Salta al contenuto

3 regole per riuscirci

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
4 minuti
3 regole per riuscirci

Ogni volta che decidiamo di intraprendere una strada diventiamo deboli. Perché scegliere costa fatica, richiede disciplina, e ogni scelta ha un trade off. Perché tempo, attenzione, ed energia sono risorse con budget limitato. Come garantirci un ritorno sull’investimento che compiamo quando scegliamo di destinare queste risorse a un nuovo progetto, una buona abitudine, o una persona?

Dopo averci riflettuto, e studiato parecchio, sono giunto alla conclusione che per tenere le nostre azioni allineate con le nostre intenzioni occorre seguire tre regole:

  1. Mai zero
  2. Niente scuse
  3. Fare, non bene.

Regola #1: Mai Zero

Quando ero piccolo frequentavo i boy scout (mi ci hanno buttato fuori due volte, ma questa è un’altra storia). Quelle che comunemente chiamiamo gite, loro le chiamano hike. Che significa più o meno: ti devi caricare in spalla uno zaino più grande di te, che includa tutto quello di cui avrai bisogno per mangiare, dormire (compresa la tenda), lavarti e sopravvivere, perché dove andrai non è detto che ci sia quello di cui hai bisogno, anche se sarà un posto bellissimo. Anzi, di solito ti ci mandano apposta in posti dove quelle cose lì non ci sono. La caratteristica unica di questi hike è che a un certo punto della gita, quando inizi a essere stanco, alzi lo sguardo e realizzi che sei ancora a fondo valle, mentre la tua meta è situata dietro all’ultimo traliccio della luce in cima alla montagna. L’alternativa è accendere un fuoco in mezzo al bosco e rinunciare a completare la missione. In quel momento la squadriglia, il team con cui sei in marcia, si riorganizza per fare in modo che tutti continuino a camminare, e non lasciare nessuno indietro. Questo è possibile solo mettendo il più lento davanti. Non importa quando arrivi, ma arrivare. Tutti e insieme.

C’è un solo modo di intraprendere una strada e arrivare fino in fondo: partire, anche a piedi scalzi, e continuare ad avanzare, senza mai arrendersi. Mai zero significa che per nessuna ragione al mondo è ammissibile che un giorno intero trascorra senza compiere un movimento verso la meta. Quando inizi un nuovo progetto, o vuoi radicare una nuova abitudine, o cambiare qualcosa nella tua vita, devi adottare questa regola: ogni giorno devi fare qualcosa, mai zero. Ogni giorno devi compiere un passo verso la meta, anche se si tratta di un passo così piccolo che ti sembra inutile, l’unica cosa che conta davvero è non fermarsi mai. Perché quando ti fermi, perdi l’inerzia e ripartire costa molta più fatica che continuare ad avanzare.

Regola #2: Niente scuse

Una volta ho intervistato un atleta italiano squalificato per doping alle Olimpiadi. Mi disse questa cosa che non ho mai dimenticato: “Tutti abbiamo un prezzo. Chi più chi meno. Quando arrivano a offrirti quel prezzo, ti vendi”.

Siamo tutti bravi a programmare le cose, ma la parte difficile è tenere fede ai nostri programmi. Perché meditare tutte le mattine non è difficile, difficile è farlo a qualunque costo. Senza se e senza ma. Poi, succede che non si possa fare, e ok in quel caso uno come si comporta? Come abbiamo visto, l’unico modo di continuare ad avanzare verso il proprio obiettivo è farlo senza fermarsi. A qualunque costo. Anche a costo di meditare in macchina o in metropolitana, che non sarà la stessa cosa, ma è quello che fa la differenza fra praticare e non farlo.

Il problema è che quando decidiamo qualcosa di solito definiamo anche delle condizioni alle quali i nostri piani cambieranno. Ecco, se davvero vogliamo raggiungere l’obiettivo, quello che dobbiamo fare è definire dei piani B per continuare a seguire le nostre intenzioni senza se e senza ma. Anche se, e anche ma. Non in tutti i casi, tranne se o tranne ma. Occorre avere un piano B e un piano C e un piano D e così via in caso che A, B, C e così via non funzioni.

Regola #3: Fare, non bene

Fare bene le cose è nemico di fare le cose. Quante volte infatti ci incartiamo su un dettaglio e non arriviamo alla fine perché una cosa non è fatta bene o una determinata condizione non raggiunta? Le startup realizzano i propri progetti sulla base di una metodologia chiamata lean e che viene identificata con la parola MVP, minimum viable product. L’MVP è il prodotto che con il minimo sforzo e il minimo rischio consente di verificare se un progetto sia realizzabile. Questo significa fare: fare è agire, fare bene è rifinire, ma non c’è bene senza fare, ed è per questo che fare è il nostro MVP.

Sul fatto che fare bene sia sempre preferibile a fare non ci sono dubbi, ma non fare è sempre peggio di fare bene, e fare sempre meglio di non fare. Quindi, per realizzare un progetto, radicare un’abitudine, cambiare davvero qualcosa, l’unica cosa da fare è fare, e per questo concentrarsi su fare bene è dannoso. Mi perdonerai dunque qualche refuso qui e là, e anzi se hai piacere di segnalarmelo te ne sarò grato.

Conclusioni

Una volta pensavo ci fosse un solo modo di fare, ovvero fare bene. Col tempo ho scoperto che rinunciare a fare per fare solo bene alla fine è controproducente. Come nel caso dell’intelligenza emotiva, il trucco è imparare a bilanciare le cose, o meglio creare armonia fra di esse. E questo è possibile solo quando hai imparato a definire i vuoi valori e scrivere la tua lista dei no.

Per realizzare un progetto, radicare una nuova abitudine, o semplicemente trasformare in azioni le proprie intenzioni, è necessario impararle a fare, senza scuse, e non fermarsi a nessuna condizione, anzi definire le condizioni critiche in cui agire diversamente per continuare a fare.

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.