Crescita personale
Molte persone scoprono il mio blog, così come quello di altri, perché sono interessate alla crescita personale o vogliono cambiare vita e si chiedono come fare. Lo so perché ci sono passato pure io: per anni ho letto blog e libri su come cambiare se stessi, ho seguito corsi di crescita personale, di life hacking, così via, prima di rendermi conto che nessuno di questi era adattato a me. Perché ognuno di noi è un unico, e come me lo sei tu, e se anche ci vestissimo tutti alla stessa maniera, organizzassimo le nostre giornate alla stessa maniera, e ci comportassimo nella stessa maniera, dentro di noi in fondo rimarremmo sempre e parecchio diversi. Io io, e tu tu. Ognuno di noi con le proprie magagne, i propri pregi e difetti. La cosa più importante che ho imparato nella vita e attraverso le mie ricerche è che per essere quell’io e quel tu è necessario partire da se stessi.
Chi ti parla di te e chi no
La nostra vita è l’unica che ci parla interessata alle stesse cose a cui siamo interessati noi. Ascoltarla è fondamentale per evitare di vivere in un’insoddisfazione perenne. La società in cui viviamo, la società della distrazione, ci racconta invece altre storie, e i suoi rumori di sottofondo spesso sono così forti da coprire la voce della nostra vita. E lasciarci lì con il cerino, disorientati e in cerca sempre di qualcosa di più, della macchina migliore, del nuovo modello di iPhone, del partner più sexy. La cosa più difficile della vita è imparare a essere contenti di quello che abbiamo.
Anche quando ci pare di non aver nulla di cui essere contenti.
L’unico esercizio che ci aiuta davvero a essere contenti è toglierci quello che abbiamo. Chiediti:
- Potrei vivere senza il mio partner o i miei figli
- In un mondo senza il rumore del vento che scuote le foglie degli alberi?
- Potresti alzarti la mattina all’alba per correre nel parco se non ci fosse un parco in cui correre?
Sono tante le cose che diamo per scontato e senza le quali la nostra vita ci parrebbe un inferno.
Crescita personale: cos’è e come la si raggiunge?
La crescita personale non è altro che la presa di consapevolezza che siamo unici e che per diventare quello che siamo abbiamo bisogno di occuparci di noi stessi. Scoprire la nostra vocazione e andarle dietro. Dobbiamo imparare a smettere di guardare fuori e guardare dentro. Ad ascoltare quella voce che viene da dentro e rifuggire dalle distrazioni di questa società che ha sempre qualcosa da farci fare o desiderare per impedirci di annoiarci. Dobbiamo rallentare e trovare il tempo di pensare.
Perché ogni giorno ci troviamo a un bivio a cui scegliere fra quello che siamo e quello che dobbiamo, e a questo incrocio ci troviamo in difficoltà perché siamo così distratti dalle voci degli altri da non riuscire più a sentire la nostra.
Nella mia esperienza, mi sono resto conto che ci sono tre strumenti fondamentali per imparare ad ascoltare la nostra vita:
- Autocompassione
- Gratitudine
- Meditazione
Autocompassione
L’ autocompassione non la capisci se non pensi prima alla compassione. Avere compassione degli altri significa ascoltarli mettendoci nei loro panni per cercare di capire cosa li angusti e aiutarli a trovare una soluzione. E per trovare quella soluzione lì, però, quello che facciamo è ritornare nei nostri, di panni, perché uno sguardo da fuori aiuta a riconoscere le cose per quelle che esse sono. Ed è allora, solo allora, che siamo in grado di offrire il nostro aiuto agli altri. Con affetto, con grazia, con gentilezza, perché riconosciamo il momento di difficoltà che stanno passando.
Perché non facciamo lo stesso con noi stessi? Questa è l’autocompassione.
La propria crescita personale non può non passare attraverso un momento di ascolto e com-patimento. Se ignoriamo le nostre sofferenze, se non impariamo a osservarle da fuori, adottando il non attaccamento, come possiamo trovare e proporci soluzioni alle nostre magagne?
Gratitudine
Come possiamo essere felici se non apprezziamo quello che abbiamo? Ci sono diversi modi di imparare a farlo, e una di questi — quello che forse preferisco — è tenere un diario della gratitudine che ci aiuti a riconoscere in ogni giorno, in ogni momento, quello che ci è dato e il valore di quello che ci è dato, perché la nostra vita è fatta di quello che abbiamo e non di ciò che desideriamo, e, quasi sempre, per quanto ti posso dire della mia esperienza, quello che abbiamo è più che sufficiente per renderci felici. Se solo troviamo il tempo e l’attenzione necessaria per rendercene conto.
D’altra parte, gli studi di tutti i principali ricercatori del settore, da Shawn Achor a Sonja Lyubomirsky, evidenziano la stessa cosa:
buona parte della felicità di cui possiamo godere risiede dentro di noi, ma non è gratis.
Siamo noi a doverla attivare, altrimenti resta lì e non se ne fa nulla nessuno. E che altro è la crescita personale se non un percorso attraverso il quale cerchiamo di essere più felici?
Meditazione
La meditazione è lo strumento principale che utilizzo per vivere la mia vita. Essa è la mia arma segreta. Il bottone che schiaccio tutte le mattine per introdurre dei margini nella mia vita, per fare spazio per me e mettere del tempo fra ciò che succede e come mi comporto, così da evitare di reagire agli accidenti quotidiani e imparare ad agire secondo le mie intenzioni, allineando le mie azioni con i valori che ho definito per la mia vita.
Scrive Richard Swenson in Margin:
Il margine è lo spazio fra i nostri impegni e i nostri limiti. È quello in più che hai a disposizione oltre a quanto necessario. È qualcosa messo da parte per contingenze e imprevisti. Il margine è la differenza fra il riposo e l’esaurimento, lo spazio fra respirare liberamente e soffocare.
Come cambiare se stessi
Quello che ho sperimentato nella mia esperienza è che cambiare se stessi è semplicissimo. Una volta che lo capisci. Il fatto è che, da cambiare c’è solo questo: che devi imparare a essere te stesso. Distaccarti da quella proiezione di te che fanno gli altri, e mettere nero su bianco con le tua azioni quello che sei. Perché fino a quando non ti mostri per quello che sei, gli altri continueranno a raccontare una storia diversa.
Crescita personale significa diventare se stessi. E per diventare noi stessi abbiamo bisogno di ascoltarci a cuore aperto, imparare ad apprezzarci e a rimanere soli con noi stessi, così da tirare fuori da noi quello che siamo ogni qual volta ce ne sia bisogno. E ce n’è di bisogno tutti i giorni.
È con questo spirito che continuo a raccogliere nel mio blog spunti per rimuovere tutto quello che ci distrae dall’essere noi stessi ed è con questa logica che ho creato La sfida di vivere intenzionalmente, il mio allenamento quotidiano, la mia pratica per tornare a essere quello che sono ogni volta che mi distraggo. Perché l’unico modo di crescere non ė smettere di distrarsi, ma imparare a ritrovare la concentrazione quando ti accorgi che qualcosa non va come vuoi.