Il tempo degli schermi
Mia figlia vuole vedere Peppa Pig alle 7 del mattino. Dopo l’asilo, Masha e Orso. La sera, Topolino e Dotti. Questo mi costringe a limitare il suo tempo davanti alla TV, come facevano i miei genitori con me. E però, mia figlia passa dalla TV all’iPhone e all’iPad se li trova in giro per la casa. E ognuno di questi ovviamente ha l’app di YouTube. Dunque, sono costretto a limitare per lei il tempo degli schermi, non più solo quello della TV.
Quando ho realizzato questa cosa, ho fatto il report del mio tempo davanti ai vari schermi. Ecco cosa ho scritto nel mio diario:
Mi alzo con l’iPhone in mano, perché come sveglia utilizzo un’applicazione che individua il momento migliore per farmi uscire dal sonno. Così, quando subito dopo vado in bagno, ci finisco con l’iPhone in mano. Poi faccio Yoga e medito, e per farlo utilizzo sempre app del mio iPhone. Durante la giornata scrivo con l’iPad e lavoro col Mac. Quando mi sposto, utilizzo l’iPhone per ascoltare podcast o articoli che ho messo da parte. O per sbrigare telefonate di lavoro. Quando prendo i mezzi pubblici, leggo o lavoro con l’iPhone. Quando sono in coda al supermercato, tiro fuori l’iPhone per pulire l’email. Quando la sera ho dieci minuti di break, dopo aver messo a letto mia figlia, ci sono diversi motivi per prendere in mano l’iPad.
Il mio tempo degli schermi non è per nulla limitato, nonostante io abbia messo in atto diversi escamotage per ridurre al minimo le distrazioni che questi mi vorrebbero procurare, come ho raccontato nella Sfida di Vivere Intenzionalmente.
Un piano work in progress
Leggendo una riflessione di Patrick Rhone qualche settimana, ho deciso di sviluppare un piano per limitare la mia dipendenza dagli schermi. Eccolo.
Set up
Su iPad e iPhone ho installato l’app Moment per tracciare il tempo che spendo su questi dispositivi ogni giorno e aiutarmi a ridurlo. Sul Mac, ho installato Rescuetime con lo stesso scopo.
Sveglia
Questa è stata la decisione più difficile. All’inizio volevo comprare una sveglia da comodino. Ho cercato un po’, ma non ho trovato nulla che avesse suoni naturali, incremento del volume della suoneria graduale, niente snooze e nessuna luce. Ho dunque scaricato (di nuovo, anche se non mi aveva convinto la prima volta) Sleep Town: quest’app ti impone di definire un orario entro cui andare a dormire e un’orario entro cui svegliarti, e durante questo periodo non puoi usare nessun’altra app. Se rispetti le regole, viene costruita una piccola casetta. Se non le rispetti, crolla. un po’ come per Forest, che crea alberelli se rispetti i timer che hai impostato, e che da tempo uso per condurre sessioni di scrittura e lavoro ad alta concentrazione.
In bagno
Uno dei momenti in cui prendere in mano l’iPhone e distrarmici è più facile è quando sono, ehm, impegnato in importanti riunioni di gabinetto. Perché comunque te lo porti dietro, casomai chiamasse qualcuno. Ciclicamente mi vieto di farlo, ma poi ci ricasco: mail, RSS, social… Venerdì mattina ho sistemato un libro che sto leggendo davanti alla tazza, e ogni volta che vado in bagno lascio fuori l’iPhone e leggo qualche pagina. Se chiama qualcuno, poi lo richiamo.
Nota: questo funziona con libri con capitoli o paragrafi cortissimi, raccolte di storie Zen, Tao, o persino la Bibbia.
Rituali del mattino
Per un periodo, a causa dei dolori ai polsi, avevo interrotto i riti tibetani ed ero tornato allo Yoga, ma ho colto l’occasione per ritornare ai riti. Questi infatti sono più semplici da ricordare e non ho bisogno di un’app per praticarli. Visto che devo ripartire da tre ripetizioni, ho deciso di praticare prima dei riti la sequenza del saluto al sole senza più usare un’app. Ci ho guadagnato che ora il ritmo è il mio, né lento né veloce, ma il mio, e se anche la sequenza non è corretta, piano piano la riuscirò a correggere.
