Epitaffio

Ho sempre ritenuto che scrivere il proprio epitaffio fosse un esercizio per chiarirci quello che vogliamo dalla vita. Qualche settimana fa invece l'ho visto in una prospettiva diversa: continuare a parlare ai nostri cari e a tutti coloro che dovessero trovarsi a passare dalle nostre parti.

Mi è capitato di cimentarmi in questo esercizio durante un corso di creative copywriting. Il docente ci ha portato in un cimitero di quelli in cui si va a passeggiare e ci ha chiesto di scrivere quello che la gente avrebbe letto passando davanti alla nostra lapide. La gente chi?, mi sono chiesto. I miei figli, i miei cari... Chi mi ha conosciuto e chi no. Ho pensato di essere morto e di trovarmi dall'altra parte e avere questa opportunità qui di parlarci ancora. E mille cose volevo dire, ma dovendone scegliere una sola ho pensato a questa:

Sorridi!

C'è tutto me in questa parola. Sorridi perché sorridere porta a essere felici, e non il contrario, come insegnano le ricerche di Shawn Achor. Sorridi perché aiuta a sdrammatizzare, ad andare avanti, e perché è sicuramente più divertente che piangere. Perché è solo sorridendo che riesci davvero a goderti il viaggio. E perché lo sai che è così che mi piace vivere ... E sorridere dei guai (cit.)

Sorridi perché è una delle cose che ho imparato e ho cercato di raccontare attraverso il mio blog e i miei libri.

Sorridi perché una parola sola, non serve di più. Omaggio a quel minimalismo a cui ho dedicato il mio ultimo testo.

Poi a un certo punto ho anche pensato che, fosse questa la mia ultima occasione di parlare ancora ai miei cari, perché nella lapide non installarci un iPad a energia solare che recitasse, scelte a caso, magari sintetizzando la mia voce, alcune delle cose che ho scritto o che mi piacerebbe ancora dire ai miei cari? O a chi si trovasse a passare di lì.

Sai che casino un cimitero con tutte lapidi del genere?

Se un domani ci fosse, io avrei una semplice lapide di pietra con scritto sopra Sorridi.