micro.blog

Manton Reece ha lanciato su Kickstarter una campagna per creare un nuovo strumento di publishing che consenta di connettere microblog in una timeline simile a quella di Twitter, con favoriti e risposte. La campagna ha già raggiunto il successo, ma proseguirà fino a fine gennaio. Sono fra i backer del progetto perché come Manton sento l’esigenza di un sistema open per microblog.

Internet è rotto

Facciamo un passo indietro. È evidente a tutti che la maggior parte dei nostri contenuti oggi è in mano a pochi che li controllano a proprio piacimento. Per lo più, Google e Facebook, a cui appartengono 8 su 10 delle top app che usiamo sui nostri smartphone. Poi ci sono Twitter e Medium. E qualcun altro ancora. Cos’hanno in comune questi “operatori del settore”? Ci mettono in condizione di raccontare le nostre storie.

E se chiudessero? Per quanto improbabile appaia – anche se già su Twitter qualche dubbio potremmo avercelo, visto che gli executive se ne vanno e nessuno se lo compra – la storia ci insegna che un social network dura sì e no 10 anni. Facebook c’è già arrivato ed è da un po’ che se ne teorizza il decadimento prima della fine del decennio. Guarda a caso, Mark Zuckerberg sta lavorando assiduamente a nuovi progetti, fra cui un tour degli Stati Uniti che sa di politica.

Torniamo a noi. Internet è rotto perché quando abbiamo qualcosa da dire lo affidiamo a qualcuno che lo utilizzerà per farci dei soldi. A qualcuno per cui il prodotto siamo noi, non l’utente. Facebook come Google e Twitter e Medium vendono la nostra attenzione ai propri inserzionisti. L’unico posto dove ciò non avviene è il nostro blog. E però, nessuno di noi – soprattutto nessuno di quelli che un blog non ce l’hanno – rinuncerebbe alle piattaforme social in cui bazzica.

Scrive Marco Arment circa questo problema:

We’ve all been pouring a lot more of our writing and attention into Twitter and Facebook than the rest of the web, and the diversity and decentralization of the web has suffered greatly. Far too much power now rests in far too few hands, and we’re starting to suffer tremendous consequences.

È qui che la soluzione di Manton funziona. Ti fai il tuo microblog gratis – o paghi 5 dollari al mese per hostarlo su micro.blog – e scrivi i tuoi contenuti con comodo sul web o tramite app 1. Micro.blog raccoglie i tuoi post in una timeline simile a quella di Twitter e Facebook, e se vuoi cross-posta i tuoi aggiornamenti su Twitter. Da qui puoi automatizzarne la ripubblicazione su Facebook tramite l’integrazione nativa o utilizzando Ifttt. Chi ti segue su Micro.blog puoi bookmarkare i tuoi post e risponderti.

Possesso

La differenza la fa il possesso dei contenuti. Quando i contenuti sono tuoi, decidi tu cosa farne. Quando non lo sono, dipendi dagli altri.

A differenza di un social network, micro.blog non ti chiude dentro al proprio ecosistema, ma ti lascia libero di distribuire i tuoi contenuti, che vengono importati tramite feed RSS.

WordPress e microblogging

Non è un caso che lo stesso fondatore di WordPress, Matt Mullenweg, abbia sostenuto il progetto di Manton tramite un tweet. WordPress è il blog per eccellenza, e può – tecnicamente – benissimo essere microblog.

Così come affianchiamo l’uso dei social a quello del blog, allo stesso modo possiamo affiancargli quello del microblog, creando una categoria, un custom post type o un dominio di terzo livello 2 da utilizzare per aggiornare i nostri follower senza bisogno di ricorrere ai social.

Personalmente, è un’esigenza che sento da tempo. WordPress ha già tutti gli strumenti necessari per creare un microblog in stile Tumblr, ma quello che propone Manton – e che è quello che cerco io – è la possibilità di creare un contenuto breve, in stile tweet, da divulgare poi dove mi pare e piace a me, mantenendone il controllo, rendendolo accessibile sul mio sito e integrandolo con il mio blog. E cioè, potendolo sempre ritrovare e potendolo gestire nei mie archivi personali.

Insieme al sito, Manton sta preparando anche un ebook per aiutare chi vuole a costruirsi il proprio microblog sul proprio sito.

Perché sostenere la campagna di micro.blog

Il motivo per cui ho finanziato la campagna è che Manton sta creando una piattaforma open di cui credo fermamente ci sia bisogno.

Avrà successo o resterà una specie di social per nerd? Se leggi questo blog, probabilmente ti ricordi come erano i blog all’inizio di Internet. La gente scriveva sul proprio sito e ci si leggeva a vicenda perché uno rispondeva all’altro e lo linkava, prima ancora del blog roll e degli RSS. Micro.blog è in un certo senso un ritorno alle origini.

PS: Dimenticavo: se finanzi il progetto su Kickstarter, cosa che dovresti fare se ci tieni a un’Internet open, avrai accesso fra i primi a micro.blog e potrai riservare il tuo nickname.


  1. Per ora è prevista solo un’app iPhone nativa, ma trattandosi di una piattaforma open altre ne arriveranno. 
  2. Tipo microblog.silviogulizia.com