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I numeri davvero importanti per un blog

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
6 minuti

Negli ultimi giorni due lettori mi hanno scritto per ringraziarmi di avergli presentato InnovAction Lab. Questo mi ha innescato una riflessione: quali sono i numeri del mio blog che devo davvero prendere in considerazione? Mi sono reso conto che sto monitorando quelli sbagliati. Quando scrivi, ciò che conta non sono i numeri del manuale del pro blogger, ma i post di cui sei orgoglioso e la community che riesci a creare.

Per questo motivo ho deciso di disinstallare tre app che richiamavano ogni giorno la mia attenzione: Squarespace Metrics, Google Analytics e Mailchimp. Con queste finora controllavo quotidianamente l’andamento del blog. Ora ho deciso di impostare un modo tutto nuovo per misurare il valore di quello che scrivo. Perché il segreto del successo è definirlo a priori.

I numeri che conta(va)no

Ci sono tutta una serie di numeri collegati all’andamento del blog e che chiunque avvii questo tipo di attività si ritrova a monitorare regolarmente.

1. Il Traffico

C’è qualcuno che mi legge? Questa è una domanda che si pone chiunque inizi a tenere un blog. Siccome subito dopo aver avviato le pubblicazioni ti ritrovi a portela, questa domanda, spesso finisci con lo scrivere sul tema del giorno o su argomenti che vanno forte su Google, per soddisfare il tuo desiderio di essere letto. Dimenticandoti che chi ti legge, se ti legge, lo fa perché è interessato a sapere come la pensi tu. Pubblicare un post sul tema del giorno non è un’arte, ma un modo di far dettare ad altri la tua agenda. Lo può fare chiunque: è davvero ciò che vuoi scrivere tu?

Il traffico generato da un blog è comunque un indicatore importante. Prima che un progetto singolo senza marketing alle spalle prenda piede ci vuole almeno un anno di lavoro e in questo lasso di tempo affidarsi a qualcosa che su Google sia più facilmente “trovabile” può anche avere senso farlo. In modo da farsi conoscere. Almeno, così la pensavo. E mi sbagliavo. Perché sì, questo può funzionare per attirare traffico e farti “scoprire” da altre persone, ma è molto più utile e funzionale scrivere qualcosa che resti impresso in chi lo legge e che lo stimoli alla condivisione.

2. I follower

Il numero di follower che hai conta più perché con loro puoi creare una community che perché gli puoi spammare i tuoi post. Non rimuoverò Twitter dal mio iPhone, ma smetterò di controllare regolarmente quanti mi seguono e di cercare di capire se quello che ho scritto ha inciso sulla crescita di questo numero.

Avrai notato che ho rimosso da qualche mese la sidebar con i link ai miei social, rimasti solo nella pagina contatti. Se vuoi seguirmi ti offro tre strade: Twitter, gli RSS e la newsletter.

3. Gli share

Il problema dello share è uno di quelli che ho risolto da tempo, rimuovendo il numero di condivisioni che ogni post ha avuto. Ammetto che sono tentato ciclicamente di rimetterlo. Gli articoli più letti avrebbero così più credibilità e verrebbero condivisi solo perché altri li hanno già condivisi. Magari senza essere letti, ma in base al titolo. Sembra assurdo, ma molta gente ragiona così. E io rischierei di farmi condizionare da ciò. Quindi, meglio senza: se un post ti piace, sei libero di condividerlo o meno, senza forzature. Se mi piace, sono libero di tornare sul tema.

4 I post più letti

Ogni pro blogger che si rispetti conosce l’importanza di individuare i post più letti, riprendere quei temi e magari raccoglierli in un ebook da offrire come incentivo per iscriversi alla newsletter. Può avere senso a posteriori, ma se lo utilizzi come principio per definire il tema da affrontare, allora ti stai tirando la mazza sui piedi. Perché hai lasciato la penna ai tuoi lettori. Scrivere un ebook un post alla volta, senza basarsi sugli articoli più letti, è invece tutt’altra faccenda.

5. Gli iscritti alla newsletter

I numeri della newsletter li ho sempre considerati importanti per “vendere la credibilità” del blog. E lo sono, accidenti se lo sono! Monitorare i risultati della newsletter mi è utile a capire i temi che appassionano i miei lettori. Ancora una volta però continuando a farlo rischio di ricascare nel peccato originale: la gente non si iscrive alla mia newsletter perché ci metto dentro quello che vogliono loro, ma perché trova che io scriva post interessanti.

6. Gli iscritti ai feed RSS

Allo stesso modo, monitorare il numeri di iscritti ai miei feed RSS è solo una stupida gratificazione del mio ego. Certo, queste sono le persone che più ci tengono a leggere il mio blog, insieme a quelli che scelgono di ricevere i post via email. Che mi dice però questo numero? Scriverei diversamente se mi leggessero una, dieci, cento, mille o diecimila persone? No, non cambierei il mio modo di scrivere, quindi quale altro valore hanno questi numeri? Nessuno.

