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Newsletter: il nuovo paradigma del blogging

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
3 minuti
Newsletter: il nuovo paradigma del blogging

Negli ultimi anni sempre più blogger hanno iniziato a utilizzare la newsletter come strumento di comunicazione con i propri lettori, perché a differenza di un legame sui social network, avere l’email di un lettore consente di instaurare un rapporto uno a uno con questo. E la scrittura avviene solo quando c’è qualcuno che legge, altrimenti è masturbazione.

Certo, ci sarebbero gli RSS, che personalmente uso tantissimo, ma questi hanno due limiti:

  • possono veicolare solo i post;
  • non consentono al lettore di rispondere.

Invece, se ti scrivo un’email, tu puoi rispondermi e io posso risponderti a mia volta. Scrivere ai miei lettori significa aprire un dialogo con ognuno di loro. È per questo che nei miei blog personali, questo come Vivere Intenzionalmente, non uso più i commenti. Prediligo il rapporto uno a uno che quello uno a molti e molti fra di loro.

Come il blog diventa newsletter

Con Vivere Intenzionalmente ho vissuto in prima persona questo processo di cambiamento. All’inizio, la newsletter era un prodotto esclusivo per gli abbonati. Poi, siccome mi pareva di “sprecare” quel tipo di contenuto non condividendolo con tutti, ho deciso di trasformarlo in un approfondimento dell’articolo della settimana. Infine, ho ribaltato l’intero processo: ora scrivo per prima cosa la newsletter, e poi il contenuto di essa quasi sempre diventa un articolo del blog.

Sai cos’è cambiato? Che ascolto di più i miei lettori e gli scrivo direttamente cercando di rispondere alle loro domande e seguire i loro spunti. C’è dialogo far noi. Prima invece scrivevo per posizionare i miei articoli sui motori di ricerca e farli condividere sui blog. Ora sono i miei lettori che condividono i miei articoli con i loro amici.

Esempi di blog-newsletter

Fino a poco tempo fa era mia prassi fare il contrario. Che è poi quello che molti fanno, almeno dalle nostre parti: scrivere l’articolo, metterlo sul blog, promuoverlo sui social e infine mandarlo alla mailing list. Ha senso farlo se scrivi più di un articolo alla settimana, altrimenti — ho scoperto — ha più senso il contrario: scrivi un’email a chi ti segue con maggior interesse, e poi diffondi urbi et orbi.

Questa cosa l’ho appresa da persone come Paul Jarvis, li cui blog è mascherato dietro alla newsletter, e Brian Gardner, il cui nuovo progetto Autentik è presentato direttamente come una newsletter, ma in realtà non è altro che un blog. In questo modo, il blog diventa una vetrina per la newsletter, mentre l’attività di lettura vera e propria avviene all’interno dell’email.

Tutti i modi di usare la newsletter

Se raccogliere l’email del lettore diventa così molto più importante di monitorare le pagine viste o il bounce rate, è sul farne buon uso che si deve spostare l’attenzione del blogger.

Scrivere troppo spesso a chi ci legge, così come scrivere troppo raramente, rovina il rapporto. Come in ogni cosa, è necessario dosare le nostre attenzioni. Ci sono due modi di gestire la newsletter:

  • scrivere una volta alla settimana, raccogliendo tutto quello che si è pubblicato nel blog in una lista di articoli fra cui il lettore può scegliere cosa leggere e cosa ignorare;
  • scrivere un paio di volte alla settimana, inviando ogni nuovo articolo uscito;
  • scrivere una volta alla settimana una cosa speciale, che poi viene o non viene diffusa attraverso blog e social.

Io ho scelto quest’ultimo approccio per Vivere Intenzionalmente, ed è mia intenzione adottarlo anche per questo blog non appena avrò terminato la mia sfida di scrivere un post al giorno sul tema blogging per 30 giorni consecutivi (questo è il secondo).

Un nuovo paradigma

Questo tipo di approccio — un’email alla settimana con un contenuto inedito — è l’unico in cui il blogger è in grado di generare un valore diverso attraverso la propria newsletter. Ed è qui che si realizza quello che ho definito un nuovo paradigma di blogging: focalizzare la propria attenzione su chi davvero vuole leggerci, anziché venderci l’anima al diavolo per servire motori di ricerca e social network sperando che questi ci portino lettori interessati a quello che non abbiamo scritto in primis per loro.

In fondo, per convincere i nostri lettori a leggere le nostre email, non dobbiamo far altro che scrivere sempre cose interessanti e mandargliele sempre nello stesso momento, così da fidelizzarli. Poi, attraverso blog e social, possiamo mostrare queste cose agli altri per fare onboarding di nuovi lettori.

Scrivere

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.