Journaling
In questo caso ho deciso di non intervenire. Continuo a tenere il mio diario tramite Day One perché di solito ci scrivo prima di iniziare la mia giornata e questo mi aiuta 1) a sgranchire le dita sulla tastiera e 2) iniziare la giornata lavorativa con più gioia.
Al contempo uso il mio Bullet Journal per pianificare la giornata e rifletterci sopra, quindi in questo caso ero già pronto.
Mi sono preso l’impegno di mettere via ogni strumento che uso e lasciare sulla scrivania solo la mia agenda tutte le sere. Lo facevo prima, e funzionava benissimo, poi quando mi è finito l’inchiostro della penna che usavo, kaput!
Ho ordinato una nuova penna a china con spessore 0.2 perché con quella 0.4 che ho ora per le mani provo meno piacere nello scrivere e questo alla fine ha fatto la differenza. Possibile? Sì, succede sempre così, che se una cosa ti piace la usi di più e con più piacere. Fino alla dipendenza, come è evidente dal mio rapporto con l’iPhone.
Lavoro
Per limitare il mio uso di questi prodotti e il tempo che spendo attaccato allo schermo ho ripreso a usare la tecnica pomodoro. Come timer uso l’app Forest di cui sopra, che mi impedisce di accedere al telefono senza distruggere le piantine che sto costruendo. Il messaggio è semplice: se interrompi l’attività su cui sei concentrato, perdi qualcosa di importante. Inoltre, mentre sono in fase di deep work, attivo il non disturbare del mio iPhone, che consente solo ai miei contatti preferiti di interrompermi.
Riposo
Durante le pause fra un pomodoro e l’altro continuo ad alzarmi per andare in cucina a bere, ma non mi porto più appresso l’iPhone. Ho inoltre ripreso a portarmi un libro dietro e leggere durante gli intervalli brevi fra un pomodoro e l’altro, mentre quelli lunghi li dedico al networking, se sono al lavoro, o alle faccende di casa se lavoro a casa.
iPhone e iPad sono stati banditi anche dalla colazione e dal the che prendo quando faccio una pausa. Sto studiando la cerimonia del the dello Zen e la sto applicando a modo mio nelle mie pause, quando possibile.
Spostamenti
Durante i normali viaggi per portare mia figlia al nido o per lavoro, continuo a usare Blinkist, per ascoltare riassunti di libri a cui sono interessato, e ho deciso di limitare allo stretto necessario Instapaper. Se sono sui mezzi pubblici, leggo quel libro che mi porto appresso per i break della pomodoro.
Apple Watch
Ho deciso di riprendere a indossare con regolarità il mio Apple Watch. Ricevere le notifiche su questo dovrebbe aiutarmi a limitare il numero di volte che prendo in mano l’iPhone, e di conseguenza il mio utilizzo di esso. È un’ipotesi basata su alcuni dati riportati da Kevin Holesh, creatore di Moment.
Primi risultati
Non ho gran ché da condividere, ma in pochi giorni quello che ho notato è stato, soprattutto, un’incredibile fatica a resistere alla tentazione di prendere in mano iPhone e iPad. Ammetto, non sono stato così rigido nell’applicazione delle regole che ho stabilito, ma tante più ne metto in pratica, tanto più mi pare che le cose stiano migliorando. Il primo giorno di utilizzo di Moment e di alcune delle regole che mi sono dato sono passato da una media di 2 ore e 34 minuti di utilizzo dell’iPhone al giorno a soli 36 minuti.
Ieri le cose sono andate un po’ peggio con il mio iPhone perché l’ho usato per cercare una sveglia su Amazon e per verificare alcune cose mentre rileggevo questo articolo. Di contro, ho passato l’intera mattinata in giro con la mia famiglia tenendo l’iPhone nella borsa e tirandolo fuori solo per rispondere al telefono.
Un piano personale
Ho pensato di condividere con te questo mio piano così che anche tu possa trovare lo stimolo per stendere il tuo. Questo è stato il mio schema:
- Monitorare il tempo che spendo sui diversi dispositivi;
- Introdurre nelle mie routine quotidiane qualcosa per cui valesse la pena rinunciare a un po’ di screen time, ovvero leggere, imparare a praticare la cerimonia del the, godermi di più il tempo con la famiglia;
- Ho fissato un obiettivo: identificare i momenti in cui eccedo nell’uso dell’iPhone e degli altri miei dispositivi per recuperare almeno un’ora al giorno per avere del tempo per pensare e dedicarmi alle attività che prediligo, come leggere e scrivere.