Così ho capito le mie passioni, vinto la paura di seguirle e trovato lo scopo della mia vita

La stragrande maggioranza delle persone1 non ama il proprio lavoro. I più credono che sia scollegato dalle proprie passioni, ma le passioni c’entrano fino a un certo punto. Si tratta di vocazione, che a suo modo è uno speciale tipo di passione di cui hai bisogno per comprendere lo scopo della tua vita.

Io sono fra i “fortunati” che hanno sempre amato il proprio lavoro. Anche io però, come tutti del resto, in alcuni frangenti della mia carriera non vedevo l’ora di uscire dall’ufficio per dedicarmi alle mie passioni. Più volte ho avvertito la necessità di lasciare il lavoro per farlo, e in tre occasioni mi sono preso il rischio.

Alcuni di noi dal lavoro non staccano mai, ma raramente sono quelli che hanno trovato la propria vocazione. Più spesso sono rimasti stregati da una passione e hanno dimenticato che la vocazione è un insieme di passioni, talenti ed esperienze che rendono unico ognuno di noi.

La questione qui non è se ami o meno il tuo lavoro, ma se ti stai occupando di ciò a cui sei stato destinato.

È la vita che ti spiega il suo scopo

Nella mia recensione del libro di Jeff Goins The Art of Work ho scritto:

Tutti siamo chiamati a fare qualcosa, ma tanti si lasciano travolgere dalle circostanze della vita e finiscono col percorrere una strada diversa.

Ti racconto la mia storia. Se non ti interessa, puoi saltare a piè pari il prossimo paragrafo.

Io ho capito di essere destinato a scrivere prima ancora di dedicarmi a questa attività. Non so se abbia trovato la formula giusta per realizzare la mia vita e camparci, ma se mi guardo indietro scopro che ho sempre scritto: prima come giornalista freelance, un po’ come tutti quando iniziano con questa sciagurata idea di lavorare in un giornale; poi come redattore, e successivamente responsabile di una redazione, in due posti diversi; di nuovo freelance, per scelta; quindi come responsabile della comunicazione e consulente per i social media 2; e infine di nuovo freelance, questa volta nei panni di imprenditore di me stesso. Ogni volta ho cambiato e aggiunto qualcosa. La passione per la scrittura però è sempre quella, pressoché intatta, e però arricchita di tante altre passioni limitrofe.

Quella fottuta paura di provarci

In Sognare per vivere ho affrontato in modo approfondito il tema della paura. Essa deriva dall’essere concentrati sulle conseguenze (negative) che possono derivare dalle scelte che siamo chiamati a compiere.

Di base, la paura è figlia della distrazione. Hai paura quando non sei concentrato sul qui e ora e ti preoccupi – cioè ti occupi in anticipo – di qualcosa che non conosci.

Io ho imparato a convivere con la paura – perché non è che a un certo punto sparisca – iniziando a meditare. Ti parrà banale, ma fra i tanti benefici della meditazione c’è quello di riportarti al qui e ora. Non saprei spiegarti bene come, ma in poche parole essa genera e alimenta uno stato di percezione della vita che ti aiuta a vivere intenzionalmente.

Quella paura ha anche un senso. Purtroppo non c’è nessuna cura per il tempo, e con il passare degli anni anche le passioni sfioriscono, specie quelle che hanno a che fare con il lavoro. La routine rende tutto meno eccitante, ma una passione, ancorché sfiorita, può durare in eterno.

Il segreto è continuare ad alimentarla. Ad aggiungere a essa quel quid che la faccia crescere. Io sono riuscito a cogliere diverse opportunità fra quelle che mi si sono presentate nel corso della mia vita. Molte però le ho perse, perché ero distratto, ma così ho imparato a stare più attento.

L’ossessione

Drew Houston, fondatore di DropBox, ha descritto la passione delle persone di successo come l’ossessione per la soluzione di un problema. Per aiutarci a capire, Houston ha fatto l’esempio di un cane che rincorre una pallina da tennis. Fai un attimo mente locale: c’è l’hai presente?

Per capire cosa vuoi dalla vita, trova ciò che più di tutto ti spinge a muoverti. - Drew Houston Click to Tweet

Come trovare lo scopo della tua vita

Nel suo discorso alla Stanford University, Steve Jobs ha sottolineato che per scoprire cosa sei destinato a fare puoi solo collegare a ritroso i puntini.

