La disciplina del talento
Siamo abituati a copiare dagli altri per ottenere il loro stesso successo, dimenticando che chi abbiamo preso come riferimento ci ha messo anni per diventare quello che è. E soprattutto, che i nostri “maestri” volevano diventare loro stessi, non una copia di altri.
È nella natura dei coltivatori di sogni ispirarsi agli altri e rubare come gli artisti, ma non tutti hanno la forza di resistere al serpente che gli promette la formula del successo garantito e continuare a zappare, seminare, innaffiare e prendersi cura dei propri talenti e delle proprie passioni.
Le buone pratiche
Separiamo trucchi ed escamotage dalle buone pratiche. Ecco, queste sì, queste si possono copiare e ti fanno solo bene. Ancora una volta, però, copiale a modo tuo.
Io per esempio da Steve Jobs, Mark Zuckerberg e Barack Obama ho preso il modo di vestire. Anche io ho la mia “divisa” da indossare tutti i giorni per non sprecare energie mentali a pensare a come vestirmi. A casa ho una cassettiera con magliette bianche e nere nel primo cassetto, maglioni chiari e scuri nel secondo, e jeans blu chiaro e pantaloni di velluto beige nel terzo. Non ho (ancora) vestiti tutti uguali, perché comunque sono italiano e un certo gusto estetico persino io ce l’ho, ma soprattutto non sento l’esigenza di rivedere il guardaroba, anche se da qualche tempo ho cominciato a comprare le cose in stock.
Copiando quello che fanno gli altri non è detto che tu abbia lo stesso successo. Anzi, siccome ognuno di noi è unico, puoi stare certo che se avrai successo sarà in modo diverso.
L’invidia
Il nostro problema è che siamo invidiosi. Lo siamo tutti e nessuno di noi ha motivo per esserlo. Perché alcune cose ci sono capitate in sorte e altre ce le siamo guadagnate o meritate, ma la nostra felicità dipende solo da noi. E dipende da come percepiamo il mondo in cui viviamo.
Chi si accontenta gode è uno stupido proverbio, ma nasce da una profonda verità. Troppo poco spesso siamo grati per quello che abbiamo e invece continuiamo a pensare che quanto non abbiamo ci privi di qualcosa. Così ci danniamo l’anima per averlo anziché goderci quello che abbiamo, ritrovandoci a vivere una vita di privazioni per avere quello che non abbiamo e per inspiegabili motivi abbiamo bisogno di avere.
Un utile strumento per affrontare questo problema è il diario della gratitudine.
Il successo
Cosa significa avere successo? Se non sei capace di spiegarmelo con le tue parole, per te avere successo è imitare gli altri. Se la tua risposta si basa sui soldi o sulla fama, ancora una volta stai definendo la tua vita in base a parametri che non sono suoi.
Avere successo significa consumare il tuo tempo in attività che diano un senso alla tua vita. Questo avviene aiutando gli altri e contribuendo a rendere questo mondo un posto migliore, costruendo ogni giorno l’eredità che ti lasci dietro.
Per me il successo è direttamente proporzionale al tempo che trascorro con i miei cari. Motivo per cui recentemente ho mollato un cliente che rappresentava metà dei miei entroiti, ma mi teneva troppe ore lontano da mia moglie e mia figlia. E ora ho la pretesa di dedicarmi a questo blog e partire da qui per creare del valore per me e per te.
Le caratteristiche delle persone di successo
Ti dicevo di copiare le buone pratiche, già, ma quali sono? Innanzitutto tocca essere felici, perché la felicità non è una conseguenza, ma una causa del successo. È la felicità che porta al successo, come ci hanno dimostrato gli studi di Shawn Achor, ricercatore americano. E non viceversa, come per altro ci confermano i suicidi e le depressioni di tanti uomini e donne di successo.
Mentre non è detto che comportandoti come loro tu ottenga il loro successo, conoscere le loro abitudini e le buone pratiche che seguono è un ottimo punto di partenza per programmare le tue giornate.
Ecco alcuni degli aspetti comuni che diversi studi hanno messo in evidenza. Le persone che hanno successo:
- Si alzano presto al mattino.
- Meditano se non tutti i giorni quasi.
- Tengono un diario.
- Pianificano gli obiettivi.
- Hanno delle routine.
- Non si lasciano distrarre.
- Hanno dei valori.
- Agiscono.
- Non reagiscono.
- Si allenano.
- Si fanno un mazzo tanto ogni sacrosanto giorno.
Di seguito qualche commento su questi punti:
- Si alzano presto al mattino, per garantirsi qualche ora di lavoro senza interruzioni e per essere certi di dedicarsi alle cose importanti quando ancora sono pieni di energie.
- Meditano, per essere focalizzati sul qui e ora e mantenere la consapevolezza necessaria a proseguire lungo la propria strada, e per tutti gli altri benefici della meditazione, a partire dalla riduzione dello stress.
- Utilizzano un diario per tenere traccia delle loro attività, registrando successi per creare ricordi positivi e fallimenti per imparare dagli errori che compiono.
