Firefox è (quasi) tornato
Una volta Firefox vs Chrome era un classico, ma negli ultimi anni è diventata una partita che non valeva più la pena di giocare, tanto il browser di Mozilla era caduto in basso. Ora finalmente questo ha rialzato la testa e si è rimesso a giocare seriamente. Non è ancora in grado di vincere la sfida, ma sotto alcuni aspetti è ora preferibile a Chrome. Sto usando Firefox 30 beta da qualche settimana, dopo aver avuto un ritorno di fiamma con l’uscita di Firefox 29. Ecco come mi sono trovato e quali vantaggi offre dal punto di vista della produttività.
Bello da vedere, ma non troppo
Il cambiamento più radicale è stato quello grafico. Premetto che uso Firefox su Mac e che sono del tipo che anche l’occhio vuole la sua parte. Un software deve anche essere bello da usare. Il restyling subito da Firefox l’ha fatto diventare molto molto simile a Chrome e questo non mi piace. Mi garba però il design di Chrome e Firefox è riuscito a migliorarlo sotto alcuni aspetti, come per esempio le tab arrotondate, con evidenziata quella in uso. Peccato che la “x” per chiudere le tab senza doverci cliccare sopra sparisca quando le schede aperte diventano più di otto. Peccato ancora peggiore è non integrare i bottoni del Mac, così che tutti i bottoni sono squadrati e risultano non integrati con il sistema.
Personalizzazione estrema
Sto apprezzando molto la possibilità di personalizzare il browser. Con Firefox infatti ora puoi rimodulare il menu a tuo piacimento. Puoi anche spostare gli add-on sulla barra dei segnalibri. Ho trovato particolarmente utile spostarci il bottone per accedere ai gruppi di tab. Questa è una funzione che Chrome non ha: con Firefox puoi raggruppare le tab a tuo piacimento. Io per esempio ho iniziato a raggrupparle per progetti, così che quando passo da uno all’altro me le ritrovo tutte lì, aperte. Non mi pare che la cosa incida sull’uso della RAM da parte del browser, o se lo fa lo fa in maniera non così rilevante: Firefox infatti ricarica le pagine solo quando ci clicchi sopra. In generale però devo ammettere che è davvero avido di memoria e questa non è una questione da poco, se hai un Mac con 4GB di RAM. Non che Chrome sia molto meglio, d’altra parte.
Un’altra funzione molto utile è il bottone per inviare un link per mail, che ho messo sulla barra degli indirizzi. Queste due cose in Chrome richiedono l’installazione di add-on, e ovviamente ogni componente aggiuntivo incide un pochino sulla velocità del browser. Last but not least, sempre parlando di personalizzazione, mi piace avere il bottone per aprire pagine in incognito, perché si tratta di una cosa che faccio spesso per verificare il posizionamento di quello che ho scritto senza che i risultati della query su Google siano modificati dal mio essere loggato.
Add-on
I componenti aggiuntivi sono sempre stati il non plus ultra di Firefox. Non so dire se lo siano ancora, ma quelli che usavo su Chrome (1Password, Buffer, iReader e Ad Block), li ho ritrovati perfettamente funzionanti o quasi. Buffer infatti per qualche strano motivo produce due volte la stessa icona e non posso rimuovere quella che sta alla destra del menu. Poco male, anche se mi dà fastidio. Ad Block l’ho sostituito con Ad Block Plus, ancora più funzionale, però colpevole in alcuni casi di rallentare la navigazione (la risposta degli sviluppatori chiarisce il tema).
Velocità di navigazione
Per quanto riguarda la velocità di rendering delle pagine, Firefox se la cava egregiamente. L’impressione è che il browser di Mozilla sia addirittura meglio. In realtà, il fatto è che su Firefox puoi scrollare una pagina prima ancora che il caricamento di questa sia concluso. Smanettando un po’ si può rendere il browser di Mozilla ancora più veloce (trovi dei buoni trick su Gnote). Altra cosa a vantaggio di Firefox: ha il bottone per ricaricare le pagine alla destra dell’url, dove mi pare sia più logico che sia. Chrome invece ce l’ha a sinistra. Il bottone per le ricerche su Google è personalizzabile (puoi anche toglierlo): io lo uso soprattutto per vedere i suggerimenti di Google e cercare su Twitter e Wikipedia.
Problemi
Veniamo alle pecche. Non tutte le web app che uso sono perfettamente funzionanti. Quip, una delle tre app fondamentali per freelance e team per esempio ha qualche problema per quanto riguarda l’uso degli shortcut per l’editing da tastiera. Altra cosa che mi secca parecchio: Firefox non supporta pienamente lo scroll back del Mac, perché né fa vedere le pagine che stanno sotto (come Safari) né indica che stai cambiando pagina (le frecce su Chrome).
Meglio Safari, per certi aspetti
Mettere a confronto Firefox con Chrome mi ha fatto tornare a… Safari. Safari ha dei vantaggi non da poco: è integrato con il sistema, ha la funzione reader nativa, ha la reading list condivisa tramite iCloud con iPhone e iPad e quando è aperto in modalità full screen nasconde e mostra automaticamente i preferiti. La nuova versione in arrivo con Mac OS X Yosemite credo che mi porterà a usare Safari come browser principale (Cnet ne ha una buona descrizione).
Il vincitore
Firefox è potenzialmente meglio di Chrome dal punto di vista della produttività. Il problema è che all’atto pratico mostra ancora parecchie pecche e soprattutto non ha più il completo supporto da parte della comunità degli sviluppatori. Alla fine sono tornato a usare Safari, che in questo momento mi pare quello in grado di offrirmi il miglior compromesso. Il problema di Firefox è che evolve troppo lentamente. Se fosse completo, tornerei a usarlo. Non è meglio Chrome? No, non è meglio. Ha il solo vantaggio di non creare problemi con i siti e i video in Flash, software che sul mio Mac non installo neppure se mi pagano. In fondo, è sufficiente attivare il player HTML 5 di YouTube e molti dei problemi spariscono. In ogni caso tengo sempre a portata di mano Chrome. E Firefox lo tengo lì, da usare almeno un giorno alla settimana. Per lasciare il segno, come dice il mio amico Jacopo Romei, vale a dire chiarire che io Firefox vorrei tornare a usarlo perché è bello navigare il web con un software open spiace.
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