progettarlo a tavolino, per un qualche obiettivo, e poi metterci la capoccia. Quello che ci vai a scrivere, nel blog, difficilmente lo decidi a priori.

Un blog all’inizio lo devi educare, gli devi spiegare le cose nuove, lo devi aiutare a muovere i primi passi in un mondo che non ha mai visto con i propri occhi. Poi, a un certo punto, senza chiedertelo, prende e va. Lo vedi correre verso la porta della scuola mano nella mano con una di cui conosci solo il nome, se ci hai fatto attenzione. E tu lì, con la mascella cadente, che non ci avevi mai pensato prima e ora non hai la più pallida idea di che fare.

Un blog prima o poi comincia a scriversi da solo. Tu continui a mettere in ordine la punteggiatura, pagare l’hosting, e fai le revisioni necessarie dei plugin, mentre il blog cresce come gli pare a lui.

A me è successo così. Due volte, con questo blog. Un giorno ho pubblicato un articolo che non c’entrava nulla con quello che avevo scritto in precedenza. S’intitola Sognare per vivere, e non mi sono reso conto di quanto fosse marzulliano il titolo fino a quando l’ebook che ne è venuto fuori non è stato lì su Amazon per qualche anno. Tant’è: ai miei lettori piacque parecchio, e un po’ tirato per la giacchetta pubblicai un paio di altri articoli che con la tecnologia, la produttività o le startup c’entravano come il due di coppe quando a briscola comanda bastoni.

Qualche mese dopo quei post hanno preso la loro strada e sono divenuti prima sglz.co, poi vivereintenzionalmente.com, un blog in cui condivido le mie esperienze nel tentativo di dare un significato al tempo che mi rimane da spendere su questa terra, cercando di vivere i miei giorni secondo le mie intenzioni, senza cadere nella trappole della società della distrazione e agendo nella vita anziché reagendo agli accidenti quotidiani.

Il primo amore però non si scorda mai, e alla fine — lo vedi — sono tornato qui. Qui tutto è cambiato rispetto a com’era una volta e ancora non so come saranno le cose più avanti. All’inizio questo è stato il mio sito personale, dove raccoglievo i miei articoli e pubblicavo qualche post senza avere ben chiaro a che mi servisse. Pensavo di guadagnarci in visibilità, se devo essere onesto. La gente mi avrebbe cercato per quello che scrivevo.

Poi c’è stato Comunità Digitali, il mio blog su tecnologia e social media su Blogosfere, che poi ho ripreso focalizzando sulla comunicazione digitale in proprio. Poi, di nuovo qui su silviogulizia.com e non ci capivo più una mazza.

Oggi, mi sembra più o meno chiaro che qui siamo nel garage della mia vita, dove custodiscono gli arnesi per coltivare la mia scrittura e le mie competenze in tema di content e trust marketing.

Il blog è così: te lo trovi per strada e cresce insieme a te. Il piano editoriale lo puoi scrivere cento volte, ma poi se lo segui pedissequamente senza ascoltare i tuoi lettori e il tuo cuore finisci col portare il blog in un posto dove ti rimane solo da lavorare e non riesci più a goderti il viaggio.

A chiunque stia iniziando a scrivere un blog o stia pensando di scriverne uno, suggerisco di smettere di pensare e cominciare a scrivere. Difficilmente quello sarà il tuo blog, quindi non perdere tempo, comincia a sbagliare e cerca di farlo il più possible con la tua capoccia, come ho fatto io e come ha fatto — decisamente meglio di me, ma anche dedicandoci decisamente più tempo di me — Jeff Goins, che è per altro autore di uno dei più bei libri che abbia mai letto, The art of work, di cui trovi i punti chiave raccolti in un mio articolo sul tema della vocazione.

Scrivere un blog è camminare lungo una strada di introspezione e formazione per coltivare le proprie passioni fino a quando una di esse non prende il sopravvento e ti fa suo per sempre. O quantomeno per una straordinaria avventura.

Scrivere

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.