Il tempo di pensare

Quando chiedo ai lettori di questo blog quale sia la cosa che gli impedisce di vivere appieno la propria vita la risposta che ricevo più spesso è la cronica mancanza di tempo. Assurdo, vero? Abbiamo tutti lo stesso tempo, eppure ci lamentiamo tutti di averne poco, come se gli altri ce ne avessero di più. Questo avviene perché non dedichiamo tempo al pensiero. Non è che dobbiamo essere tutti filosofi, ma essere filosofi della propria vita trovo che aiuti a viverla meglio.

L’intuizione

Nelle ultime settimane mi sono preso una pausa di riflessione dallo scrivere per questo blog. Mi sono concentrato su altro, ho scritto un po’ di codice per il mio sito personale, un progetto a cui volevo lavorare da tempo. Non ho però staccato la spina. Ho dedicato il tempo che usavo per scrivere ad altro. L’ho usato per pensare. Ascoltare i miei pensieri e analizzarli, chiedermi in che direzione stia procedendo e se è quella per davvero la strada che avevo immaginato per questo progetto.

E ascoltare quello che veniva fuori senza che io ci stessi a pensare.

Ho letto in un fantastico libro, Sparks of genius, che i nostri pensieri sono la forma concreta delle nostre intuizioni. In un certo senso, mettiamo in fila le parole per dare senso a ciò che già sappiamo, e renderlo fruibile per noi stessi e per gli altri.

Hai presente quanto cerchi di aggiustare un giocattolo, scrivere una riga di codice per risolvere un problema, o quando hai finalmente trovato la parola giusta per una definizione impossibile di un cruciverba? Quello che facciamo in tutti questi casi è provare se la nostra soluzione funziona. E il più delle volte funziona.

Quando invece non è così, oltre a rimanerci male ci interroghiamo sul come sia possibile, perché in realtà noi sapevamo che quella era la soluzione. E non riusciamo a crederci che sapevamo una cosa sbagliata.

Insomma, le soluzioni alle magagne della nostra vita ce le abbiamo dentro di noi, ma se non diamo tempo ai nostri pensieri di renderle comprensibili finiamo col non trovarle mai.

Le soluzioni alle magagne della vita le abbiamo dentro, ma per capirle occorre essere filosofi di se stessi. Click to Tweet

Le scelte che non facciamo

Siamo tutti convinti di scegliere ogni giorno cosa sia bene e cosa no per la nostra vita, e invece non scegliamo quasi mai. Per lo più re-agiamo e basta, come risposta agli stimoli che riceviamo, originali o fittizi che essi siano.

Questo succede perché spesso non dedichiamo tempo a raccogliere informazioni sulla nostra vita. Ci sembra una cosa così evidente, insomma, l’abbiamo vissuta fin da quando siamo nati, che figurati se non la conosciamo, noi!

Eppure, come capita con tutte le cose, uno sguardo da fuori spesso è l’unico modo di vedere dentro di noi e comprendere quello che altrimenti rimane imprigionato nella nostra intuizione.

Perché hai fatto così? Come ti è venuta l’idea? Come hai trovato questa soluzione? Come hai trovato il coraggio per? Sono domande che i giornalisti rivolgono spesso agli eroi di giornata e che presuppongono un’incapacità di comprendere il meccanismo che ha portato a una data soluzione. L’intuizione, appunto.

Le nostre azioni sono la forma delle nostre intuizioni. Click to Tweet

Fate il vostro gioco

Ogni volta che affronto un nuovo progetto inizio a lavorare raccogliendo le informazioni necessarie. Poi le organizzo, definisco l’obiettivo, le azioni da compiere per raggiungerlo e infine metto delle deadline a ognuna di esse. Tempo fa ho iniziato a farlo anche per la mia vita.

È così che ho iniziato a lavorare al mio piano di vita e che ho scelto di iniziare a tenere un diario.

Un diario è il modo più semplice per ricordarmi le cose che rischio di dimenticarmi. Perché sono uno di quelli nati con poca memoria, o meglio uno di quelli che non ricordano per dedicare tutta la propria attenzione a quello che sta facendo. Tutte le idee e le cose da fare per i miei progetti, onde non dimenticarle, le raccolgo in diari analogici o digitali che mi permettano di coniugare mindfulness e produttività.

Sia per quanto riguarda la vita che per il lavoro, il diario è il mio strumento per pensare. Il ritmo della scrittura mi aiuta a rallentare e trovare il tempo per comprendere la mia vita e il mio lavoro. Specie se scrivo a mano, anche se questo non avviene quando scrivo nel mio diario personale.

Il bello è quando sei lì davanti alla pagina bianca e devi dare forma ai tuoi pensieri senza sapere come si fa. Click to Tweet

Il diario è solo lo strumento con cui do forma ai miei pensieri. Per ascoltarli – e visto che come tutti ho mille impegni e anche a me sembra sempre che il tempo non basti mai, anche se so che è una menzogna – ho creato un cuscinetto di una decina di minuti da quando porto mia figlia al nido a quando arrivo a casa o in ufficio per lavorare. In quei dieci minuti ascolto. Poi, prima di mettermi a lavorare, scrivo. O anche solo butto giù due appunti sul mio diario o sul mio bullet journal. È comunque una forma di riflessione che con fatica cerco di trasformare in abitudine.

Trovo che questo mi aiuti a prendere decisioni informate sulla mia vita, oltre a migliorare il mio lavoro. Molte delle idee che ho raccolto nella sfida di vivere intenzionalmente sono nate proprio così. Prova e fammi sapere che ne pensi.