- Pianificano gli obiettivi da raggiungere e visualizzano la strada da percorrere. Quali sono i tuoi obiettivi da qui a cinque anni? A dieci? Quelli della tua vita? Se non sei in grado di rispondere a queste domande, come fai a essere certo che la strada su cui stai camminando ti porterà dove vuoi andare? In Sognare per vivere ho spiegato come affrontare questa tematica e come ripartire alla ricerca di se stessi.
- Hanno delle routine, perché sanno come funzionano le abitudini e conoscono l’importanza di potersi affidare al pilota automatico.
- Non si lasciano distrarre, al punto che per loro il telefono è uno strumento di azione e non di ricezione.
- Hanno dei valori definiti, che orientano le scelte di ogni giorno.
- Agiscono, a costo di sbagliare. Non stanno a pensare e valutare le situazioni, ma quando intravedono un’opportunità, se è allineata con i propri valori, cercano di coglierla, e se poi non funziona registrano la lezione imparata dal proprio fallimento.
- Non reagiscono, e cioè non decidono le loro azioni sulla base di ciò che accade, ma cercano di prevedere quello che accadrà per farlo accadere come vogliono loro.
- Si allenano, perché l’esercizio fisico è un esercizio anche per la mente, e oltre a migliorare la tenuta del corpo, la macchina con cui realizzano i loro progetti, allena anche la forza di volontà e la concentrazione di cui hanno bisogno per centrare i propri obiettivi.
- Si fanno un mazzo tanto e non desistono. Non si lasciano intimorire dagli errori e dalle difficoltà, ma proseguono nella direzione che hanno deciso di intraprendere.
Ce ne sono sicuramente altre, ma queste mi paiono le più importanti.
Non c’è nulla di così complicato vero? Sbagliato. Sì, sono tutte cose che puoi fare anche tu, che ho provato a fare anche io, e allora perché non siamo diventati come loro?
Tocca che queste cose inizi a farle tanto tempo prima di quando intendi raggiungere il successo. E che ti applichi con disciplina, l’unica maniera in cui puoi fare la differenza.
Il segreto del talento
Ognuno di noi, nel proprio DNA, ha una miniera di potenziali talenti. Il talento si allena, e si sviluppa, e si alimenta da solo crescendo esponenzialmente.
Senza talento non vai da nessuna parte. Nel mio elogio della disciplina ho individuato quest’ultima come arma segreta per trasformare il potenziale in talento.
Se sei bravo in una cosa e ti alleni diventi ancora più bravo e il talento che hai per quella cosa aumenta, e di conseguenza i tuoi risultati migliorano, e costatando i miglioramenti sei più propenso a lavorare duro per fare ancora meglio in quello a cui ti stai dedicando. È un circolo virtuoso, ma basta un nulla per dimenticarsi di concimare il terreno e lasciare che quel talento smetta di portare frutto e appassisca, come ho fatto io con la programmazione e la fotografia.
Panchinari e titolari
Il DNA di ognuno di noi è ricco di talenti non coltivati. Quali sono i tuoi? Per scoprirlo devi solo ricordarti di quelle cose che ti appassionavano da piccolo e nelle quali, oltre a non stancarti mai, raggiungevi facilmente risultati che ad altri richiedevano maggior impegno.
Ora, non è detto che tu sia in grado di coltivare ognuno di questi potenziali talenti, ma fino a quando non li coltivi non puoi sapere quali di essi è destinato a portarti al successo.
È quello che ci differenzia gli uni dagli altri a renderci unici. È per questo che ognuno di noi si trova in maggior sintonia con alcune persone e con altre meno.
Noi esseri umani siamo attratti da similitudini e differenze. Per questo ci accoppiamo con persone che hanno tratti in comune con noi, ma anche profonde differenze. C’è sempre qualcuno a cui manca quell’un per cento che tu hai e lui no e ne ha un disperato bisogno. Fino a quando però non coltivi quello che ti rende diverso, e nel tuo piccolo unico, sarà difficile che chi è in cerca di te ti trovi.
Più cerchi di essere simile a qualcun altro, più ti costruisci un ruolo di riserva. Giochi quando il titolare non è disponibile. Se invece ti riesci a differenziare, se ti rendi unico nella tua diversità, allora potresti diventare tu il punto di riferimento del mister o altri vorranno acquisire le tue prestazioni proprio per la loro unicità.
Investire nei talenti
Mettere in pratica tutte queste cose è difficile. Devi cominciare a trovare tempo per le tue passioni e sviluppare il giusto atteggiamento mentale.
Poi si tratta di partire e di trovare dei compagni di viaggio.
Io ho deciso di camminare lungo questa strada condividendo le esperienze che faccio e come esse mi aiutino, o mi frenino, nel mio progetto di leggere tutti i libri del mondo e raccontare agli altri le cose più interessanti che ho scoperto. Qual è la tua passione? Quale il tuo talento da coltivare?
Se hai letto il Manifesto dei Coltivatori di Sogni sai già cosa ti aspetta. Se non l’hai fatto, ti invito a registrarti al blog per ricevere la tua copia.