Una bici minimalista

Questa è una storia personale, ma penso sia un buon esempio di come declinare i propri valori nella vita di tutti i giorni.

Dunque, volevo una bicicletta. Per andarci in giro con mia figlia, per i piccoli spostamenti, e per tenermi in forma. Ho iniziato a cercarne una usata, pensando di spendere 50/100 euro, guardando marce e accessori vari, e mi sono imbattuto nelle bici a scatto fisso, che mi sono parse la versione minimalista della bicicletta.

Che differenza c’è fra una bici a ruota libera e una a scatto fisso

Una scatto fisso ha il pignone della ruota posteriore fisso, ovvero se gira la ruota girano i pedali. In avanti e in indietro. Hai presente quando acceleri che poi riposi un attimo tenendo fermi i pedali o quando per partire li giri all’indietro così da averne uno in alto da schiacciare? Con una scatto fisso non è possibile: i pedali girano sempre insieme alla ruota. Più o meno veloci, solo questo puoi controllare. A meno che non li blocchi per fermarti (sgommando), scoprendo di avere muscoli di cui ignoravi l’esistenza. Queste biciclette provengono dai velodromi e sono essenziali: ruote, pedali, telaio e manubrio. I freni sono opzionali, ma in città quello davanti è obbligatorio e comunque è sempre meglio averceli entrambi.

La mia nuova bici

Compiuta questa scoperta, non ho avuto più dubbi: volevo una scatto fisso! La maggior parte viene venduta oggi con un mozzo posteriore chiamato flip flop e che consente di passare da scatto fisso a ruota libera, ovvero pedalare come con una normale bici. A marcia unica, ovviamente. Che in città è più che sufficiente, a meno di non affrontare regolarmente salite impervie.

Potermela costruire da solo è uno degli aspetti che maggiormente mi ha attratto, ma non avendo ora il tempo per farlo ne ho comprata una assemblata. Dopo diverse ricerche ho scelto una Margot. Ci sono diverse aziende online che vendono bici a scatto fisso, e Margot non è una delle meglio quotate, ma è italiana e il modo in cui presentano le bici mi ha fatto subito pensare a una bici pensata per me. Mi sono convinto dopo aver parlato con il proprietario dell’azienda, scoprendo la cura che mette nella scelta dei pezzi e nell’assemblaggio, svolto tutto in Italia da artigiani della bici. Volevo spendere meno, ma ho deciso di investire 300 euro per avere una bici minimalista e curata nei dettagli. Sempre economica, ma di qualità. Quando ho realizzato quello che costano dei buoni componenti, mi sono reso conto che 300 euro per una bici sono pure pochi. Paghi per quello che spendi, ma per quello che ci devo fare io una bici così è più che sufficiente. Quella mi ispirava di più, ma costava parecchio di più e veniva dall’Inghilterra.

Siccome ho scelto una bici minimalista, ho rinunciato a metterci le luci fisse (ne ho un paio che posso attaccare alla bisogna), ma ci ho lasciato su i freni (per sicurezza) e ci ho messo un campanello (per ora). L’ho personalizzata comprando un manubrio a corna di bue e via. Impegnativa, ma divertente. Che è poi esattamente quello che cercavo.

Oggetti che rispecchiano i tuoi valori

Sono fortemente convinto del minimalismo come stile di vita e una bici di un solo colore, con una sola marcia, con un unico sistema di movimento (acceleri, freni e ti fermi con i pedali) mi è sembrata rispecchiare perfettamente il mio spirito. E ok che ci mancano i parafanghi, ma d’altra parte non ci vado al lavoro e se ci andassi forse non la userei nei giorni di pioggia e alla peggio potrei usare dei copri pantaloni e degli stivaletti che si possano pulire con uno straccio.

Spesso quando compriamo qualcosa tendiamo a cercare di più, il massimo per i nostri soldi, ma ho capito che spendere bene gli euro che ho faticosamente guadagnato significa scegliere prima le aziende e richiedere poi a ogni prodotto di rispecchiare i nostri valori. Non è sempre immediato, ma quando te ne rendi conto ti aiuta nella scelta.