Questi numeri spiegano perché i giornali tradizionali sono già morti
If you are a journalist at a print publication, your job is in danger. Period. Time to do something about it.
Così su Medium Clay Shirky, studioso degli effetti economici delle tecnologie legate alla rete.
Ho avuto proprio quella sensazione cinque anni fa, quando ho deciso di stracciare un articolo 1 per mettermi a scrivere on line. Allora ero ancora aggrappato al concetto di posto fisso, che oggi invece associo a quello di rischio.
Contrary to the contrived ignorance of media reporters, the future of the daily newspaper is one of the few certainties in the current landscape: Most of them are going away, in this decade. (If you work at a paper and you don’t know what’s happened to your own circulation or revenue in the last few years, now might be a good time to ask.)
Parlerò di quello che sta per succedere nel mondo dell’informazione al Festival della Comunicazione di Camogli sabato 13 settembre. In quell’occasione proporrò uno sguardo su quanto è già accaduto, individuando i trend in corso e offrendo una panoramica sulle startup che stanno per cambiare radicalmente il nostro modo di informarci. Ne ho già accennato in un post sul blog di Working Capital (Media industry e startup: ecco perché il terremoto è un’opportunità) e ne avevo trattato sull’Huffington Post nel 2013 (App giornalismo: l’informazione a misura di lettore)
Quello che succederà ai giornali tradizionali purtroppo è abbastanza evidente:
As digital alternatives become attractive while print circulation withers, business will start to shift their money away from inserts. When the inserts go, Sundays won’t prop up the rest of the week. When Sundays turn bad, the presses will become unprofitable. And when the presses become unprofitable, it will trigger the extraordinary costs involved in shrinking or ending the print operation.
Qualcuno sopravviverà. In altro modo. Ti consiglio di leggere il Rapporto sull’innovazione del New York Times o di venire ad ascoltarmi a Camogli. Si tratta di una lettura parecchio interessante da cui ho tratto diversi spunti per il mio intervento. Il NYT è l’unico gruppo che ho visto progettare il futuro consapevole che, come ha annunciato Arthur Sulzberger, editore del giornale, We will stop printing the New York Times sometime in the future, date TBD.