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Svegliarsi per vivere

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
4 minuti
Svegliarsi per vivere

Fino a pochi mesi fa ero una di quelle persone che prima di alzarsi dal letto devono pigiare tre o quattro volte il bottone snooze della sveglia. Sono riuscito a cambiare questa cattiva abitudine con poca fatica, ma solo attraverso un radicale cambiamento di prospettiva. Inoltre, anticipando la sveglia dalle 8 alle 6,30, sono riuscito a trovare il tempo di introdurre nella mia vita dei rituali mattutini di cui ora non saprei come fare a meno.

Come alzarsi dal letto senza fatica

Ho iniziato ad anticipare la sveglia per trovare il tempo di scrivere. Farlo alla sera, stanco della giornata trascorsa, era un peso. Soprattutto, capitava spesso qualcosa che mi impediva di finire un post o il capitolo del libro che sto scrivendo. Un giorno ho così deciso di spostare queste attività al mattino. Con la precedenza su qualunque altra cosa. Per dare un senso alla giornata prima che questa entri nel vivo. E per facilitarmi la sveglia.

La maledizione dello snooze

Cliccare sullo snooze per rimandare la sveglia ho scoperto che era pura follia. È come firmare una dichiarazione del tipo La mia vita non val la pena di essere vissuta e quindi me ne resto a letto. Non avevo questo tipo di percezione, ma ricordo chiaramente di averla avuta quando ho sofferto di depressione. Avere spostato i miei hobby al mattino ha significato eliminare questa cattiva abitune.

Abitudini e motivazioni

Per cambiare questo tipo di atteggiamento devi stare attento a due fattori. Da un lato, al concetto stesso di abitudine. Dall’altro, alle tue motivazioni.

Partiamo dalla sera. Andare a letto pianificando quello che vuoi fare, e non ciò che devi fare, quando ti alzerai innesca nel tuo cervello due tipi di operazioni. La prima è l’elaborazione notturna di idee e pensieri più o meno connessi con l’attività programmata. Magari informazioni raccolte durante il o i giorni precedenti e mai processate o collegate fra di loro. Non te ne renderai conto, ma quando ti sveglierai il tuo cervello già conterrà possibili soluzioni ai problemi che hai programmato di affrontare e te le offrirà quando necessario. Quello che noterai, alla lunga, è un’accresciuta produttività e una capacità di fare di più e meglio nelle prime ore del mattino. Misto a una creatività ritrovata.

La preparazione di cui sopra non è però sufficiente. Devi riuscire a cambiare l’abitudine che ti porta al risveglio, cominciando a studiarla e comprenderla.

Un’abitudine è una sequenza di tre situazioni diverse, come spiega Charles Duhigg in The Power of Habit, di cui puoi leggere il riassunto su Blinkist:

  • innesco: ossia quella fase in cui circostanze interne o esterne ci inducono a iniziare un processo specifico;
  • svolgimento: la sequenza di azioni che ci ritroviamo a compiere senza viverle in modo pienamente cosciente, ma per così dire viaggiando con il pilota automatico;
  • premio: ogni volta che il nostro organismo risolve un problema generato da determinate condizioni senza il bisogno dell’intervento attivo del nostro cervello, questo si preoccupa di fornire una gratificazione al corpo.

Svegliarsi è un’abitudine. Senti un suono, percepisci che è il momento di alzarsi dal letto e ti alzi per fare quello che hai programmato.

Per me questa abitudine era diventata: sento la sveglia, guardo l’ora, schiaccio snooze e mi rimetto a dormire fino alla prossima sveglia. Ero così arrivato a programmare regolarmente almeno quattro sveglie, per essere sicuro di alzarmi.

Nel primo caso il premio è rappresentato dal fatto di iniziare qualcosa. Se devi partire per le vacanze o andare da qualche parte, probabilmente non indugi a letto. Se però ti devi alzare per andare a lavorare, allora è facile che la tua abitudine subisca una metamorfosi. In questo secondo caso, il premio è rimettersi a dormire.

Così però stai praticamente dicendo al tuo cervello che non vale la pena di alzarsi, come spiega bene questo post di Johanne Schwensen su Page19. Spostando invece al mattino presto i miei hobby sono invece riuscito a risolvere il problema. Quando sento il suono della sveglia, tutto il mio corpo sa che è giunto il momento di dedicarsi alle mie attività preferite.

Un cambio di prospettiva

Intendiamoci, ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace un sacco, ma appunto si tratta di un lavoro. Vuoi o non vuoi, il lavoro è sempre un dovere. E il mio è inoltre un’attività così intensa che raramente riesco a trovare tempo libero durante la giornata. Quel poco di energie rimaste alla sera però le voglio dedicare alla mia famiglia. La scelta di coltivare i miei hobby al mattino ha avuto un impatto radicale sulla mia capacità di svegliarmi e di vivere meglio la mia vita e le mie passioni. In termini di produttività, la percezione di aver dato un senso alla mia giornata facendo qualcosa per me, ancora prima che questa giornata sia iniziata, è cruciale per mantenere un umore positivo durante tutto il resto del giorno. E un umore positivo ha un’incidenza non indifferente sull’approccio a ogni cosa che faccio.

I rituali del mattino

Nota a margine: ho scoperto che la sveglia anticipata è uno dei rituali delle persone creative. La mia esperienza in questo campo non si è così conclusa con l’alzarmi un po’ prima tutte le mattine per fare qualcosa per me. È proseguita con la costruzione del mio rituale del mattino, di cui ti parlerò nel prossimo post. Iscriviti alla mia newsletter per essere sicuro di non perderti questo e la collezione di link che condivido nel fine settimana.

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.