Il registro delle idee
Ogni giorno la nostra mente elabora fra i 50 e i 70 mila pensieri. Di questi, sai quante sono idee? No, neppure io, ma occhio e croce ho almeno una dozzina di idee nuove ogni giorno.
Alcune sono stupide, altre buone, ma non tanto originali; alcune fichissime, ma irrealizzabili; e altre sarebbero in grado di dare una svolta alla mia vita, se adeguatamente elaborate nel tempo.
Il problema è che tutte queste idee combattono per una ridotta parte della mia attenzione e solo alcune – non sempre le migliori – riescono a catturarla.
Ogni idea merita di essere salvata
Salvare un’idea può significare cambiare la storia. Almeno quella piccola parte che ti appartiene. Ogni idea infatti può rivelarsi un cigno nero, ma non è detto che ti si presenti nel momento in cui puoi comprenderne la natura.
Il cigno nero è un evento inatteso che cambia tutto. Il concetto è stato elaborato da Nassim Taleb, broker capace di fare la propria fortuna nei periodi di crollo delle borse.
Prima che noi europei giungessimo in Australia, il cigno nero non esisteva. Tutti i cigni erano bianchi. Quando l’uomo si trovò per la prima volta di fronte a un animale dalle penne nere simile a un cigno, non volle credere che si trattasse per l’appunto di un cigno. Perché qualunque cigno al mondo era bianco – figurarsi – e quindi dava per scontato che l’essere bianco fosse una caratteristica peculiare del cigno. Poi gli scienziati aprirono e studiarono questo animale, e infine realizzato che sì, era proprio un cigno. Nero, però. E così qualcosa che non era mai stato, e che si pensavano non potesse essere, in realtà fu.
Il miglior esempio di cigno nero sono le torri gemelle. In sé e per sé l’evento era prevedibile1, ma così altamente improbabile che non valeva la pena prenderlo in considerazione. Sappiamo poi com’è andata a finire.
Il peso delle idee
Le idee sono eccitanti. Ognuna di esse stimola la produzione di sostanze chimiche che istigano il tuo cervello all’azione.
Quando ero giovane2, mi alzavo nel cuore della notte per scrivere poesie, storie, articoli o iniziare a lavorare a nuovi progetti per i quali avevo appena avuto un’intuizione. Sapevo che se non avessi “salvato” quelle idee sarebbero andate perse.
L’aspetto negativo della faccenda era svegliarsi il mattino appresso con la sensazione che no, non ne era valsa la pena. Spesso rileggendo quanto avevo appuntato lo cestinavo. Non sempre, però: alcune volte ringraziavo di essermi precipitato nottetempo a fermare quelle idee.
Alcune delle più belle poesie che ho scritto sono nate così. Alcune delle idee migliori che ho avuto le ho braccate catapultandomi alla scrivania nel cuore della notte.
La tua mente è come la RAM di un computer: quando è piena deve essere svuotata per continuare a lavorare. Così le idee che non hai salvato vanno perse.
Idee buone e idee cattive
Nel 2012 Paul Graham, fondatore del più importante acceleratore di startup al mondo, definì il suo Y Combinator una “fattoria di cigni neri”. Dopo un’analisi dei propri investimenti, Graham si rese conto che la maggior parte dei ritorni era stata generata da poche startup. Alcune delle quali, per di più, all’inizio erano sembrate pessime idee.
A Peter Thiel, co-founder di PayPal e oggi investitore, dobbiamo il diagramma qui sopra, che definisce le tipologie di idee:
- idee che sembrano cattive e sono in effetti cattive;
- idee che sembrano buone e sono davvero buone;
- idee che sembrano cattive e invece sono buone.
Ne deriviamo che, anche se un’idea appare cattiva, può sempre valere la pena lavorarci. O comunque, salvarla e metterla da parte.
