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Una strategia per la vita

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
5 minuti
Una strategia per la vita

Un paio di settimane fa, ho assistito a una presentazione di Jamshid Alamuti sui fondamenti della leadership. Jamshid è CEO di Pi School, e precedente direttore della Berlin School for creative leadership. Nella sua presentazione c’era un passaggio molto interessante su come si costruisce una strategia per diventare leader di mercato. Penso che essa possa essere applicata anche nelle nostre vite. Dunque, ho deciso di riportarti gli appunti che ho preso e reinterpretato per adattarli alla bisogna, vale a dire come diventare leader della propria vita.

Mi piace questa idea: che in questa società della distrazione non siamo più noi a guidare la nostra vita, e per farlo dobbiamo diventare noi il leader — quello che guida.

Un doppio tipo di valore

Per ogni attività a cui ci dedichiamo, esistono due tipi di valore:

  • il valore che creiamo per gli altri
  • il valore che catturiamo per noi stessi.

Il grafico nella foto seguente indica il processo di costruzione del valore per un’azienda che passa dal mondo dei sogni, in cui è di fatto monopolista — in cui può fare quello che vuole che tanto la gente compra da lei — al mondo reale, affronta l’incubo del mercato e infine diventa leader dello stesso.

Vediamo che succede se al posto di un’azienda ci mettiamo noi stessi.

Il mondo dei sogni

Quando immaginiamo la nostra vita, di solito pensiamo al valore che ne possiamo ottenere noi, e raramente ci preoccupiamo di quello che ne trarranno gli altri. D’altra parte, è il nostro sogno. Io volevo diventare un scrittore perché mi piace scrivere, mica perché voglio che i miei scritti rappresentino un qualche valore per gli altri.

Nel mondo dei sogni ci possiamo rimanere quanto vogliamo, ma il mondo dei sogni ha una caratteristica peculiare: le aziende che si trovano qui ci sono state messe per un qualche motivo, di solito da parte dello stato. Sono monopoliste che non hanno alcun interesse a generare valore per gli altri. Di conseguenza, se la godono fino a che non succede qualcosa di imprevisto.

L’inferno

Quando arriva la concorrenza, i monopolisti soffrono, perché non se l’aspettavano, e non sono pronti a gestire il mercato in una condizione in cui i propri clienti hanno un’alternativa. È quello che ci accade quando dal mondo dei sogni transitiamo nella realtà in cui le cose sono maledettamente più difficili, ci vuole più tempo, gli altri tradiscono la nostra fiducia, e tutto quello che non avevamo previsto accade regolarmente, impedendoci di vivere secondo le nostre intenzioni e realizzare i progetti che avevamo definito.

Nell’Inferno in cui ci siamo ritrovati, il valore che riusciamo a generare per noi è poca cosa, e il valore che siamo in grado di generare per gli altri non è mai stato così basso. Le due cose sono correlate per il semplice fatto che tanto più siamo felici noi, tanto più siamo in grado di influenzare lo stato d’animo degli altri e renderli felici con i nostri sorrisi e le nostre azioni. La felicità è contagiosa, e il vantaggio della felicità è che possiamo sempre trovarla dentro di noi.

L’incubo

Nella vita di un’azienda, il periodo più difficile è la fase iniziale. Quella di startup. Le startup sono aziende che generano valore per gli altri, e ne trattengono per se stesse poco o nulla. Perché quando devi crescere, qualunque ricavo viene subito reinvestito, i founder si danno dei miseri stipendi e su tutto quanto si può risparmiare si risparmia. Ogni risorsa disponibile è destinata a far crescere l’azienda.

Per uscire dall’inferno occorre cominciare a generare valore per gli altri. È una lezione importante che ho imparato scrivendo i miei blog e leggendo quelli degli altri. Solo una volta che siamo in grado di generare valore per gli altri, siamo autorizzati a chiedere agli altri di “pagare” in qualche modo per il nostro tempo così da generare un qualche valore per noi. Solo che fra quell’Inferno e questo Paradiso c’è di mezzo l’Incubo nel quale generiamo valore per gli altri e non portiamo a casa nulla per noi, all’infuori del piacere di vedere gli altri godere del valore che noi abbiamo generato per loro.

