Il processo di scrittura
Ci sono diversi modi di scrivere un articolo. Puoi buttarlo giù di getto, fare una scaletta e seguire la scaletta, o prendere dei pezzi e metterli insieme. Con il tempo, ho imparato a mixare queste tre cose per costruire un processo di scrittura che funzioni. O almeno, che per me funzioni. Quello che segue è il processo che attualmente utilizzo per la mia newsletter domenicale Vivere Intenzionalmente, che incarna questo nuovo concetto di blog di cui ho scritto nei giorni precedenti.
Scelta dell’idea
Tutto quello che scrivo nasce in Ulysses, che oggi uso anche come alternativa a Evernote. Qui ho un gruppo ”ideas” per ogni progetto, dal quale pesco quello su cui voglio scrivere. Di solito questo avviene uno o due giorni prima di quando inizio a lavorarci, così ho tempo di ragionarci sopra. Durante questo periodo, se mi vengono in mente spunti relativi all’idea, li aggiungo nelle note del file.
Outline
Se si tratta di un articolo semplice, scrivo direttamente l’outline nel file di Ulysses. Spesso, nel momento stesso in cui scelgo l’idea su cui lavorare. Diversamente, se si tratta di un articolo complesso, passo attraverso una sessione di brainstorming con Mindnode oppure in Goodnotes con l’Apple Pencil.
Prima (schifosa) bozza
La prima volta che scrivo l’articolo tiro dritto come un treno, raccontando la mia esperienza ed elaborando il mio pensiero in merito all’argomento che ho scelto, senza mai editare il testo. Utilizzo la tecnica pomodoro attraverso un timer particolare, Forest, che mi blocca l’accesso all’iPhone, il quale ha pure le notifiche disattivate. Metto gli AirPods e ascolto la pioggia tropicale, uno dei suoni inclusi nell’app, anche se preferirei un timer tradizionale, che mette più pressione. Più veloce scrivo, infatti, più sono concentrato su ciò che è davvero importante. Quello che dimentico di scrivere, nella maggior parte dei casi, aggiunge poco o nulla a quello che volevo raccontare.
Durante la scrittura della prima bozza aggiungo direttamente nel testo dei commenti per ricordarmi dove è necessario aggiungete materiale di supporto o link.
Nota per me stesso: comprare un timer analogico da tenere sul tavolo così il telefono posso tenerlo lontano ed eliminare del tutto le distrazioni che esso mi genera.
Materiali di supporto
Finito di scrivere la prima bozza, mi dedico alle ricerche necessarie per integrare quello che ho scritto. I materiali di supporto possono essere diversi: testi, PDF, video, immagini. Metto tutto negli allegati del foglio in cui sto scrivendo, eccezion fatta per i PDF che vengono salvati nell’app Files del mio iPad. Scrivo solo qui perché l’iPad è la macchina per scrivere del nostro tempo.
Editing
Quando ho una prima, schifosa, bozza e del materiale di supporto, rivedo l’intero articolo eliminando le righe dell’outline — che spesso diventano titoli dei paragrafi — aggiustandone la forma, e rileggendo il tutto per vedere se fila.
Rilettura e confezionamento
La fase di rilettura dell’articolo avviene quasi sempre a distanza di tempo. Prima lo rileggo io, poi lo faccio rileggere a Siri. A quel punto, lavoro a un titolo che funzioni e cerco una foto adeguata a esprimere il concetto chiave dell’articolo.
Diffusione
I miei articoli sono scritti in esclusiva per la mia newsletter. Quindi, una volta terminati, esporto il testo e lo inserisco in Mailchimp, programmando l‘invio per la domenica mattina, quando i miei lettori hanno più tempo per dedicarsi alla lettura di quello che scrivo. Due giorni dopo, l’articolo viene pubblicato sul sito, anche se non sempre, e il giovedì lo diffondo su Medium (anche qui, non sempre)