Quanto più tardi li metti in fila, tanto più precisa è la risposta che trovi, ma tanto più vicina è la fine. La soluzione è dedicarsi a questa pratica fin da giovani e ripeterla a intervalli regolari. Perché altrimenti corri il rischio di non trovarti mai sulla strada giusta, troppo distratto dalla vita per viverla.

In ogni caso, non c’è un momento sbagliato per cominciare a guardarsi indietro e impegnarsi a dare un senso a quello che la vita ha cercato di spiegarti. Quindi, puoi cominciare ora.

Gli altri non ci capiscono niente, ma è giusto così

Incontrandomi il giorno dopo la mia laurea, il mio professore di Italiano 2 Claudio Scarpati mi chiese a cosa mi sarei dedicato. Gli spiegai che avrei voluto fare il giornalista o lavorare nel mondo della comunicazione, e lui mi rispose: “Lei deve scrivere”3.

Allora ci risi sopra pensando che scrivere non mi avrebbe mai portato da alcuna parte. Guardandomi indietro, devo però riconoscere che scrivere è quello che ho sempre fatto. Non so se lui intendesse che dovessi fare lo scrittore, però Scarpati aveva capito qual era la mia più grande passione: far correre le dita sulla tastiera.

Ti confido un segreto: anche quando scrivo del codice per il blog o smanetto con il terminale del Mac, come facevo da studente o quando usavo Linux, godo. Godo proprio! È una sensazione fisica che faccio fatica a spiegarti, ma la parte che più mi piace della scrittura è il rapporto carnale con la tastiera. In una recente intervista per il blog di Ulysses ho proprio sostenuto che scrivere è fare l’amore.

Capire qual è la cosa che più ti appassiona, quella a cui dovresti dare retta per il resto della tua vita, è complesso, ma puoi iniziare chiedendoti qual è quella cosa in cui credi solo tu. Qual è quella cosa per cui nessuno ti dà retta e neppure quelli che ti sono più vicini ti sostengono.

Ecco, quella che sei disposto a difendere da solo contro tutti è la tua passione più grande, quella a cui vale la pena dedicarsi per il resto della tua vita.

Oggi viviamo in un mondo globale e, se anche le persone che ti stanno accanto non comprendono quello che provi nel profondo del tuo cuore, è assai probabile che altre persone in altri paesi della Terra siano mosse dai tuoi stessi sentimenti.

Quella cosa unica che ti fa muovere e che ti fa sbattere la testa contro il muro quando le cose non funzionano – perché dannazione devi riuscire a farle funzionare, anche solo per lo sfizio di riuscirci – ecco, quella è la tua strada.

I sette passaggi per trovare la tua vocazione

Nel suo libro Goins sostiene che una vocazione passi attraverso sette stadi di sviluppo. Ancora dalla mia recensione:

  1. presa di coscienza, per cui è necessario l’ascolto di se stessi;
  2. apprendistato, che può avvenire in maniera consapevole o meno, ma che non prescinde mai dalla presenza di uno o più mentor;
  3. pratica, con tutte le sofferenze del caso, perché una vera vocazione è riconoscibile solo dal fatto che richiede sacrifici e presenta momenti di difficoltà;
  4. scoperta, che dà forma all’illuminazione iniziale;
  5. fallimento, necessario spesso più volte prima di raggiungere il successo;
  6. creazione di un portfolio, perché una vocazione non è mai una sola cosa, ma un insieme di aspetti che la compongono;
  7. eredità, quello che prepari da lasciare agli altri quando non ci sarai più.

La lista delle passioni

Il concetto di portfolio è un tema ricorrente fra chi si è occupato della questione. In Scopri il segreto: the passion test Janet e Chris Attwod indicando a chi vuole comprendere la propria vocazione di stendere una lista delle proprie passioni – senza stare a pensarci troppo, prendi carta e penna e butta giù – e poi decidere quali sono le più importanti.

Non avrai mai tempo per tutto. Fattene una ragione, prendi cinque passioni e cestina le altre. Ricorda, quelle depennate sono out. Solo così sarai in grado di identificare quelle che davvero contano. Le mie cinque sono: scrivere, leggere, life hacking, tecnologia e calcio.

Se hai dei dubbi, lascia stare. Nelle tue cinque passioni non puoi metterci cose che “mi piacerebbe, ma…” I ma uccidono, sono una peste contagiosa.

