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Qualcosa da studiare

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
2 minuti
Qualcosa da studiare

A volte la vita si incasina al punto che certe passioni ti dimentichi di avercele, e così è stato per me per la musica. Piano piano è uscita dalla mia vita, senza che me ne rendessi conto, sostituita dal calcio, dal lavoro, dalla fidanzata, dai bambini…. Ci sono passioni che resistono a tutto, e altre che “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. Su quelle che persistono ci costruisci la tua vita, salvo poi chiederti perché proprio quelle e magari non avere una risposta chiara. Poi a un certo punto ti guardi indietro e ti rendi conto che hai lasciato per strada alcune passioni e vorresti allungare una mano per riprenderle con te. Oppure non puoi, ma te ne riappropri lo stesso e poi vediamo, come ti ho raccontato.

Seneca è stata una delle persone che maggiormente mi hanno spronato a tornare a suonare il pianoforte e riprendere a studiare il jazz, anche se non avevo lo spazio dove metterlo e il tempo per suonarlo. In una lettera a Lucilio nel 65 dopo Cristo, Seneca si giustifica per il ritardo nella risposta invitando l’amico a non pensare che egli fosse preso da mille impegni.

Guàrdati bene dal credere a una simile scusa: il tempo ce l’ho e ce l’hanno tutti, basta volerlo. Gli impegni non inseguono nessuno: sono gli uomini ad abbracciarli e a ritenerli un segno di felicità.

Lucio Anneo Seneca

Ora, a nessuno piace studiare, quando va a scuola, ma studiare da adulto è un’altra cosa. Quello che diceva Seneca, non vitae sed scholae discimus (non per la vita, ma per la scuola studiamo) è stato ed è vero per tutti, ma così come nei secoli scorsi le parole dell’antico filosofo sono state riscritte (oggi diciamo non scholae, sed vitae discimus), allo stesso modo noi con l’età possiamo farle nostre. E mettersi lì a studiare ritmi e scale una mano alla volta oggi non è noioso come venti anni fa. La capacità di “vedere” oltre l’esercizio, che da giovane ti manca, cambia completamente la prospettiva.

Seneca rispondeva in ritardo a Lucilio perché alle prese con quei problemi la cui conoscenza è più piacevole che utile, e con molta probabilità quello che abbiamo lasciato per strada appartiene a questa categoria. Consola pensare che nella vita l’importante non sia dove arrivi, ma se ti diverti andandoci.

Dunque, scegli qualcosa da studiare e studialo. Questo ti sarà estremamente utile per tutte le attività a cui ti dedicherai. Studiare per coltivare una passione ti obbligherà a:

  1. stabilire un obiettivo: non avendo tempo per tutto, dovrai scegliere quello che con il (poco) tempo che gli dedicherai ti procurerà il massimo godimento, e questo migliorerà la tua capacità di analisi e di scelta;
  2. stendere un piano: benché il modo migliore per iniziare questo progetto sia partire a piedi scalzi, a un certo punto dovrai mettere nero su bianco le attività da svolgere e in questo caso ti verrà utile imparare a usare i MIT, migliorando la tua capacità di organizzazione e progettazione;
  3. gestire il tempo: in questo caso ti tornerà utile un quaderno per tenere traccia dei tuoi progressi e di quello che vuoi fare, e il Bullet Journal insieme ai MIT è un ottimo strumento per coniugare mindfulness e produttività.

Dedicare almeno un minuto al giorno allo studio è il modo migliore per coltivare una passione fino a che non diventa un’abitudine. E questo non la sminuirà, ma la trasformerà in parte integrante del tuo viaggio. Io per esempio ci sto mettendo la musica di sottofondo.

Dunque, tu qual è la passione che hai lasciato per strada e di cui ricomincerai a occuparti oggi?

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.