Journaling

Un vero giornale di bordo, via Wikipedia.

Ho sempre pensato che tenere un diario fosse una cosa da ragazzine, fino a quando non ho iniziato a scrivere un giornale di bordo. Oggi considero il journaling uno dei life hack più interessanti che conosca, e dopo avertelo proposto come esperimento sono qui a spiegarti, nel dettaglio, di che si tratti, e come e perché dovresti assolutamente tenere un giornale di bordo (che già così fa meno ragazzina, no?).

Tecnicamente, un giornale di bordo è uno spazio, fisico e mentale, in cui annotare quanto occorso durante la giornata, insieme a note utili alla comprensione dei fatti e alla prosecuzione della navigazione. Un diario è un momento della giornata in cui decidi di fermarti e fare il punto. Si tratta di pochi minuti in cui sei totalmente disconnesso dal resto del mondo e profondamente connesso con te stesso. Tenere un diario ti forza a trovare il tempo di pensare a quanto è successo per imparare dagli errori commessi e dare forma ai tuoi progetti. Ti aiuta a comprendere te stesso, perché certe cose fino a che non le metti nero su bianco restano delle ipotesi, mente quando le devi certificare ti senti costretto a indagarle, compiere delle ricerche per corredare le tue affermazioni, e rifletterci sopra. Qui ritengo doveroso aprire una parentesi sul funzionalmente del nostro cervello.

Come funziona il cervello

Dunque, ogni volta che dici o pensi qualcosa, non stai davvero formulando un pensiero, lo stai solo rendendo esplicito in una forma verbale. Poco importa se ti limiti a pensare le parole o le pronunci proprio. Se però te lo tenessi per te, quel pensiero non prenderebbe mai forma, e sarebbe quasi come non avercelo (a parte il fatto che ti rimane nella testa da qualche parte). Allo stesso modo, quando scrivi è come se connettessi a ritroso i puntini, spiegando perché e per come sei arrivato dove sei. Nel dare forma alla storia che hai scritta in testa, sei costretto a ragionarci su, a porti delle domande, e a trarre delle conclusioni. E tutto questo pensare, questo riflettere sulle cose successe e su quelle che vorresti far accadere, ti porta a una conoscenza di te molto più profonda, a vederti un po’ da fuori e ti aiuta a pianificare quello che vuoi nella tua vita. Un po’ come se, all’improvviso, non fossi più tu che vivi, ma un altro, e tu fossi solo quello che ne sta scrivendo la storia, e allora – visto che puoi – vuoi scriverla come ti pare a te. E mano a mano che la scrivi, che pensi a cosa dovresti fare perché davvero la tua vita assomigli a quella che hai scritto, presto ti ritrovi a viverla. Cioè insomma, tenendo un diario ti dici le cose da fare e una volta che le hai elencate ti senti costretto a farle.

Un diario è soprattutto uno spazio dove pensare. In Myths of Writing, lo psicologo del linguaggio Frank Smith scrive:

I pensieri sono creati nell’atto della scrittura. [È un mito che] si debba avere qualcosa da dire per essere in grado di scrivere. La realtà è che spesso hai bisogno di scrivere per avere qualcosa da dire. I pensieri si formano con la scrittura, e la scrittura non potrebbe mai esistere se fosse posposta fino a che non siamo soddisfatti di avere qualcosa da dire. […] L’affermazione di scrivere prima, e poi vedere quali sono le cose che avevi da dire si applica a tutte le forme di linguaggio scritto, alle lettere… come ai diari.

Frank Smith, Myths of Writing

Ahimè, oggi siamo sempre connessi e questo spesso ci preclude la possibilità di interrogarci su quello che siamo e vogliamo fare. Ogni volta che ti viene in mente una domanda, è così facile andare su internet a trovare la risposta, e poi da lì perdersi nel web, che quasi quasi essere disconnessi è un vantaggio. Cercando su Internet, infatti, nella migliore delle ipotesi ti ritrovi con la risposta di un altro. Che non sai neppure se sia giusta o sbagliata, ma è sufficiente avercela per smettere di pensarci su.

Cos’è un diario

Ora, journaling di per sé indica solo la periodicità della registrazione di fatti e opinioni, ma, come anticipato negli articoli precedenti sul tema, il modo più appropriato per chiamare il nostro diario a mio parere è giornale di bordo (o diario di bordo). Ecco cosa dice Wikipedia Italia circa il giornale di bordo :

Alla stregua del diario di viaggio, il diario di bordo ha da sempre aiutato esploratori di ogni specie ad appuntare le varie fasi delle proprie imprese. Si riferisce nel particolare a viaggi effettuati su imbarcazioni e che riportano quanto accade a bordo della stessa.

Wikipedia Italia

Dice un po’ poco, e quindi proviamo a risalire all’originale inglese, logbook, che letteralmente sarebbe il libro di bordo.

Un registro (registri di una nave o semplicemente registro) è una raccolta di eventi importanti nella gestione, nel funzionamento e nella navigazione di una nave. È essenziale per la navigazione tradizionale e deve essere compilato almeno quotidianamente.
Il termine originariamente si riferiva a un libro per la registrazione delle letture dal registro dello strumento che stimava la velocità di una nave attraverso l’acqua. Il registro odierno della nave è cresciuto fino a contenere molti altri tipi di informazioni, ed è una raccolta di dati operativi relativi a una nave o un sottomarino, come le condizioni meteorologiche, gli orari degli eventi di routine e gli incidenti significativi, il complemento dell’equipaggio o i porti a cui sono stati attraccati e quando.

