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Flash forward

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
4 minuti
Flash forward

Scegliere è questione di strategia. Per dire consapevolmente sì a un qualcosa devi accettare di dire no ad altro. Per questo ogni scelta è difficile e richiede energie mentali e tempo. Due cose che sono a nostra disposizione in quantità limitate e soggette agli abusi di famigliari, amici e colleghi di lavoro. Per rendere più semplici e più efficaci le mie scelte ho elaborato una strategia che chiamerò “Flash Forward”.

Flash Forward è un concetto che è entrato nella mia vita quando ascoltavo Vasco Rossi con le musicassette. C’era quel bottone lì con FF che se lo schiacciavi potevi mandare mandare avanti il nastro fino alla canzone che volevi. E potevi fare la stessa cosa con le videocassette, per vedere come andava a finire una storia.

Ogni decisione che assumiamo ha un impatto sul presente e sul futuro. Il modo più semplice di affrontare ogni scelta è quindi domandarsi che impatto essa avrà sulla nostra vita. E per farlo occorre mandare avanti la cassetta.

Il tempo di ragionare

Leggendo Essentialism di Greig McKeown ho imparato che c’è un tempo apparentemente sprecato, ma il cui valore è invece immenso: il tempo della ricerca e dell’analisi. Il tempo di pensare. Interrogarsi allo sfinimento su pro e contro di una cosa è l’unico modo per valutarne gli impatti sulla nostra vita ed essere sicuri di impiegare il nostro tempo solo ed esclusivamente nelle attività che sono allineate con i nostri valori.

E però… Da Marco Trombetti, fondatore del venture capital Pi Campus, con cui collaboro, ho imparato che il costo del tempo speso nel valutare tutti gli aspetti di un’attività è spesso tempo sprecato. D’oh!

Se applicassimo alle nostre elucubrazioni mentali il principio di Pareto, ci renderemmo infatti conto che grossomodo il 20 per cento del tempo speso nel riflettere sulle scelte da compiere determina le scelte stesse. Il resto del tempo è speso a valutare dettagli irrilevanti per l’assunzione della decisione finale. È la stessa logica del minimalismo esistenziale. Già, ma come fare per conoscere a priori cosa determina le nostre scelte?

L’illogica logica con cui decidiamo

La maggior parte delle decisioni che prendiamo sono dettate dalle nostre emozioni. Sono i perché che determinano le nostre scelte, supportati dal come e dal cosa di cui si occupa la parte razionale di noi. Non compriamo un computer, un vestito o un libro in base allo stile, al taglio o ai tessuti, ma perché ci piace o ne abbiamo bisogno, come spiega Simon Sinek in Start with why . Per questo è necessario ogni tanto riconnetterci con i nostri perché. Questo però non basta per prendere le decisioni giuste. Per riuscirci, occorre guardare in avanti.

Viaggiare nel tempo

Guardare avanti richiede immaginazione e sforzo mentale per costruire un futuro possibile sulla base di ipotetiche azioni compiute nel qui e ora. Difficile, senza una sfera di cristallo. È molto più facile il contrario: guardarsi alle spalle. Solo così riesci a unire i puntini e capire in che modo le cose che sono successe nella tua vita ti hanno portato dove ti trovi ora, come ha spiegato Steve Jobs nel suo discorso all’università di Stanford circa il dilemma “seguire le passioni o trovare un lavoro”. Il trucco è farlo partendo da un punto più in là.

Nella saga di Ritorno al futuro, Marty McFly e lo scienziato Emmett “Doc” Brow, viaggiano nel tempo cambiando alcuni eventi con conseguenti ripercussioni sul presente — e sul futuro — in cui vivono. Da loro possiamo apprendere la strategia per affrontare le decisioni più difficili da assumere: andare nel futuro per sapere cosa aggiustare nel passato, che poi sarebbe questo presente qui in cui dobbiamo tornare per prendere le decisioni giuste.

Aggiustato alla nostra reale esperienza, questo significa partire dalla fine. Dal nostro funerale. Chi c’è e chi non c’è? Qualcuno dei presenti fa riferimento in qualche modo alla decisione che abbiamo assunto quel giorno là che non sapevamo che pesci pigliare o non se ne parla?

Ok, proviamo a tornare un po’ indietro. Una decina di anni prima della nostra morte. La decisione che abbiamo preso influenza ancora la nostra vita? Qui non dobbiamo commettere l’errore di non prendere in considerazione tutte le implicazioni possibili. La decisione di campare scrivendo può portarmi a vivere dei miei scritti o a elemosinare allo stato i soldi per la pensione 1, ma sono questi i fattori che determinano la mia felicità? No, io sono felice quando scrivo e quando con la mia scrittura posso aiutare gli altri. Quando le persone mi ringraziano per l’impatto che i miei articoli o il miocorso hanno avuto sulla propria vita, trovo nel mio presente i segnali che le decisioni assunte in passato stanno aggiungendo valore alla mia vita, anche se ancora non l’hanno cambiata e anche se forse il mio progetto di campare leggendo e scrivendo non si concretizzerà mai.

Torniamo indietro ancora un po’. E ancora un po’. E continuiamo a tornare indietro fino a domani. Questo progetto di lavoro per cui devo decidere se sacrificare la cena con mia moglie e mia figlia mi porterà al licenziamento o sarà solo una gran rottura di scatole? Sul letto di morte rimpiangerò di non aver cenato con mia moglie o di non aver completato il progetto? E se mi ci ritrovassi domattina, sul letto di morte?

Il rischio di scegliere

Alle volte queste domande implicano assumersi dei rischi e non c’è il tempo di porsele tutte. Flash Forward si chiama flash perché va fatto in velocità e perché non ti consente di vedere le cose in chiaro, però ti dà un’idea di quello che succederà nel futuro. Flash back invece ti chiarisce perché una cosa è successa e che relazione c’è con le decisioni che hai assunto in un dato momento e come e perché sei arrivato dove ti trovi ora.

Scegliere è rischioso, ma vale la pena correre il rischio di #vivereintenzionalmente. Click to Tweet

Oggi prima di prendere una scelta io procedo così:

  1. Mi chiedo se avrà un impatto sul mio futuro. Se non ce l’avrà, non ci perdo tempo.
  2. Mi chiedo se il costo del tempo speso per prendere la decisione giusta sia maggiore di quello che mi costerebbe aver preso la decisione sbagliata. Se lo è, e se posso rimediare alla decisione sbagliata spendendo meno del tempo di quello che avrei speso per prendere la decisione giusta, scelgo d’istinto senza starci a pensare. Altrimenti, ci devo pensare.
  3. Se le scelte da prendere impattano sul mio futuro ed è necessario che ci rifletta bene, definisco una quantità di tempo equa per prendere la decisione e mi faccio flash forward prima e flash back successivamente per capire che scelta assumere. Poi scelgo secondo le emozioni che questi viaggi nel tempo mi hanno offerto.

  1. Che poi tanto non mi darà. 

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.