Il tempo di vivere
Ci lamentiamo spesso perché non abbiamo il tempo di vivere, e invece quel tempo ce l’abbiamo ed è anche più di quanto ci serva. Solo che trattiamo questa risorsa, la più importante a nostra disposizione, come se ne avessimo una quantità infinita, mentre invece è finita e non conosciamo la quantità che ce ne è data.
Questo è uno dei principali insegnamenti di Seneca, il cui De Brevitate Vitae è uno dei principali testi per chi è interessato al time management e per chiunque si senta oppresso dalla mancanza di tempo e brami un cambiamento nella propria vita. In questo articolo ne ho rivisitato i concetti principali.
Seneca chi?
Per comprendere fino in fondo l’insegnamento di questo filosofo, drammaturgo e politico italiano, vissuto ai tempi di Gesù Cristo, è bene che io ti racconti alcune cose della sua vita.
Ti risparmio le vicende del Seneca giovane, che gli costarono una condanna a morte prima e un esilio poi, e ti introduco alla sua vita nel momento in cui la madre di Nerone lo chiama per educare il futuro imperatore. Gli anni di buon governo di Nerone sono proprio quelli in cui il regnante è affiancato dal filosofo. Che però non esita a consigliare l’imperatore per l’esecuzione della madre quando i due entrano in conflitto.
Una serie di contrasti con Nerone porta poi Seneca a ritirarsi a vita privata, come per altro pare intendesse fare da tempo. Successivamente a una congiura contro di lui – di cui forse Seneca era solo a conoscenza – l’imperatore gli impone la morte per suicidio, raccontata da Tacito.
Insomma, Seneca non è stato uno stinco di santo, ma di certo è uno che la vita l’ha pienamente vissuta.
Una fallace invidia
Una delle riflessioni più importanti di Seneca è quella sugli uomini dai capelli bianchi. Non c’è motivo di invidiare una vita lunga, sostiene il filosofo, perché non sai quanto a lungo abbiano vissuto gli uomini dai capelli bianchi e quanto invece abbiano solo consumato il tempo a loro disposizione.
A volte, a fine giornata mi pare di aver fatto mille cose e nessuna, e mi ritrovo con la sensazione di essere rimasto con in mano niente. Come antidoto contro questa malattia ho deciso di impegnarmi per vivere intenzionalmente, così da non arrivare in fondo alla mia vita senza accorgermi che essa è trascorsa, seguendo l’ammonimento di Seneca.
Procrastinare la vita
In una società strutturata per distrarci, che pretende la nostra attenzione tramite notifiche e pubblicità più o meno occulte, disseminate lungo ogni nostro percorso e nascoste spesso dietro l’inganno del gratis, il rischio più grosso che corriamo è morire senza aver vissuto.
Bada, non intendo “morire anzitempo”, come si dice quando un giovane perde la vita in un incidente stradale. Il valore di una vita non è definito dalla sua lunghezza.
Prendi per esempio Aaron Swartz, suicidatosi a 26 dopo aver contribuito alla creazione e sviluppo degli RSS, del Markdown, di Creative Commons e di Reddit. Il tempo che ha avuto l’ha vissuto tutto. Come ci insegna Seneca, c’è una profonda differenza fra vivere e spendere il tempo a nostra disposizione.
Siamo tutti prigionieri
La vita si divide in tre tempi, analizza Seneca: passato, presente e futuro. Il presente è breve, il futuro incerto, il passato sicuro. Ognuno consuma la propria vita e si tormenta per il desiderio del futuro e per la noia del presente, sottolinea il filosofo romano. Così finiamo tutti con l’essere “semi liberi”, come si definì una volta Cicerone.
O prigionieri. Qualche giorno fa ti raccontavo questa mia idea in un articolo intitolato L’evasione: siamo tutti prigionieri, ma fino a che ne siamo ignari non ci è possibile fuggire.
Il paradosso del prigioniero
Hai un minuto? Hai cinque minuti? Ti posso rubare due minuti? Non ti capita anche a te tutti i giorni di ritrovarti imbragato in simili dialoghi? A volte ne sei vittima, altre non dubito che tu sia stato il carnefice.
Diamo via e chiediamo la cosa più importante che abbiamo, il tempo, come non ne avessimo bisogno. Siamo assurdi. Stiamo tutti morendo, un giorno alla volta, un minuto alla volta, ma chiediamo e regaliamo minuti e giorni come se ne avessimo in eterno.
Gli affaccendati
La cosa più ridicola è che abbiamo sempre qualcosa da fare, ma spesso quel qualcosa non è deciso da noi. Quindi non abbiamo mai tempo, però se qualcuno ci chiede due minuti glieli diamo, perché ci avanzano.
Seneca definisce quelli che sciupano la propria vita affaccendati. Un animo intento a più cose non approfondisce nulla, sottolinea il filosofo, richiamandomi alla mente quelli che si lasciano uccidere dal multitasking. Chi si affaccenda in mille cosa respinge ogni novità come se fosse introdotta a forza.
Questi affaccendati vivono ogni giorno per conquistare qualcosa di più, senza chiedersi se poi avranno il tempo di gestirlo, questo di più.
Mi è venuta in mente questa riflessione durante la ricerca di una nuova casa. Io e mia moglie un giorno ci siamo resi conto che con un piccolo sforzo potremmo prendere una bella villetta. Presto però ci siamo resi conto che questo comporterebbe un mutuo molto più pesante, un impegno maggiore nel tenere in ordine e manutenere la casa, e dovremmo affrontare molte più spese di condominio e così via. “Quanto ha ragione Seneca!”, mi sono detto.
E non è lo stesso per il lavoro? Ho iniziato la carriera di giornalista auspicando di entrare in redazione e avere il tesserino, solo per rendermi poi conto che una volta compiuti questi passi smetti di cercare storie e scriverle, ti ritrovi sommerso di responsabilità e ti è richiesto un lavoro di editing e organizzazione di cui prima non ti curavi e che anzi ora ti viene a noia.
Imparare a morire
Vivere intenzionalmente è il mio obiettivo per mettere la vita al sicuro. Seneca affronta il tema molto approfonditamente nella parte finale del suo testo, discutendo di procrastinazione e morte.
L’autore attacca chi differisce i buoni propositi ai cinquanta e sessanta anni, con l’intenzione di “iniziare la vita lì dove pochi sono arrivati”.
Quante volte nella mia vita mi sono ritrovato in questa condizione! Ho rimandato più volte delle cose importanti solo per scoprire che stavo mentendo a me stesso, come ho poi raccontato nell’articolo Se solo avessi tempo.
Così come non si smette mai di imparare a vivere, allo stesso modo non si smette mai di imparare a morire. Sei pronto per farlo?
Per Seneca l’unico modo di farsi trovare pronti di fronte alla morte è aver speso il proprio tempo vivendo.
Agli affaccendati non resta mai tempo per vivere. Muoiono magari ricchi e circondati da ogni bene, ma sono poveri dentro e non hanno che rimpianti nel loro ultimo giorno.