Come trovare la tua passione

Per scoprire qual è quella vocazione che stai inseguendo da quando sei nato, a volte senza rendertene conto, devi cominciare dall’analisi di presente, passato e futuro.

L’ambiguità del presente

Il primo passo da compiere è prendere coscienza di dove ti trovi nel percorso della tua vita. Come racconto nel mio articolo sulla necessità di evadere, siamo tutti prigionieri e solo chi se ne rende conto è in grado di fuggire.

Quando hai realizzato dove ti ha portato la vita, è tempo di chiederti chi sei. In un articolo sul tema ho stilato un elenco di 13 difficili domande per scoprire chi sei davvero.

E però non basta. Non basta riconoscere quello che sei. Quando l’hai fatto, devi tirare una riga nella sabbia.

Di qui dalla riga ci sono i tuoi valori e ideali. Di là tutte quelle cose a cui d’ora in poi dirai di no. Non è per nulla facile – io ci ricasco spesso, nonostante lo sappia, ma per fortuna ora il più delle volte riesco a dire di no – ma è così che si costruisce l’integrità necessaria a realizzare i propri progetti.

Le indicazioni del passato

A questo punto puoi cominciare a guardare al passato. A individuare quelle cose che ti sono riuscite bene e in cui hai dimostrato di essere bravo. Poi collega fra loro questi talenti che hai scoperto di avere. In che relazione stanno fra di essi? Qual è quello che ti sta più a cuore?

Torna un po’ più indietro. Quali erano le tue passioni di bambino? Che cosa facevi sempre? Che lavori avresti voluto fare? Questi sono indicatori di quali siano le tue passioni, anche se da piccolo non è che ci capisci poi molto di queste cose.

Lo psicoterapeuta Eric Maisel sostiene che quando stiliamo una lista delle nostre passioni scopriamo che le cose che ci appassionavano da piccoli hanno ancora oggi un ruolo nella nostra vita. Ogni sogno e ogni tormento che avevi a dieci anni è collegato a un’attività che ti piace ancora e che hai praticato nella tua vita. Per me è stato così, anche se sì, tante passioni non le ho coltivate.

Segue un altro noioso paragrafo in cui ricostruisco l’impatto delle mie passioni di ragazzo sulla vita che ho condotto negli ultimi venti anni. Puoi saltarlo.

La mia passione per i libri a quindici anni mi portò a fare il giornalista dieci anni dopo. Il leggere tutti i giorni la Gazzetta dello Sport mi mise sulla strada per diventare un giornalista sportivo, anche se poi capii che preferisco occuparmi di cronaca e politica. L’abitudine di non prendere in considerazione le istruzioni del Lego come la scelta del liceo scientifico con sperimentazione in informatica sono certificazioni della mia passione per la programmazione, che ogni tanto torna a galla, ma alla quale ho imparato a dire di no. L’insieme di queste cose mi ha portato a scrivere di startup fra i primi in Italia e fra i pochi che davvero – mi è stato riconosciuto più volte – ci capisce di quello che tratta4. E così alla fine con queste startup ho iniziato a collaborare.

A ritroso è facile mettere insieme i pezzi. È in avanti che è un casino!

Il progetto del futuro

Guardando dunque al futuro, cosa vorresti aver realizzato fra venti anni? Bada bene, se non inizi a lavorarci ora non ci riuscirai mai!

Questa domanda la rivolge sempre il CEO di LinkedIn Jeff Weiner ai propri dipendenti. Io l’ho utilizzata per selezionare i membri del mio team quando lavoravo a Luiss EnLabs. È una domanda che ti aiuta a capire quali siano i tuoi obiettivi e le tue speranze nella vita.

Se davvero vuoi sapere qual è il tuo destino, guarda come spendi il tuo tempo. - Mark Cuban Click to Tweet

La matematica delle passioni

Ci sono passioni e hobby che sono parte della nostra vita per tutta la sua durata, ma sono comprimari. Altre invece ci muovono lungo il nostro percorso, e sono più o meno collegate fra di loro, e tutte raccolte in quell’unica vocazione che ti è affidata come al timoniere di una nave.

Costanti e variabili

Le passioni sono formule complicate in cui si combinano costanti e variabili. Ognuno le sue. Le costanti sono elementi che non mutano nel tempo. Le variabili invece sono soggette al mutare delle stagioni.

