Provaci ancora
Quanto è difficile dedicare un minuto a te stesso ogni giorno? Ne avevo scritto la settimana scorsa e insieme ad alcuni lettori avevo iniziato questa sfida. A poco più di una settimana di distanza, nessuno o quasi è riuscito nel proprio intento. Perché la vita è così: ti travolge senza avvertirti, e se non ci sei preparato ti frega. Al di là di ogni buona intenzione.
Quasi nessuno di noi si è ricordato di aggiornare il foglio di Google Drive che avevamo condiviso. Perché? Avrei forse dovuto mandare un promemoria a tutti quelli che si erano iscritti? E perché mai mi dovrei preoccupare io per loro, che già faccio fatica a stare dietro ai miei, di impicci? Perché abbiamo tutti miseramente fallito?
Un caso di scuola
Ti racconto quello che è successo a me. Il mio fallimento è dovuto a una dimenticanza. Che è una cosa assurda, perché dimenticarsi di quel progetto lì, di quello che ci tenevi a realizzare e che avevi deciso di dedicargli almeno un minuto al giorno costi quello che costi, è assurdo, no?
Il mio progetto era di scrivere un minuto ogni giorno. Cioè, un minuto al giorno mettermi lì ad ascoltare quello che ho in mente e metterlo nero su bianco. Non ci sono riuscito perché l’ottavo giorno era un sabato, mi sono alzato dopo i bimbi, e non ho mai aperto il Mac. Avevo deciso di scrivere un minuto dopo il mio rituale del mattino, ma quel giorno lì è saltato tutto, perché oltre a essermi alzato dopo i bimbi, subito dopo colazione siamo andati al mare. E i due monelli hanno dormito lunga la strada del ritorno, così che poi erano belli arzilli. Mi era rimasta la sera, ma nel mettere a letto la grande mi sono addormentato con lei (o forse prima di lei). E il mio minuto? Non pervenuto.
Un piano anti-fallimento
Non mi sono dato per vinto. Ho steso un piano che teneva in considerazione tutte le difficoltà incontrate nel corso della prima settimana, e ho ricominciato. Eccolo:
- scrivere un minuto come conclusione del mio rituale del mattino, , e non dopo di questo, così che quel rituale lo salvaguardasse;
- in caso di emergenza, scrivere appena mi siedo al computer per lavorare, prima di qualunque altra cosa, e questo mi richiede di lasciare l’app che uso per scrivere questo speciale diario, Day One, aperta sul Mac;
- rivedere quello che ho scritto la sera quando vado in bagno, anche se questo implica portarsi l’iPhone in bagno, almeno fino a che non trovi un momento della giornata in cui incastrare questa cosa per essere sicuro di non dimenticarmela mai.
Non so se questa volta funzionerà, ma quello che ho imparato è che il fallimento va pianificato, perché fallire in avanti è l’unico modo di non arenarsi quando le cose vanno storte. E le cose non vanno mai come vuoi te.
Perché #unminuto
Tu ci hai provato a dedicare un minuto al giorno al tuo progetto? Cosa hai imparato da questa sfida? Se non ti ci fossi ancora cimentato, ti invito a farlo, perché potresti scoprire molte cose interessanti circa i tuoi progetti, la tua capacità di realizzare gli stessi, i tuoi punti di debolezza, e soprattutto sviluppare la tua capacità di resilienza, allenare la tua forza di volontà e scoprire i lati positivi della disciplina. Sul blog trovi le regole di ingaggio, mentre su Google Drive ci sono le sfide in cui si sono cimentati gli altri e puoi aggiungere la tua.
PS: se ci hai provato, rispondimi o scrivi sul drive la tua esperienza. In un minuto 😉