Se non usi già Google+ questo post ti ci trascinerà
Claudio Gagliardini è un mostro. Una cosa a metà fra Godzilla e King Kong per l’impatto che la sua calata su Google+ ha avuto sulla civiltà del social network. In 80,170, mentre scrivo, l’hanno già accerchiato. Aggiungi che è uno dei social media cosi più capaci d’Italia e che è simpaticissimo e capirai perché sono corso ad ascoltarlo allo IAB forum con l’obiettivo di capire meglio Google+ come funziona. Di seguito alcuni appunti random circa quello che ha detto durante il suo workshop su G+.
Le cerchie sono un elemento di rottura rispetto all’amicizia di Facebook o il following di Twitter. Con le cerchie infatti posso cercare di coinvolgere i miei contatti perché comunque la notifica gli arriva. Aggiungo io che ora puoi inviare a chiunque sia su Google+ un’email pur senza conoscere la sua email. Chiaramente la potenza è nulla senza controllo, ma in questo caso puoi mettere da parte questa cosa come arma segreta per coinvolgere i tuoi follower in caso di estrema necessità.
Nel tuo profilo di Google+ ci devi mettere tutto quello che vuoi si sappia su di te perché non è un social come gli altri, è il tuo profilo pubblico all’interno del motore di ricerca che tutti usano. Inoltre puoi importare le cerchie in Gmail e sfruttarle per tenere aggiornata la tua rubrica: quando una persona cambia numero di telefono su Google+ il suo contatto viene automaticamente aggiornato.
Il +1 uno non equivale al like. È un segnalibro che influenza il motore di ricerca. Come oggi incida sulla la serp è ancora segretissimo. Per ora sappiamo solo che funziona solo quando sei loggato. Aggiungo io che chiaramente i +1 hanno un’influenza maggiore dei like sul determinare la posizione di un articolo per un tema nelle ricerche di Google. Non avrebbe senso che non ce lo avesse, per altro: il +1 è un supporto pubblico, il like è dato sempre in forma semi-privata.
Fondamentale quando si usa Google+ è collegare il proprio sito al proprio profilo, come autore, o eventualmente collegarlo con una pagina ad hoc creata su Google+. Nei risultati del motore di ricerca questo è fondamentale per collegare anche visualmente pagine, post e autori. II contenuto sociale è la nuova link building ha sottolineato Claudio, aggiungendo: Cerchie e community sono i nuovi forum. Come dargli torto? La gente sta iniziando a popolare questi spazi perché sono più agevoli da usare rispetto a Facebook. In un certo senso siamo all’inizio del nuovo web. No, ok, detta così suona tanto di supercazzola: Google+ è una nuova piattaforma per discutere con le persone in modo diverso da Facebook. I gruppi e le pagine di Facebook sono infatti un fallimento dal punto di vista della praticità d’uso e della reach. L’unica differenza, per ora, è che su Facebook ci sono quasi tutti. Ed è chiaramente una grande differenza. Solo che se scrivi una cosa su Facebook la vedono i tuoi amici e magari i loro, anche se è pubblica non è detto che altri la trovino. Se scrivi una cosa su Google+ diventa pubblica: chi compie ricerche in Google ci si potrebbe imbattere. Chiaramente in questo caso la tua importanza come autore, i +1, le cerchie in cui sei incluso incidono. Al punto che personaggi come Robert Scoble hanno iniziato a bloggare direttamente su Google+.
I social media avranno sempre più peso sui motori di ricerca, è chiaro, perché le azioni social inducono a compiere azioni. In futuro i social network offriranno sempre più risposte alla gente, ma si tratterà di risposte che possono essere influenzate dalle aziende che lavorano sui social, sostiene Claudio. Sono d’accordo con lui: creare una pagina su Google+ oggi significa mettere un seme che germoglierà nei prossimi anni. E che forse ha già un impatto sui risultati di ricerca. Tanto più che nelle serp stanno iniziando a comparire gli hashtag e quando cercate qualcosa su Google vi ritrovate nei risultati di ricerca anche i post scritti su Google+.
Mia considerazione finale. Google+ non è un social network. Google+ è il Google di domani. O qualcosa del genere.