Ho sempre amato la musica fin da piccolo, e nel tempo ho suonato nell’ordine chitarra classica, chitarra d’accompagnamento, tromba 5, piano, tastiere e più di recente ho iniziato a studiare l’armonica. Non ho però mai suonato in un gruppo, anche se in un paio di occasioni ci ho provato. Questa però non era la mia vocazione. A differenza della musica, la scrittura è stata un elemento ricorrente di come mi sono guadagnato il pane negli ultimi venti anni.

Analizza le risposte alle domande che abbiamo visto prima, metti nel calderone tutto quello che è scaturito dalla tua analisi, cerca il filo che lega tutto insieme – uno c’è, anche se non lo vedi – e scopri se esistono schemi ricorrenti e se percorsi diversi s’incrociano come le linee della metropolitana.

La formula della passione

Cal Newport, docente di computer science alla Georgetown University, ha affrontato il tema delle passioni in diversi libri, schierandosi sempre contro chi suggerisce di seguirle. Per Newport non esistono passioni latenti: ogni passione ci è nota, e sta a noi decidere se coltivarla o meno.

Una passione la riconosci dunque da tre elementi:
curiosità per ciò che le ruota attorno;
coinvolgimento, ossia quanto ci tieni a questa attività, e quanto perdi coscienza del resto delle cose quando ti dedichi a essa;
tempo libero che le riservi.

Viaggiando in metropolitana, ho scoperto che siamo tutti appassionati del nostro smartphone 🙂 Per me è vero: amo il mio iPhone come strumento di lavoro, di studio, di scrittura, lettura, comunicazione e produttività, tanto che a esso ho dedicato il mio primo libro, iProduttivo.

Però per un sacco di gente lo smartphone è solo una distrazione da ciò che conta – e lo è anche per me, a volte.

La dimostrazione delle passioni

Quando ti metti in cerca della tua vocazione, ti ritrovi presto con così tanti pensieri per la testa da essere tentato di lasciar perdere per la complessità dell’argomento.

Non bisogna mai arrendersi. Tutto quello che ha un certo valore nella vita costa fatica, e non è da meno scoprire qual è la passione con cui più di tutte ha senso spendere il tuo tempo.

Ti aiuterà a far chiarezza creare delle mappe mentali con quello che hai trovato nel corso della tua indagine e poi scrivere delle frasi sintetiche per ridurre il tutto all’essenziale.

Non andare a riguardare gli appunti. Le cose importanti non si dimenticano. E se le dimentichi, poi così importanti non sono.

Scrivi una frase per le tue cinque passioni.
Scrivi una frase per i tuoi cinque talenti.
Scrivi una frase per il tuo portfolio.

E una, una sola, che colleghi e riassuma il tutto.

Dalla passione all’azione

Ci ho provato più volte, ma l’unico modo di capirci qualcosa in questo marasma è la solitudine. Dovrebbe essere un diritto inalienabile dell’uomo avere un giorno all’anno da dedicare in maniera esclusiva ai propri pensieri.

Non chiedere di cosa c'è bisogno. Chiediti cosa ti fa sentire vivo e fallo. Di quello c'è bisogno. H Thurman Click to Tweet

Prenditi questo maledetto giorno! E se proprio non puoi, immaginatelo. A cosa ti dedicheresti in questo giorno libero da tutto e da tutti?

Poniti un obiettivo

A questo punto, butta giù il pitch della tua vita. Un pitch è quella presentazione che fanno le startup di solito per raccogliere soldi.

No, non devi davvero preparare una presentazione 6. In poche frasi, descrivi chi sei, cosa vuoi fare, come lo vuoi fare, di cosa hai bisogno per farlo, quanto tempo ti serve e se questo è inconciliabile con il tuo attuale lavoro come farai a farti pagare per dedicartici.

Per questa cosa può esserti utile riempire uno schema narrativo di Campbell, che ti porterà a raccontare la tua storia da un punto di vista un po’ più distaccato e oggettivo.

Hackerare la tua passione

Comincia a praticare un nuovo sport. Eh, lo so: “Non ho tempo per le mia passione, figurati se mi metto pure a praticare un nuovo sport”. Dammi retta, ti sarà utile. Ti sarà utile perché facendo sport aumenti l’adrenalina che il tuo corpo genera e questo ti porterà a lavorare per la tua passione con maggior voglia.