Wikipedia English

E questo è esattamente il contrario di quello che un giornale di bordo ci spinge a fare, ovvero pensare! Dunque, come definirei io il giornale di bordo?

Un libro in cui registrare gli eventi salienti della mia vita insieme a riflessioni utili a comprenderli, gestirli e pianificarli.

Cosa scrivere nel giornale di bordo

Immagine di Mediamodifier da Pixabay

Ora che ti stai chiedendo se questo faccia per te o meno, ti confesso che iniziare a scrivere un diario non è così semplice. Al di là di trovare il tempo per farlo – ma davvero basta almeno un minuto al giorno – il problema che tutti sembrano avere quando iniziano un diario è: ma che ci scrivo dentro?

Come abbiamo visto, di base un giornale è la raccolta dei fatti occorsi durante la giornata. Siccome però nella vita di tutti i giorni ci succedono così tante cose che ci sembra non sia successo nulla, allora improvvisamente quando dobbiamo fare il resoconto della giornata ci sentiamo vuoti. Ecco che ci viene in soccorso il 5 minute journal. Questo si articola fondamentalmente in due sessioni da cinque minuti:

  • una al mattino, durante la quale indicare:
    • tre cose di cui siamo grati;
    • tre cose che faremo durante la giornata per darle un senso;
    • affermare un qualcosa che vogliamo sia parte della nostra vita così da aiutarci a realizzarlo;
  • una alla sera, durante la quale:
    • indicare tre cose grandiose occorse durante la giornata
    • indicare come sarebbero potute andare meglio le cose.

In maniera ancora più semplice, possiamo pensare di pianificare al mattino la giornata scrivendo nel diario quello che vogliamo fare, e rivedere quanto successo alla sera partendo dagli appunti presi la mattina e scrivendo delle note che ci aiuteranno il mattino successivo a pianificare la giornata. E questo esercizio è estremamente utile anche nel lavoro per tracciare la rotta che vuoi seguire.

Questo tipo di esercizio può essere svolto anche per sessioni temporali più ampie, come la settimana, il mese o l’anno. Ed è in questa direzione che va il mio planner per un anno memorabile. E sempre in questa direzione si sviluppa l’idea del piano di vita.

Tipi di diario possibile

Al di là del giornale di bordo come te l’ho presentato io, esistono altri tipi di diario che vanno grosso modo nella stessa direzione, ma sono un po’ meno fatti e un po’ più analisi. In questo caso non fai il giornalista della tua vita, ma l’editorialista.

Nel tuo diario puoi scriverci riflessioni estemporanee, pianificare la tua crescita personale, o ancora delineare progetti personali. Un’altra cosa molto utile è tenere un giornale su come sta andando un tuo progetto. Per esempio:

  • Giornale della dieta
  • Giornale del giardinaggio
  • Giornale dei sogni
  • Giornale di viaggio
  • Giornale di una passione
  • Giornale dei libri letti
  • Giornale dell’allenamento

A parte citerei il diario della gratitudine.

Come iniziare a scrivere

Anche quando sappiamo tutte queste cose, scrivere un diario non è mai semplice, perché quando ti trovi lì davanti al foglio bianco è capace che tu ti faccia prendere dal blocco dello scrittore. Onde evitarlo, è utile avere da parte delle domande a cui rispondere, o degli spunti su cui riflettere.

A mio personale parere, ogni pagina di diario dovrebbe iniziare con una domanda, perché farsi una domanda apre le porte a tante riflessioni. Nel mio libro suggerisco delle domande leggermente modificate rispetto a quelle del 5 minute journal.

Quando scrivere

L’ultimo problema che rimane è quando scrivere. A ore prestabilite è sicuramente la risposta migliore. Meglio, come parte del rituale del mattino e della sera.

Come tenere un giornale di bordo quando non hai il tempo e la voglia per farlo

Lo scoglio più grosso da superare, per chiunque inizi a tenere un diario, è trovare il tempo per scriverci dentro. Durante il mio esperimento sul journaling, mi ha colpito come alcune persone abbiamo risposto alla mia richiesta di feedback con due o tre paragrafi in cui argomentavano la loro impossibilità di trovare il tempo per farlo. Dialogando con queste persone, sono arrivato a stilare delle regole per chi volesse iniziare un giornale di bordo, ma si trova in difficoltà:

  1. Scrivi tutti i giorni, o anche ogni tanto;
  2. Scrivi per almeno un minuto;
  3. Se non hai nulla da scrivere, scrivi delle domande che ti potresti fare, e il giorno dopo rispondi;
  4. Se non hai delle domande da porti, e non sai cosa scrivere, rispondi a una delle domande che trovi nel mio esperimento;
  5. Scrivi almeno una frase, o almeno una parola.

La cosa più importante, è trovare ogni giorno anche solo un minuto per decodificare la realtà in cui viviamo e pianificare i prossimi passi.