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Cosa succede se scrivi un post al giorno per 30 giorni

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
2 minuti
Cosa succede se scrivi un post al giorno per 30 giorni

Fra settembre e ottobre mi sono cimentato in una sfida: scrivere ogni giorno un articolo per raccontare quello che ho imparato circa il blogging scrivendo e gestendo blog su Wired, Huffington Post, Blogosfere, Leonardo e Medium, e curando oltre al mio sito personale due blog, Comunità Digitali e Vivere Intenzionalmente. Che ho imparato durante questa blogging challenge? Di seguito i miei appunti.

1. Le idee non ti mancano mai

A volte fai fatica a metterle insieme, questo sì, ma le idee non ti mancano mai. Se e solo se, però, hai strutturato la tua attività per tenere traccia di quello che ti passa per la mente. Per la sfida ho utilizzato insieme un piccolo taccuino, che mi sono tenuto nella tasca della giacca e sul tavolo sempre, e Ulysses, la mia app per scrivere, che oltre a scrivere mi consente di collezionare note e spunti.

2. Se non sei sistematico, non scrivi mai

Ogni articolo che ho scritto è nato la sera prima. A volte, il giorno prima. Ho deciso prima, fra tutte le idee che avevo, quello di cui avrei voluto scrivere, e l’ho scritto il giorno dopo subito appena alzato, dopo aver praticato i miei riti tibetani e la mia sessione mattutina di meditazione. Non potendo pianificare il processo di scrittura per pubblicare un articolo alla settimana, come faccio di solito per Vivere Intenzionalmente, ho affrontato la pagina bianca così:

  • titolo
  • outline
  • bozza
  • editing
  • rilettura
  • rilettura di Siri
  • titolo, descrizione e foto
  • pubblicazione
  • condivisione sui social.

Ci sono voluti mediamente 50 minuti ad articolo. Alcuni articoli però hanno richiesto molto più tempo.

3. Google gradisce

Il traffico del mio sito è incrementato esponenzialmente. Il numero di visitatori è cresciuto del 50 per cento, mentre quello delle pagine viste del 30 per cento.

4. I lettori gradiscono

Nei 30 giorni della sfida ho registrato 47 nuovi iscritti alla mia mailing list. Poco più di 1,5 per ogni articolo pubblicato, che ho condiviso una sola volta sui miei social. Ora ho un po’ di social marketing da fare per aggiungere nuovi iscritti, se voglio. Ci devo pensare.

5. Ma devi filtrare

Quando ho iniziato questa challenge, ho anche rivisto l’onboarding di questa lista e chiesto a tutti i suoi iscritti di indicare le proprie preferenze. Se non l’hai fatto, fallo ora così ti mando solo cose a cui sei interessato. Non profilare i propri lettori è infatti un errore madornale, perché solo profilandoli riesci a mandare loro quello a cui sono interessati.

6. Tenere il ritmo

La cosa più difficile di tenere un blog è scrivere con regolarità. Mettere in piedi una sfida del genere mi ha aiutato a trovarla. In questo, mi è stato utile impostare la sfida su Beeminder, un’app che ti punisce (economicamente) se non raggiungi i tuoi obiettivi. Anche se il mio era un test, e non avevo puntato neppure un euro contro il mio insuccesso, è stato sufficiente sapere che se non avessi pubblicato un articolo al giorno avrei deragliato per centrare l’obiettivo della sfida. E i loro reminder sono serviti a tenermi sul pezzo.

7. Chi legge e chi no

Ci sono persone che hanno letto tutti gli articoli pubblicati e mi hanno sostenuto durante tutta la sfida. Altre che hanno letto qualche articolo sì e qualcun altro no. Se avessi mandato un articolo al giorno alla mia mailing list, l’avrei ulteriormente profilata, e fatto molto più traffico, ma avrei annoiato parecchie persone che si sarebbero cancellate.

Scrivere

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.