Ogni volta infatti che trasformi una passione in una cosa seria spuntano fuori un sacco di cose di cui non ti vorresti occupare. Come per me la sicurezza del blog o il sistema di pagamento per vendere eBook e libri.

Fare sport ti aiuta anche a distrarti. E distrarti è necessario perché se resti sempre a contatto con la tua passione rischi di stufarti.

Non è detto che tu debba uscire di casa per praticare uno sport. Ci sono diverse app che puoi usare per esercitarti a casa e anche attività leggere come lo Yoga possono funzionare. Io ho iniziato andando a correre e praticando lo Yoga, e ho poi sostituito la corsa con l’allenamento da 7 minuti quando le ginocchia mi hanno salutato.

Full time

Coltivare le proprie passioni richiede un’esagerata quantità di tempo. Comincia a individuare quello che hai a disposizione e a ragionare su come tu possa coltivare le tue passioni nei ritagli di tempo. Il passo successivo sarà testare la tua passione a tempo pieno.

No, non intendo “mollare il tuo lavoro”. Quello è un passaggio che viene casomai dopo.

Presto dovrai prendere una decisione: sei in grado di dedicare tutto il tuo tempo libero alla tua vocazione? È l’unica maniera per capire se è originale o hai preso un abbaglio, e anche l’unico modo di trasformare la tua passione in un lavoro.

Io ci sto provando, ma continuerò a scrivere anche se non dovessi farcela, perché scrivere ho scoperto da tempo che è una delle mie costanti.

Sperimentazione e fallimento

Ora devi sperimentare. Come scrivo nel Manifesto dei Coltivatori di Sogni, che puoi ricevere gratis iscrivendoti alla mia mailing list in fondo alla pagina, quello che ti aspetta ora è cercare di fallire in fretta in quella che ti sembra la tua vocazione.

Fallire in fretta è un modo di dire tipico del mondo delle startup. Significa che devi comprendere il prima possibile se sei sulla strada sbagliata così hai il tempo di correggere la rotta o provarne un’altra. Prima che il tempo e le risorse a tua disposizione scivolino del tutto nella parte bassa della clessidra.

Sperimentare implica partire a piedi scalzi. Iniziare a realizzare il tuo progetto senza fare un piano. Un piano ti serve solo quando sei già in alto mare e non vedi più il porto da cui sei partito e neppure la terra ferma dall’altra parte.

Per capire chi sei davvero hai bisogno di agire. - Herminia Barra Click to Tweet

Accettare il fallimento, come vedi, è un passaggio necessario. D’altra parte, se parti senza un piano per realizzare un progetto di cui non sei sicuro, come puoi pretendere di sfangarla al primo colpo? C’è però solo un modo per fallire ed è fallire in avanti.

Fallire in avanti significa decidere prima che cosa sia il successo per te e comprendere che la felicità sta dentro di noi e non è un derivato delle nostre azioni. La felicità è nel viaggio, non nella meta.

Consigli pratici

Come abbiamo visto, trovare le proprie passioni non basta: devi riuscire a distinguere fra costanti e variabili e comprendere come le prime si combinino per dare vita alla tua vocazione. Connettere i puntini ti aiuterà a capire se sei sulla strada giusta, ma per avere la certificazione che tu lo sia devi prenderti il rischio di dedicarti a tempo pieno alle tue passioni.

Partendo con questo approccio e seguendo le orme di chi già ce l’ha fatta ci sono più chance di arrivare dove siamo destinati. Quale percorso seguire per partire, cosa mettere nello zaino e come in concreto avventurarsi lungo questa strada è l’argomento del prossimo articolo che sto scrivendo. Iscriviti alla mailing list per non perdertelo.


  1. Fra il 70% e l’80% delle a seconda delle ricerche, ma la percentuale non fa differenza. 
  2. Qui ho scritto di meno, ma ho continuato a scrivere e far scrivere gli altri. 
  3. All’università, almeno nella mia, e quando ci andavo io, i professori ti davano del lei. Non ho idea se sia ancora così. 
  4. Questo ha anche un impatto negativo sulla mia attività. Spesso investo molto più tempo del necessario per conoscere le persone che intervisto e comprendere come funzionano le loro aziende. Il tempo che ci vuole per fare questo non è assolutamente ripagato dal borderò dei giornali. 
  5. Non ci crederai, ma ho suonato anche nella banda di un paese ;) 
  6. Anche se per sfizio puoi sempre provare a farlo.