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Questa è l'unica strada che ti porta al successo

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
6 minuti

L’unica strategia per il successo è definirlo a priori, il successo. Altrimenti la tua vita rimarrà un continuo fare fare fare senza obiettivi. Mi rendo conto che non è semplice, ma con un po’ di pratica riuscirai a capire cos’è davvero importante per te e come arrivarci. Io ci sto lavorando da parecchio tempo e non ho ancora finito il mio disegno. Non è facile, richiede applicazione e duttilità perché gli obiettivi possono cambiare nel corso degli anni e in effetti cambiano. Rendere esplicito cos’è importante è relativamente semplice, ma capire quali sono le tue priorità e come organizzarti per raggiungere i tuoi obiettivi richiede dedizione. Anche e soprattutto perché implica imparare a dire di no.

La preparazione

Prima ancora di definire i tuoi obiettivi devi metterti nelle condizioni di poterli riconoscere. Estraniarti dal mondo quel tanto che serve perché il tuo Sé si focalizzi sul tuo Io, per usare una metafora indiana. È necessario che tu sia in grado di percepire la tua esistenza a livello di coscienza e di essere. Solo scindendo i due fattori sarai in grado di determinare il tuo percorso. Devi riuscire a razionalizzare quello che stai facendo nella tua vita, cominciando a mettere in fila i puntini. Come sei arrivato alla tua posizione attuale? Da dove sei partito? Quante volte e perché hai compiuto delle svolte e quante volte ti sei limitato a cogliere delle occasioni? Hai scelto di essere quello che sei o lo sei diventato per caso?

Coltiva le tua passioni, non venderle per un lavoro

Nella mia vita ho cambiato attività tre volte: sono passato dal lavorare come giornalista freelance a scrivere per un quotidiano, sono tornato a fare il freelance e ora lavoro anche come consulente di comunicazione. Non ho sempre scelto io, anche se la direzione che sono riuscito a tenere è sempre stata in linea con i miei obiettivi.

Mi piace scrivere e amo il calcio: farà il giornalista sportivo mi dissi quando si trattò di scegliere l’università. Mi ero sbagliato e non poco. Perché per cercare di “lavorare” in un settore che mi piacesse mi sono poi ritrovato a sacrificare le mie passioni al lavoro. Quello che ho imparato è che le proprie passioni vanno alimentate in maniera autonoma. È così che dopo aver lavorato come giornalista freelance prima e dipendente poi ho finalmente iniziato a scrivere per i fatti miei. Il peggio che mi è capitato? Seguire le partite di calcio per lavoro, perché questo ha tolto alla mia esperienza di sportivo il piacere di seguire il match. A posteriori, posso dirti che se avessi iniziato ad affidare i miei pensieri sul tema a un blog personale oggi probabilmente sarei pagato per continuare a farlo. Non è presunzione, visto che poi mi hanno retribuito per qualcosa di non troppo diverso. Se avessi coltivato una mia passione senza offrirla in cambio per uno stipendio sarei stato pagato non per compiere un lavoro, ma per continuare a seguire la mia passione.

Meditare un piano d’azione

Tutto questo ti è chiaro solo quando definisci a priori il tuo successo. Mi piace riprendere una formula proposta da David Allen in Getting Things Done e applicarla ancora di più a questo scopo. Ti dico quello che sto facendo io ora e che secondo me anche tu dovresti fare. Scindi la tua coscienza, che osserva, dal tuo essere, che fa le cose. Ora immagina di paracadutarti nella tua vita dall’alto di un aeroplano scendendo lentamente.

  • A 50.000 vedi te stesso nel mondo: qual è il ruolo che occupi? E invece, dove avresti voluto essere? Come vuoi essere percepito dagli altri? Cosa vuoi che dicano al tuo funerale? Cosa vuoi che si ricordi la gente di te?
  • A 40.000 piedi devi capire quali sono le operazioni da compiere per spostare il tuo Io da dove si trova e farlo arrivare là dove lo vorresti vedere al fischio finale.
  • A 30.000 piedi vedi tutto da più vicino e sei in grado di cominciare a pianificare, individuando gli step da percorrere per raggiungere alla meta. Ti sarà più facile farlo se avrai provato a connettere i puntini prima, chiarendoti come ti sei ritrovato dove sei ora.
  • A 20.000 piedi cominci a perdere la visione d’insieme, ma se te la sei chiarita prima ora puoi concentrarti sul pezzo di strada che stai facendo, progettando il tragitto da seguire per arrivare al prossimo punto, che può essere distante dai cinque ai dieci anni.
  • A 10.000 piedi si tratta di definire meglio il tratto che devi macinare nei prossimi anni, quello che hai davanti a te.
  • Una volta che atterri non puoi fare altro che concentrarti sui passi che stai facendo, visto che quelli da compiere oramai ti dovrebbero essere chiari.

