Il suono del taglio
Quando inizi a raderti con il rasoio tradizionale, ti ritrovi presto in un altro mondo. La sbarbata diventa una pratica meditativa e per progredire in questo rituale sei pronto a spendere in rasoi, lamette, saponi, pennelli, pre e post rasatura, qualunque cosa pur di vivere quell’esperienza paradisiaca di cui raccontano gli esperti “tonsori”. E però l’unico elemento in grado di offrirti ciò che vai cercando, il tempo, difficilmente lo prendi in considerazione come prima cosa.
Il tempo di preparare il viso e montare il sapone.
Il tempo di raderti nelle diverse direzioni dei peli che ti crescono sulla faccia.
Il tempo di curare la pelle dopo la rasatura.
E poi c’è tutto il tempo necessario per scoprire i vari prodotti, identificare quelli più adatti, provarli… E soprattutto c’è il tempo della pratica.
Qualunque sia l’attività a cui tu ti stia dedicando.
Qualunque sia la pratica che hai intrapreso.
Qualunque fissa tu abbia in questo momento, il tempo che dedichi alla pratica la renderà migliore. E così il tempo che dedichi alle persone renderà migliore la tua relazione con esse.
Non è però solo la quantità del tempo che migliora la pratica. È la qualità del tempo che spendi in ciò a cui ti dedichi che fa la differenza.
Nel radersi con un rasoio di sicurezza – che per quanto di sicurezza richiede una certa attenzione per non tagliarsi – c’è un aspetto da tenere in considerazione più di tutti gli altri: il suono del taglio. Ascoltare il suono del taglio ti aiuta come spegnere la radio in auto per vedere meglio la strada. È così che capisci la lametta e trovi l’angolo corretto, che rade e non strappa. Il tempo richiesto per l’ascolto è poco, ma è solo dedicando la tua attenzione a esso che cresci nella pratica.