5 palline
In un discorso di 60 secondi, il CEO di Google Sundar Pichai (non ho trovato l’originale, ma poco conta) ha invitato a immaginare la propria vita composta da 5 palline, quattro di vetro e una di gomma, da far girare in aria senza farle cadere. Quando una di quelle di vetro cade, va in frantumi, e non c’è modo di farla tornare come prima. Quella di gomma invece rimbalza, magari si allontana, ma puoi sempre recuperarla e sarà esattamente come prima.
Le palline di vetro sono:
- famiglia;
- salute;
- amici;
- anima.
La metafora ci indica la delicatezza di questi aspetti della nostra vita. Se non ce ne occupiamo, vanno in frantumi.
La pallina di gomma è il lavoro. Si può cambiarlo, si può perderlo, ce lo si può inventare, ne possiamo fare uno che non ci piace, ma in ogni caso il lavoro è lì. Se cade, si ricomincia da capo. Certo, può essere difficile, estremamente difficile e complicato, e quando capita di perdere il lavoro a volte ti ritrovi in un tunnel in cui non si vede la via di uscita. Ma pur sempre di un tunnel si tratta, e anche se non si vede, l’uscita c’è. Se cade una palla di vetro no.
La pallina di vetro si crepa, si rompe, si danneggia. Può andare in mille frantumi. E quando succede, è successo.
Per questo è importante creare armonia fra vita e lavoro. Non equilibrio, che come spiego nel libro Vivere intenzionalmente è impossibile, essendo il lavoro una pallina e la vita cinque. Se dedicassimo alle palline di vetro la stessa attenzione che dedichiamo a quella di gomma, probabilmente queste correrebbero meno il rischio di finire in frantumi. E questo è uno di quei casi per cui è troppo tardi.