Dove lo trovo, il tempo?

Mi serve più tempo per stare con la mia famiglia, giocare a calcetto e soprattutto scrivere. Dove lo prendo? Mentre rimuginavo su questo dilemma, negli scorsi giorni ho ricevuto l’email di una mamma che lavora 12 ore al giorno e quando rincasa è costretta a scegliere fra una doccia calda per riprendersi un po’ e ascoltare la propria figlia ripetere la lezione di scienze. Abbiamo tutti lo stesso problema: dove lo troviamo più tempo? Io una mezza soluzione ce l’ho, ce l’ho sempre avuta, e grazie a quella email l’ho ritirata fuori e ho goduto subito dei vantaggi di essa.

Non tutto il tempo è uguale

La mia soluzione è radicata in anni di ricerche, ma è anche parecchio semplice: dal lavoro. E dalle attività di tutti i giorni. Smettendo di fare tante cose bene, e iniziando a fare bene le cose importanti. Perché il tempo quello è, non è che ne puoi avere di più di quello che hai.

Come ci insegna il principio della scarsità dei fattori, osservato dall’economista Vilfredo Pareto in diversi ambiti della vita umana, il 20 per cento delle cause determinano l’80 per cento degli effetti. Che tradotto nella vita di tutti i giorni significa più o meno questo: solo da alcune delle cose che facciamo deriva il nostro successo all’interno della famiglia, del lavoro, e nella vita personale.

Lavorare meno e ottenere gli stessi risultati

Applicare questo atteggiamento nel campo del lavoro è complesso, ne convengo. Lavorare meno sembra un sogno, ma paradossalmente lavorando meno lavoriamo meglio. Perché se per una data attività abbiamo a disposizione una settimana, i risultati che porteremo a casa deriveranno da meno di una decina delle ore che spenderemo sul dato progetto. Per lo più quelle dell’ultimo giorno. Questo perché nel resto del tempo saremo più inclini ad accettare le distrazioni che ci arrivano dall’email, dalla nostra tendenza al perfezionismo, dal volere mettere dentro tante più cose possibili, dal discutere con i colleghi sulla validità di una data soluzione, sul cercare tutte le alternative possibili su Google, nel parlare al telefono con call center o altre mille distrazioni che pervadono la nostra vita, provando a distrarci mediamente una volta ogni 11 minuti.

218 distrazioni

Fatti due conti: per un progetto di una settimana, riceveremmo in media 218 distrazioni. Se quel progetto fossimo costretti a realizzarlo in due giorni, la prima cosa che taglieremmo sarebbero proprio quel tipo di distrazioni di cui scrivevo poc’anzi. Concentrandoci — e obbligando il nostro cervello a concentrarsi — su quello che conta. Su ciò che fa la differenza. Su ciò che consente di raggiungere gli obiettivi.

Un’ora in meno, un’ora in più

Lavorare meno significa:

  • eliminare le distrazioni;
  • spendere il nostro tempo in ciò in cui possiamo fare la differenza;
  • inquadrare gli obiettivi e pianificare le azioni determinanti per raggiungerli.

Da qualche giorno ho iniziato a staccarmi dal lavoro un’ora prima. I risultati che sto ottenendo, anziché peggiorare, sono migliorati, e i miei clienti alla fine è questo quello che giudicano.

Nel lavoro infatti quello che conta sono gli obiettivi raggiunti. Lavorare intenzionalmente significa concentrarsi sugli obiettivi ed eliminare le distrazioni. Per riuscirci, la cosa più facile è tagliare il tempo che abbiamo a disposizione. Prova a importi di lavorare un’ora in meno ogni giorno e vedi che succede.