Godersi il blog
Uno dei motivi principali per aprire un blog è la voglia di scrivere e di divertirsi. Il motivo principale, è volere un blog. Poi, quando inizi a scrivere, cominci a domandarti perché nessuno ti legge, e allora scopri che per fare traffico devi stare dietro alle notizie del giorno, copiare quello che scrive chi ha già avuto successo, o cercare di intercettare i trend delle keyword su Google, ma che senso ha tutto questo? Tutti siamo passati da questa riflessione, solo per renderci prima o poi conto che i blog di successo sono quelli originali.
Negli ultimi anni ho iniziato a leggere sempre più blog di persone comuni su argomenti di mio interesse e mi sono accorto che solo alcuni di loro portavano qualcosa di unico nella mia vita. L’originalità è il fattore di successo di un blog.
La cosa più importante del blog
Mettere le mani sulla tastiera e scrivere è la parte più bella del blog. Quando batti sui tasti per tirare fuori qualcosa che esiste solo dentro di te le parole fluiscono senza evocarle e il tempo rallenta fino a comprimersi in pochi attimi di magia che gli altri misurano in ore di solitudine. Quando invece cerchi di mettere insieme esperienze altrui e tradurle in qualcosa di commestibile per un pubblico di utenti unici — che sta lì sui motori di ricerca o sui social network in cerca di soluzioni alle magagne della propria vita o ai casi complicati di un lavoro che richiede continua formazione — bloggare diventa difficile e a volte noioso.
Godersi il blog significa tirare fuori quello che abbiamo dentro di noi, raccontare agli altri quello che abbiamo visto e imparato lungo la nostra strada, come sto facendo ora con questo blog, oppure prendere di petto un problema che ci logora e condividere con gli altri tutte le iniziative che abbiamo sperimentato per risolverlo, che è poi quello a cui senza accorgermi ho dedicato Vivere Intenzionalmente.
I blog di Zuck
In questo, Mark Zuckerberg è stato molto bravo a offrire a miliardi di persone uno strumento di microblogging decisamente più semplice da usare e più funzionale di quello proposto da Twitter, Google, Medium, WordPress, Squarespace e compagnia bloggante (do you remember Splinder?). Su Facebook c’è molta gente che non si limita a imprecare contro il governo di turno, lamentare i soldi per le startup che non ci sono mai, o rendere pubblico quello di cui si nutre, ma che racconta episodi della propria vita e da quelli sviluppa più ampie riflessioni che poi sfociano in un dibattito fra amici, amici di amici, e sconosciuti. Dovremmo imparare da loro.
Solo che un blog è un giornale. Un giornale di bordo. E nel giornale di bordo ci scrivi solo le cose relative alla tua avventura, non alla qualunque. Per questo il blog è a volte difficile: perché esso deve parlare della tua vita, della tua esperienza, e deve essere innanzitutto un piacere per te scriverlo prima che per gli altri leggerlo.
Gli X factor del blog
Questi sono a mio avviso gli elementi chiave di un blog:
- Il contributo personale, frutto dell’esperienza, che è sempre maturata sul campo, della ricerca, che richiede un lavoro di tipo giornalistico, o della riflessione o critica individuale, che impegna ancora di più la mente e richiede un background filosofico.
- L’utilità per gli altri, ma non per tutti, di quello che scriviamo, perché se non è chiara la risposta alla domanda “In che modo questo post ha cambiato la mia vita” — fosse anche solo “Mi ha regalato uno spunto su cui riflettere” o “Mi ha fatto sorridere” — allora il tempo della lettura è sciupato e il lettore sarà da quel momento innanzi diffidente nei nostri confronti. Poi è chiaro che non piaceremo a tutti perché neppure Gesù Cristo ci è riuscito e chi siamo noi per presumere di essere meglio?
- Il divertimento, la passione che ci mettiamo, perché se questa cosa non risuona in ogni singola parola che digitiamo, allora siamo su un binario morto, e non si capisce che lo scriviamo a fare, questo benedetto blog.
Blog = godimento unico
Godersi il blog significa attingere alla propria esperienza, alle proprie ricerche, alle proprie riflesssioni e condividere con chi ci legge — gli amici di blog, o amici di email — qualcosa di cui ti siederesti volentieri a discutere davanti a una birra.
Se non mi divertissi a scrivere, se non provassi l’urgenza di condividere con altri qualcosa che considero importante perché tutti ne possano trarre beneficio, allora non avrebbe senso tutto questo tempo che spendo per pubblicare articoli originali online. Tanto varrebbe farlo nel diario personale. Il blog è vero blog solo quando è un godimento unico.