Quando scrivo “pagare”, non intendo realmente versare del denaro sul mio conto PayPal (ma se ci tieni, puoi sempre farlo ;)). Paghiamo con il nostro tempo, con le nostre attenzioni, con i nostri sentimenti. È quando siamo in grado di donarci totalmente agli altri per il solo bene che essi ne possono trarre che generiamo il massimo del valore, e siamo quindi desiderabili dagli altri più della concorrenza.

Paradiso

A volte, quando sono un po’ triste o semplicemente scazzato — perdona il francesismo — fatico persino a giocare con mia figlia. In quei momenti succede che lei, così all’improvviso, senza autorizzazione, mi cerchi con lo sguardo, e mi sorrida. O mi indichi il posto vicino a lei e dica “Papà vieni qui”. E io allora cambio umore, e sono felice, e facciamo casino fino a quanto è possibile e oltre, con mia moglie che mi prende in giro per come mi sciolgo davanti ai sorrisi della bimba.

Il Paradiso è dove c’è valore per tutti, dove tutti stanno bene e dove tutti ambiamo ad arrivare. Nel Paradiso generiamo valore per gli altri senza chiedere nulla in cambio, e in cambio otteniamo un enorme valore per noi.

Quando ci dimentichiamo di generare valore per gli altri, torniamo nel mondo dei sogni, dove stiamo bene solo fino a quando non siamo chiamati ad affrontare la realtà.

Mia figlia non saprebbe spiegartelo così, ma come ogni bambino si preoccupa della felicità dei propri genitori più di quanto noi genitori a volte non ci preoccupiamo della felicità loro, o dei nostri partner.

La fregatura

Il guaio è che non possiamo andare dal mondo dei sogni al Paradiso. L’unica strada percorribile è quella che passa dal confronto con la realtà. Affrontare gli incubi che stanno davanti a noi.

E, manco a dirlo, restare in Paradiso è la cosa più difficile, perché dobbiamo essere in grado di generare valore per gli altri trattenendo allo stesso tempo un certo valore per noi.

Per restare in Paradiso occorre una strategia. Bisogna dimenticare il nostro spirito, e la nostra visione delle cose, e dobbiamo concentrarci sul generare valore per tutti. Come abbiamo visto, l’unica via per generare valore per tutti è generare valore per gli altri.

Quanto trovi il ritmo prima o poi in Paradiso ci arrivi. Poi capita che sbagli, cadi, e per ritornare dov’eri devi rifare tutto il giro. Da capo.

L’importante è saperlo. Quello che capita nella vita di tutti i giorni è che non appena arriviamo in Paradiso ci dimentichiamo quanta fatica ci è costato arrivarci e ci prendiamo solo il bene che c’è per noi. Questa però è la strada per tornare all’Inferno.

La mia strategia

Dopo aver riflettuto parecchio su questo approccio al business, e averlo trasformato in un possibile approccio alla mia vita, mi sono chiesto come implementare questa cosa nella vita di tutti i giorni. Come?

L’unica risposta che sono stato in grado di darmi è, ancora una volta, chiedermi a fine giornata in che modo io sia stato in grado di generare valore per gli altri e in che modo il giorno successivo io possa farlo ancora. E davanti a una persona che mi parla, domandarmi come posso aiutarla.

Quando domandi a una persona “Come posso aiutarti?”, ella ti chiarisce dove sta il valore per lei, e tu hai una chance di generare quel valore. Ora, sapendo che generando valore per lei alla fine avrai del valore da trattenere per te stesso, trasformare questo tipo di approccio in un’abitudine mi pare che sia la strategia migliore per essere leader della propria vita.

Dunque, tenendo conto di quello che faccio, come posso aiutarti? 😉

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.