Due strade per raggiungere la visione d’insieme

In base alla mia esperienza, ci sono almeno due modi che funzionano per definire la strada da percorrere. Sono la meditazione e il journaling.

La meditazione

Con meditazione non intendo una pratica ascetica per raggiungere lo stato supremo, ma l’atto del continuo pensare esclusivamente a quello che vuoi raggiungere. Individuando soprattutto le cose a cui dire no per arrivare alla meta. Esattamente come nella meditazione tradizionale il focus sul tuo respiro ti riporta alla concentrazione, così nella tua vita devi trovare il punto fermo a cui tornare quando altri pensieri ti distraggono. Il tuo core business, se vuoi. Un esercizio facile e però molto molto utile è cominciare con l’elenco delle cose inutili che fai ogni giorno. Tutte le volte che accendi la TV per vedere quello che c’è per esempio stai solo sprecando il tuo tempo, perché non hai deciso di vedere una qualche trasmissione per un tuo interesse personale, ma la tua unica decisione è stata quella di spegnere il cervello.

Puoi meditare in diverse maniere. Due strumenti che trovo molto funzionali sono:

  • Calm.com, app per la meditazione che ti aiuta a concentrarti su te stesso un problema alla volta. Quando sei concentrato puoi cominciare a ragionare sulla strada che stai facendo. Il trucco è tenersi aggrappati al respiro come strumento per ritornare al nostro pensiero quando la mente tenta di divagare. Partire da una forma di meditazione ti aiuta sotto due aspetti: innanzitutto ti consente di trovare il tempo per pensare, rilassandoti, e in secondo luogo ti permette di individuare uno spazio-tempo specifico per le tue riflessioni.
  • Correre, camminare o fare comunque esercizio fisico, meglio se all’aperto. La maggior parte delle attività sportive infatti si basa sul concetto di abitudine, articolato in innesco, lavoro effettuato con il pilota automatico e premio. Quando corri il tuo cervello ordina al tuo corpo di compiere un certo tipo di operazioni in sequenza, senza che tu ti debba preoccupare di pensarle. In quel momento la sua parte creativa prende il controllo. Decidi il problema a cui devi trovare soluzione o la domanda a cui vuoi rispondere e mettiti a correre. L’ho provato più volte e per me questo è oramai divenuto uno strumento essenziale per pianificare le mie attività.

Il journaling

In italiano si direbbe “tenere un diario”, ma traducendo il termine mi pare di perdere l’aspetto più profondo di questa operazione. Costringendoti a dare forma ai tuoi pensieri ti ritroverai ad aver maggiormente a che fare con loro, ad analizzarli nel profondo e a metterli a nudo. Scrivere stimola la parte creativa del tuo cervello in maniera più o meno inconscia. Rileggere quello che hai scritto ti aiuta a comprendere meglio il tuo approccio a un determinato tema, così da rielaborarlo e approfondirlo. Inoltre scrivere ha altri benefici che ho elencato nel post sui motivi per tenere un blog.

Una guida pratica

Mi sento di suggerirti questo, tanto per cominciare. Si comincia di lunedì. Ci vuole una settimana.

  • Appena sveglio esci per una passeggiata o corsa di almeno mezz’ora. L’obiettivo di questa attività è definire i sei livelli di approfondimento di cui ti ho scritto prima. Quindi osservare la tua vita da 50.000 piedi di altezza fino ad arrivare al suolo.
  • Durante la giornata trova dieci minuti per meditare utilizzando Calm.com. Si tratta di un esercizio fisico che ti aiuterà a concentrarti su te stesso. Non tralasciare questa parte. Se la prendi come abitudine diverrà estremamente utile. Puoi pianificare la tua attività in modo da farlo la sera, prima del journaling.
  • Alla sera prenditi mezz’ora per scrivere quello che hai pensato durante la corsa e la meditazione. Scrivi senza preoccuparti della forma e di quello che scrivi. Scrivi liberamente, lo stai facendo per te e per nessun altro.

Il settimo giorno riposati. Ti renderai conto che queste attività ti sono mancate e tornerai con piacere a farle. Domenica è il giorno dedicato alla rilettura di quello che hai scritto. Ancora una volta, non preoccuparti della forma né di altro. Leggi per informarti sui tuoi pensieri. Prendi appunti, se ti viene in mente qualche accorgimento da compiere. Saranno un ottimo punto di partenza per le tue prossime corse, meditazioni e scritture.

Se riesci a farlo per una settimana, condividi qui sotto le tue impressioni in modo che altri possano trarre spunto.

Ti segnalo anche un post che è figlio di alcune riflessioni fatte correndo e meditando: “L’equazione temporale del successo”.

Life Hacking

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.