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L'attenzione determina chi sei

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
3 minuti
L'attenzione determina chi sei

Ho imparato a definire vivere intenzionalmente l’attività di spendere le risorse finite che abbiamo – tempo, energia e attenzione – in quanto è allineato ai nostri valori e ideali, in modo da realizzare il nostro piano di vita. La gestione del tempo è spesso sopravvalutata, mentre quella dell’energia sottovaluta, e l’attenzione addirittura ignorata. Eppure, è questo elemento che più di ogni altro determina chi siamo e chi saremo perché è il motore della nostra mente. Perciò è necessario manutenerlo e prendersene cura. Vediamo come.

Il guaio è che spesso diamo per scontata la nostra abilità di controllare l’attenzione, e invece siamo diventati passivi nei confronti di essa. Pensiamo che alcune cose richiedano la nostra attenzione e altre no, finendo col prestare attenzione a tutto quanto ce la richieda, anziché indirizzarla verso ciò che riterremmo opportuno. È lo schema su cui si basano pubblicità, social network e notifiche, per esempio. Vediamo come riappropriarci di questa abilità fondamentale.

La costruzione del futuro

Pariamo dalla definizione di attenzione. Ecco come la spiega la Treccani:

Atto di rivolgere e applicare la mente a un oggetto; processo che permette di concentrare o d’indirizzare l’attività psichica su un determinato oggetto, sia di ordine sensoriale (a. sensoriale), sia di ordine rappresentativo (a. rappresentativa, interna, intellettuale)[…] Nel plurale, premure, cortesie […]

Attenzione deriva dal sostantivo femminile latino attentio -onis (attentionem) che a sua volta viene dal participio passato del verbo attendĕre, il cui significato è stendere o rivolgere la mente, l’animo, o le proprie cure a qualcosa o qualcuno, ma anche tendere verso, osservare, celebrare, venerare, dedicarsi a, e studiare.

Noi diciamo “porre attenzione” così come “prestare attenzione” per indicare tutto questo, ma sto imparando a non usare più la locuzione prestare attenzione per ovvi motivi.

Non prestare la tua attenzione: non te la rendono. L’attenzione, come il tempo e l’energia, si spende e basta.

Per dire “porre attenzione” gli anglosassoni usano la locuzione pay attention to, pagare attenzione a, e la trovo molto appropriata. Come il tempo e l’energia, l’attenzione è una moneta di scambio. Ci compri qualcosa, e quello che ci compri ti rimane in cambio della tua attenzione. Ogni volta che poni attenzione in modo persistente a un pensiero, una cosa o una persona, gli stai consentendo di mettere le radici dentro la tua testa e divenire parte della tua vita. E quello che pensi, quello che usi, e le persone di cui ti circondi concorrono nel determinare come ti senti, quello che fai e come conduci la tua vita.

Controllare l’attenzione

Dunque, il modo migliore per tenere salde le redini della nostra vita è smettere di darla via e imparare a gestire la nostra abilità di porre attenzione. Il primo passo in questa direzione è rappresentato dall’attivare un meccanismo di monitoraggio, sviluppando l’abitudine di domandarci a cosa stiamo dando attenzione. Inizialmente magari impostando un promemoria sul telefonino che ci chieda A cosa stai ponendo attenzione? A cosa stai pensando? magari una volta all’ora.

Successivamente, occorre imparare a indirizzare la nostra attenzione verso quello che vogliamo. Semplice a parole, un po’ meno nei fatti. Puoi cominciare disattivando tutte le notifiche, e proseguire imparando a dire di no a prescindere alle mille richieste di attenzione da parte delle cose che usi, e finire col dire “non ora” a tutte quelle richieste di amici, colleghi e partner che distolgono la tua attenzione da quello a cui ti stai dedicando. Rifiutando il multitasking che uccide e imparando a concentrarti su quello che fai.

Io ho imparato tutto questo attraverso la meditazione, che ridotta all’osso è un esercizio di attenzione.

Allenare l’attenzione

Quando meditiamo, iniziamo a concentrarci su una cosa, ci distraiamo, e torniamo a concentrarci. Più e più volte durante ogni seduta. Dopo un po’ che meditiamo, però impariamo a bloccare sul nascere i pensieri che si formano nella nostra mente, fino a che nessuno di essi è più in grado di attirare la nostra attenzione, e noi rimaniamo concentrati sullo stare concentrati. Per integrare i benefici della meditazione nella nostra vita bisogna imparare a fare questo esercizio con tutto quanto richiami la nostra attenzione. Così come nella meditazione, anche durante il resto della giornata hai la possibilità di porre attenzione a quello su cui ti stai concentrando e rifiutare le richieste esterne, lasciando che svaniscano come i pensieri rimasti senza udienza.

Determinare il futuro, un pensiero alla volta

Pensieri, emozioni, percezioni, memorie, amici, colleghi, famigliari, TV, iPhone, iPad, mail, pubblicità e ogni altra cosa dentro e attorno a noi effettua una costante richiesta della nostra attenzione per il suo semplice esserci. Monitorando quello a cui dai ascolto e indirizzando la tua attenzione verso quanto è connesso con i tuoi valori e ideali determini non solo il tuo presente di oggi, ma getti le basi per quello dei giorni a venire. Meditando regolarmente ho imparato diverse cose circa questa tema e per questo ho deciso di scrivere un libro per aiutare chi ha provato a meditare, ma si è fermato davanti alle difficoltà che essa propone, così come chi non ha mai meditato, a comprendere e apprendere questa pratica millenaria.

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.