SEO per esseri umani
La SEO, search engine optimization, è una scrittura orientata ai, e dettata dalle esigenze dei, motori di ricerca. Noi però, per chi scriviamo? Per degli algoritmi, o per altri esseri umani? E allora, come si scrive per gente come noi?
Aperta parentesi: l’intelligenza artificiale sta rendendo le machine sempre più smart, e sempre migliori a comprendere i nostri segnali di interesse. Un motivo in più per chiedersi come deve essere una SEO per esseri umani. Chiusa parentesi.
Dalla parte del lettore
Innanzitutto, ogni blog dovrebbe avere una audience ben definita. Chi sono e che lavoro fanno i tuoi lettori? Che problemi hanno? Quando leggono il tuo blog? Perché lo fanno? Sono single o hanno una famiglia? Hanno dei figli? Arrivano a fine mese a fatica o sono pieni di soldi da spendere? Che risposte cercano in rete? Hanno il tempo di mettere in pratica quello che gli racconti? In che modo tu puoi aiutarli?
Jason Zook definisce la propria audience un filtro attraverso cui deve necessariamente passare ogni contenuto che ci esce della penna. Questa dovrebbe essere la madre di tutte le regole SEO, davanti alla quale ogni altro comandamento degli esperti passa in secondo piano.
L’importante di una audience non è quanto essa è grande, ma quanto è ben definita, appassionata e fedele. Per scrivere per esseri umani dobbiamo mettere da parte il nostro ego, ignorare le vanity metrics (traffico, follower, iscritti alla newsletter…) e concentrarci sul goderci il viaggio, provare piacere nello scrivere per aiutare gli altri. E per farlo occorre essere specifici nel definire chi vogliamo aiutare, e come, non farcire di parole chiave il primo paragrafo di un articolo perché esso sia ben indicizzato dai motori di ricerca. Solo così è possibile crescere un blog che generi valore per chi lo legge, e per chi lo scrive.
Parole chiave chiare
Studiare le keyword per comprenderne i numeri e il potenziale significa non avere rispetto per chi ci legge. Una SEO per esseri umani è centrata su parole chiare relative alle tematiche a cui sono interessati i lettori, e a quelle aree in cui noi possiamo offrire loro un contributo di valore. Storpiarle per matchare le query di ricerca significa pretendere di essere più intelligenti degli algoritmi di Google, studiati per indirizzare chi ha uno specifico problema o interesse alla migliore risorsa in merito.
Google vuole che chi clicca sugli articoli mostrati li trovi utili. Addirittura, adesso mostra direttamente spezzoni degli articoli più validi così uno non deve neppure cliccare sul link. Apparentemente. Quello che fa questa funzione è invece il contrario, invogliarti sempre di più a cliccare sul primo link. Tanto che gli esperti SEO si sono ingegnati per capire come farci finire il tuo articolo, lì. Panda permettendo.
Ottimizzazione SEO per un blog umano
Dopo l’esperienza con Vivere Intenzionalmente, per i miei articoli ho scelto di adottare un approccio SEO molto diverso da quello che ho sempre tenuto durante la mia attività professionale.
Plugin SEO
Dal punto di vista tecnico, ho scelto di utilizzare il plugin All in One SEO perché è semplice e offre tutto quello di cui c’è bisogno, dell’integrazione con Google Analytics all’invio della sitemap ai motori di ricerca, dall’integrazione dei social network alla personalizzazione SEO dei singoli articoli.
SEO per gli articoli del tuo blog
Per ogni articolo, spesso nelle impostazioni di AIO definisco un titolo SEO un po’ più SEO per rendere più chiaro l’argomento. Chi mi conosce infatti mi legge a prescindere, e sul mio sito voglio che ogni titolo fissi nella mente del lettore un concetto chiave con poche parole accattivanti, che poi ritornano nel titolo SEO. Non sempre ci riesco, ma sempre più spesso.
Poi scrivo una descrizione fregandomene delle keyword che tanto Google non se le fila più e l’unica cosa a cui servono oggi le meta description è convertire l’utente di Google e trasformarlo in un mio lettore. Se possibile, la descrizione coincide con l’excerpt dell’articolo, il che è anche un ottimo esercizio di sintesi ed essenzialismo.
Focus sul lettore
In ogni pagina pubblicata l’importante è mantenere il focus sulla propria audience e sulle proprie storie, non sulle indicazioni degli esperti SEO, che, se non sei in grado di produrre contenuti di valore, lasciano il tempo che trovano. Poi tanto le “regole” della SEO cambiano un giorno sì e l’altro pure. Mentre gli esseri umani, grosso modo, sono sempre quelli.
Take away e fidelizzazione
L’ottimizzazione SEO di un blog per esseri umani è raggiunta innanzitutto rendendo i contenuti fruibili e leggibili senza sforzo e senza distrazioni, concentrandosi sulla velocità di caricamento del sito, e su una resa ottimale su desktop così come su mobile (responsive, ma non solo).
Regola ancora più importante da mandare a memoria è un concetto per pagina, un singolo messaggio per articolo, focus su quello che si vuole portare via il lettore (take away) e non su ciò che ci voglio mettere io, e una chiara call to action finale, che consiste nell’invitare il lettore a diventare membro della mia mailing list per costruire così una relazione duratura.
Google non si iscriverebbe mai alla mia newsletter. Tu magari sì.
Crescita personale e life hack
1 articolo / settimana al massimo. Solo contenuti originali.