15 parole magiche per un titolo
Questo, codesto, quello: solo uno di questi aggettivi dimostrativi è utile nei titoli dei tuoi post. Perché questa newsletter ti potesse sembrae più interessante ho deciso di usare un piccolo trucco. Ci sono infatti parole che usate nei titoli di un articolo o nei post di condivisione sui social aumentano la percezione del valore del contenuto. E siccome quello del valore percepito di ciò che fai è uno dei temi che mi sta a cuore, ho ben pensato di partire da qui. Utilizzare certi tipi di parole nel titolo di un post aiuta ad aumentare i click quando questo viene condiviso sui social network. Non è una grande novità, ma sul blog di Buffer l’altro giorno ho trovato un interessante post che affrontava il tema dopo un’approfondita analisi sui titoli dei principali blog americani che puntano tutto sul “mandare virali” i propri articoli, come per esempio Buzzfeed.
Dell’intero elenco di parole che si ripetono ti segnalo quelle che secondo me si possono usare anche nella nostra lingua:
- tu e tuo: aumenta il coinvolgimento personale da parte di chi legge;
- questo: aiuta a identificare l’oggetto in questione e aggiunge immediatezza;
- cosa, quale, chi, quando: sono tutte parole che introducono una domanda e di conseguenza lasciano intravedere una risposta, verosimilmente a una curiosità indicata nel titolo;
- perché: dovrebbe essere una parola connessa a una domanda, ma invece no, funziona meglio se sfruttata per indicare una spiegazione;
- gente, persone: queste parole possono essere sfruttare per indicare formule di successo o insuccesso. Credo siano utili anche i pronomi o indicazioni di categorie specifiche;
- video: alla gente piace vedere i video e se il tuo titolo indica che nell’articolo linkato c’è un video questo diventa automaticamente più interessante;
- il più, il migliore, come, guida: indicano tutte risorse potenzialmente utili per chi legge;
- numeri: inserire un numero nel titolo aiuta il cervello umano a identificare una lista di best practice da memorizzare e predispone il lettore alla lettura, creando in un certo modo delle scatole da riempire.