Perché scriviamo? E per chi lo facciamo?

Sono queste le domande fondamentali a cui ogni blogger dovrebbe rispondere prima ancora di iniziare a modificare il proprio hello world. A meno che tu non lo faccia per lavoro, o solo esclusivamente perché vuoi guadagnarci dei soldi, il motivo per cui scrivi è che ti piace. Certo, anche io penso a monetizzare il blog, e ogni tanto mi ci metto. Il mio obiettivo è che si ripaghi almeno da solo e che io possa continuare a scrivere ciò che mi va. Ho in mente di mettere un bottone per sovvenzionare la mia attività perché, avrai notato, di pubblicità qui non c’è nemmeno l’ombra. Ogni tanto, quando acquisto un prodotto che mi soddisfa, pubblico la recensione e la linko ad Amazon, così se ti interessa e poi lo compri, io ci prendo una piccolissima percentuale. Tu però lo sai perché tutte le mie affiliazioni sono dichiarate.

Al di là del piacere personale, il motivo per cui scriviamo un blog è anche comunicare con altre persone. Perché Twitter ci va stretto e Facebook è solo un ricettacolo di idiozie. Se però guardi agli altri come a dei numeri, come puoi pensare di instaurare un rapporto con loro?

Ego, stramaledetto ego!

C’è sempre anche una componente egoistica nello scrivere. Quando hai un blog sei un po’ il padrone dell’universo. Del tuo, piccolo, microcosmo fatto di storie e interazioni con gli altri. È evidente che la visibilità è un elemento chiave dell’attività di qualunque blogger, che altrimenti scriverebbe un diario personale. A determinarla è la qualità di ciò che scrivi, anche se il tuo sito può registrare un sacco di traffico perché sei sempre sul pezzo. Sono però i post interessanti a essere più condivisi e a instaurare un rapporto di fedeltà con il lettore.

I numeri che fanno la qualità

Per questi motivi dunque niente più check dei numeri. Via le app dall’iPhone. Mi riservo solo di controllare mensilmente i numeri per aggiornare la pagina sponsorship, uno dei modi in cui ho intenzione di monetizzare. Cosa controllerò quindi d’ora in poi?

I post che hai scritto

Se hai iniziato a tenere un blog, gli unici numeri da monitorare sono i tuoi. I post che hai scritto, innanzitutto. Perché se hai deciso di scrivere, è quello che scrivi che conta. E quello che scrivi migliora solo scrivendolo. Più scrivi, meglio scrivi. Anche se scrivere è solo uno strumento secondario per raggiungere un altro obiettivo, comunque sarà sempre il numero di post che alla fine farà la differenza.

Ciò che conta è la costanza con cui ti dedichi al tuo progetto. Stabilisci quanti articoli vuoi pubblicare ogni settimana e rispetta il tuo piano. Anche solo fosse un post, decidi il giorno di pubblicazione e come e quando lavorare al tuo post. Fallo sapere a chi ti legge e tienili aggiornati sui motivi delle tue scelte.

La tua tribù

Gli altri numeri che contano sono quelli della tua comunità. Delle persone che riesci ad aggregare introno al blog. La necessità di creare una “tribù” di follower è descritta bene da Jeff Goins in un post intitolato Every Writer Needs a Tribe. I passi per costruire una community sono piuttosto semplici e non richiedono di contare alcunché.

Ecco come procedere per creare una tribù:

  1. controllare chi condivide su Twitter e gli altri social i tuoi post e followarlo. Aiuta impostare la condivisione dei tuoi post in modo tale che esca la citazione in automatico;
  2. controllare chi sono i più assidui lettori della tua newsletter;
  3. matchare i risultati delle due operazioni di cui sopra e aumentare l’interazione con questi aficionados.

Ecco sì, forse questo è il solo e unico numero che conta: quante persone fanno parte della tua tribù. O meglio, quali persone fanno parte della tua comunità. Già, perché, come ho scritto sopra, il focus deve essere non sui numeri, ma sulla qualità. E, certo, se ti occupi di qualità alla lunga gli altri numeri arriveranno.

Best of

Ci sono poi i post di cui sei orgoglioso e che puoi inserire in una pagina best of o suggerire ai tuoi lettori quando si iscrivono alla tua newsletter. Quanti sono? Questo, sì, è un numero che conta! I miei post preferiti li ho raccolti proprio in una pagina best of e non è stato facile selezionarli. Alla fine ho deciso di togliere tutte le recensioni e tutti gli articoli che parlano di app.

Per approfondire

Se ti sei avvicinato da poco al mondo del blogging, ti consiglio di leggere questi altri miei post:

Scrivere

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.