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Breve guida per sopravvivere alle distrazioni

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
3 minuti
Breve guida per sopravvivere alle distrazioni

Sia che tu lavori in un bellissimo ufficio, sia che tu abbia uno studio organizzato e curato all’interno del tuo appartamento o in un coworking space, le distrazioni non mancano. E non vengono meno neppure se stai camminando per la strada, sorseggiando un caffè al bar, o godendoti una doccia calda a fine giornata. Il più delle volte si tratta del nostro smartphone, ma non sempre è così e qualche volta siamo persino noi stessi a distrarci apparentemente senza motivo. Il problema è che viviamo in una società della distrazione, circondati da schermi, cartelloni e notifiche che richiedono la nostra attenzione.

L’abilità di concentrarsi, di mantenere il focus su quello che è importante, è così divenuta un vantaggio competitivo. Questa però non richiede solo di combattere le distrazioni, ma anche e sopratutto di proteggere il nostro tempo, imparando a dire di no e sviluppando un ambiente che ci aiuti a concentrarci sulle nostre intenzioni. Questi sono due aspetti chiave che ho affrontato nel mio corso La sfida di vivere intenzionalmente.

Differenti tipi di distrazioni

Ci sono due tipi di distrazioni che siamo chiamati ad affrontare ogni giorno: sensoriali ed emozionali. Le prime ci arrivano dall’esterno, mentre le seconde, pur essendo indotte dall’esterno, si sviluppano al nostro interno. Queste sono le più pericolose, perché hanno a che fare con i nostri pensieri e richiedono un’azione interna, una devozione totale alla Disciplina e una forte motivazione.

In Focus: The Hidden Power of Excellence, Daniel Goleman spiega che le distrazioni interne sono quelle con cui è più difficile avere a che fare perché esse sono collegate a cose lasciate a metà e il nostro cervello non è programmato per lasciar perdere le cose rimaste in sospeso. In gergo scientifico, si chiama effetto Zeigarnik, e ci rende stramaledettamente complicata ogni cosa.

Possiamo combattere parzialmente questo tipo di distrazioni attraverso l’adozione di metodologia come la GTD sviluppata da David Allen. Il nocciolo della questione è che il semplice atto di doverci ricordare qualcosa distrae il nostro cervello da quello a cui si sta occupando. Solo scrivendoci tutto su un foglio, o dentro un’app, o in un bullet journal riusciamo a liberare spazio nella nostra mente, così da utilizzarla per quello che è stata progettata, ovvero pensare, riflettere, e risolvere problemi.

Sfortunatamente, la nostra mente è costruita per riconoscere modelli e schemi ed è attratta da tutto quanto non rientra in questi. Il fatto poi che siamo animali sociali ci rende estremamente curiosi di quello che fanno gli altri, e siccome da questi ci arriva la maggior parte delle distrazioni di cui siamo vittima, ecco che basta origliare mezza parola di una discussione per perdere il filo dei nostri pensieri. Ecco che se uno passa e ci domanda un minuto della nostra attenzione, gli diamo retta per un quarto d’ora e ci facciamo coinvolgere in discussioni su cui poi magari continuiamo a rimuginare nelle ore successive.

Evitare le distrazioni

Eliminare le distrazioni è impossibile, ma possiamo imparare a ignorarle semplicemente cambiando approccio.

Prendendo spunto da Davide Casali, lead designer di Automattic, la società dietro a WordPress, possiamo dividere in tre gruppi le notifiche che riceviamo ogni giorno:

  • Istantanee, in cui includere tutte quelle app o persone da cui vogliamo ricevere notifiche all’istante. Personalmente uso spesso l’iPhone in modalità non disturbare, nella quale sono ammesse solo le telefonate delle persone nella mia lista di preferiti.
  • Rilevanti, in cui includere tutte le notifiche che vogliamo siano disponibili quando abbiamo scelto di consultarle, ma da cui non vogliamo essere disturbati. Così, per esempio, io programmo di leggere l’email un paio di volte al giorno e utilizzo Boomerang per bloccare l’arrivo delle email in altri momenti della giornata. Quando lavoro – tendo a farlo sfruttando la tecnica pomodoro – e ho necessità di aprire l’email, con questo piccolo trucco non mi faccio distrarre dai nuovi messaggi, evitando così che cose urgenti prevalgano su quelle importanti. Lo stesso approccio lo utilizzo con i social network. E per quanto riguarda i messaggi, ho disabilitato la notifica sonora, perché meno prendo in mano l’iPhone me lo uso, e meno lo uso più ho tempo da dedicare a ciò che è nel mio interesse.
  • spazzatura, in cui includere tutto quello che non sta nelle altre liste, come per esempio le telefonate dei call center (Truecaller ti amo!), quelli che ti fermano per strada per rifilarti qualcosa, o che ti contattato esclusivamente a propri vantaggio.

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.