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Perché il Tai Chi

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
2 minuti
Perché il Tai Chi

Ho iniziato a studiare il Tai Chi, più propriamente Taijiquan, un’arte marziale cinese che consiste nella definizione di cambiamenti appropriati in risposta a forze esterne, accettando e adattandosi all’attacco anziché rispondere con una forza opposta, ed è basata su meditazione, movimento e respirazione. Mi sembrava perfetto per affrontare la situazione contingente.

Questa pratica si ispira al ciclo Yin-Yang, alternando immobilità e movimento, ed è costruita attorno al principio di adattabilità. Le origini sono incerte e leggendarie: viene dalla Cina, codificato nel XIII secolo, ma affonda le proprie radici nel VI secolo. Nel 1956 il Comitato per lo Sport della Repubblica Popolare Cinese ha riunito e semplificato le diverse pratiche dando vita alla Forma 24 semplificata e questa è oggi per tanti il punto di partenza per studiare la disciplina.

Ho deciso di avvicinarmi a questa pratica per due motivi:

  • la sua correlazione con il Qi, l’energia vitale, e il Qi Gong, una pratica correlata alla medicina tradizionale cinese;
  • le proprietà preventive e curative che le riconosce la scienza, in particolare quella cinese, che in patria l’equipara all’agopuntura.

Nel dettaglio, durante la pratica il cervello ordina movimenti lenti e coordinati. Questi generano impulsi che dalla corteccia motoria vanno agli arti e ritornano al cervello sotto forma di percezioni e sensazioni. Sulle ricadute positive per corpo e mente di questa pratica ci sono svariati studi, e fra i benefici che essa procura sono annoverati miglior equilibrio, riduzione del rischio di cadute, rinforzamento del sistema cardiovascolare, riduzione della probabilità di un attacco di cuore, e benefici per tutti coloro che soffrono di malattie come sclerosi multipla, Parkinson, Alzheimer, e fibromialgia. Appartenendo all’ultima categoria, mi sono detto: perché no?

Il problema è che il Taiji andrebbe imparato da un maestro. Yang Chengfu, uno dei massimi esperti e divulgatori della disciplina, sostenne che il Taiji è facile da apprendere e difficile da correggere. Sono attualmente alla ricerca di un maestro (in caso tu lo fossi, fammelo sapere!), ma intanto ho iniziato a studiare la Forma 24. Su YouTube ci sono tanti video e in particolare quelli del maestro Correa mi sembrano validi. Pace se poi farò più fatica a correggermi.

Sul tema del Qi, della forza (di Star Wars) e della pace (di Gesù Cristo) ho pubblicato un breve ebook gratuito qualche mese fa: Vibrare ad alta frequenza: connettersi con l’energia vitale e lasciarsi guidare da essa.

PS: Com’è nata questa cosa? La scorsa settimana ti ho raccontato di un programma per una serie di webinar (non tenuti da me) a cui stavo lavorando. Il primo era su quello che innesca il cambiamento, accettazione e reazione. L’autore ci ha suggerito di fare due liste: una per le cose che ci mancano, in questo momento; e una per quelle che avremmo sempre voluto fare. Magari adesso abbiamo più tempo per dedicarci a queste ultime, o magari ce lo avremo successivamente eliminando quelle cose che non ci mancano. E questo va nell’ottica di vivere ora e preparare il dopo, che sembra essere il modo migliore di trascorrere la propria quarantena.

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.