Perché ogni idea ha valore
Ci sono svariati motivi per tenersi stretta qualsiasi idea che ti passi per la mente. Questi quelli che ritengo piu importanti:
- un’idea può nascere prematura, ma oggi abbiamo tutti gli strumenti per farla crescere e maturare come un’idea arrivata al momento giusto;
- alcune idee da sole non valgono nulla, ma le associazioni di idee generano spesso qualcosa di importante e, viceversa, un’idea può essere inutile quando le manca un pezzo contenuto in un’altra idea;
- se riletta in contesti differenti, un’idea che appariva fuffa può trasformarsi in una soluzione adeguata a un problema diverso da quello che l’aveva partorita.
Come gestire le idee
Il modo migliore per salvare le idee è renderle utilizzabili. Per farlo, devi organizzarle in modo da ritrovarle alla bisogna. Ossia, taggarle all’interno di uno swipe file, o tenere un diario esclusivo per esse, con un indice sempre aggiornato3.
Lo swipe file è una specie di registro delle idee aggregate in un documento di testo che puoi gestire da qualsiasi app4. Più che un file si tratta di un vero e proprio metodo, che puoi applicare anche usando app come Drafts o Evernote.
Lo swipe file va letto e riletto per verificare se le idee avute in precedenza possano tornare buone oggi. Ti consiglio di ricorrerci ogni volta che dai inizio a un nuovo progetto. Se riesci a trasformarlo in una lettura quotidiana, ne trarrai di certo notevoli benefici.
Se già usi un sistema di task management, come Omnifocus, Things o altro, puoi utilizzare un tag o un contesto per tenere traccia delle tue idee in maniera trasversale.
Persino app per il journaling come Day One si prestano più che bene a questa pratica: anche qui, basta registrare ogni nota con il tag relativo, oppure creare un giornale di idee. Il vantaggio di usare Day One per questo tipo di attività è che l’app ti riproporrà ogni giorno alcune delle idee che hai registrato nel passato attraverso un widget di iOS.
Non focalizzarti però sulle app. Carta e penna possono essere più che sufficienti e, anzi, considera che questi due strumenti facilitano la riflessione. Quindi prova anche questa soluzione.
In questo caso però hai bisogno di un vero e proprio diario. Va bene anche un semplice quaderno. Per organizzarlo ti consiglio di prendere spunto dal Bullet Journal di Ryder Carroll.
Il mio approccio è un mix di questi strumenti. Per questo blog utilizzo Drafts per raccogliere spunti e riflessioni, e poi li esporto in un gruppo Idee in Ulysses. Per salvare idee per i miei post utilizzo Omnifocus, in prima istanza, mentre prediligo il mio bullet journal per organizzare il day by day. Day One lo uso come diario di bordo per riflettere sulla gestione dell’intero progetto.
Questo approccio deriva da tre motivi:
- spesso quando mi viene in mente un’idea non ho a disposizione il mio diario;
- nel riportare le idee su carta queste maturano;
- essere in grado di navigare fra le idee in ogni momento e in ogni luogo, e poterlo fare con qualsiasi dispositivo, per me è fondamentale.
Sviluppare la creatività
Il tuo cervello è in funzione 24 ore al giorno 7 giorni su 7. Eppure tu non gli dai retta che per poche ore al giorno. Le centinaia di idee che esso produce nella maggior parte dei casi vanno perse perché non ne tieni traccia e non le organizzi.
Così facendo, diminuisci la tua creatività e la tua capacità di problem solving, perché anziché ragionare su ogni singola idea – sì, scriverla da qualche parte è una prima forma di valutazione e approfondimento dell’idea stessa – ti ostini a soffocare il tuo genio.
Mi urge notare che oggi con una buona idea – e con una spesa relativamente contenuta – potresti metterti in proprio, con i benefici che questo comporta per la gestione della tua vita, come hanno fatto le persone di cui trovi le storie in 100$ startup di Chris Gillebeau.
- Alcuni sostengono che fosse addirittura stato previsto. ↩
- Qualche volta a dire il vero lo faccio ancora, anche se mi limito a prendere in mano l’iPhone e appuntarmi l’idea per non svegliare mia moglie. ↩
- Anche in questo caso però l’uso dei tag sarà molto utile. ↩
- In quest’ultimo caso sfruttare il formato Taskpaper può essere una buona idea, anche se su iOS non ci sono ancora applicazioni davvero valide per gestire questi file. ↩
Crescita personale e life hack
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