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Setapp, alternativa al Mac App Store per professionisti

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
4 minuti
Setapp, alternativa al Mac App Store per professionisti

Il Mac App Store è rotto. Idealmente, la sua funzione dovrebbe essere quella di offrirti il miglior software a seconda delle tue esigenze, ma quello che succede è che trovare l’app che fa per te assomiglia sempre più a un’impresa. Oleksandr Kosovan, founder e CEO della software house ucraina MacPaw, che distribuisce due dei migliori prodotti per Mac, CleanMyMac e Gemini, ha deciso di risolvere il problema con un unstore, un’app che contiene le migliori altre app: Setapp.

Tutte le app che ti servono con un solo abbonamento

Setapp oggi è in beta a inviti, ma i miei lettori hanno un accesso privilegiato utilizzando il link in coda all’articolo. Verrà lanciata il prossimo anno, e richiederà un abbonamento di 9,99 dollari per avere a disposizione le migliori app per Mac testate e selezionate dal team di MacPaw.

Sto provando Setapp da qualche giorno. Al momento ci sono una cinquantina di app, ma l’obiettivo è arrivare a 300. Diverse app presenti erano già presenti nel mio Mac. Segno che, almeno dal mio punto di vista, la selezione di MacPaw è più che valida. Ecco una breve lista di quello che ci ho trovato:

  • CleanMyMac
  • Gemini
  • Ulysses
  • Alternote
  • Aeon Timeline
  • Blogo
  • Focused
  • Taskpaper
  • Marked
  • Pixa
  • Rapid Weaver
  • Focused
  • Get Backup Pro.

Tutte le app sono aggiornate all’ultima versione, prive di pubblicità, complete, senza in-app purchase e disponibili senza alcun costo aggiuntivo nella loro interezza, fino a quando sei abbonato.

Prime impressioni

Setapp si installa in un clic. Richiede dei componenti aggiuntivi come VirtualBox che si scarica e installa da sola. Le app sono contenute in una cartella accessibile dalla menu bar o direttamente nel Finder, e che per comodità puoi spostare nel dock.

setapp-menu-barDal menu bar puoi cercare fra le app presenti in Setapp quella che fa al caso tuo e aprirla in modalità preview, in cui trovi descrizione e screenshot che sei abituato a vedere nel Mac App Store. Peccato che queste preview non si possano sfogliare. Per ogni app di cui vuoi sapere cosa fa devi ripetere l’azione di aprirla e leggerti la descrizione.

Abbonamento sì o no?

Il modello proposto da MacPaw è quello a cui siamo stati abituati da Netflix: abbonamento mensile per avere il top delle app che ci sono in circolazione. Almeno, questa è la promessa, e sicuramente MacPaw è partita con il piede giusto.

La soluzione di Setapp è interessante: consente di provare tutte le app che sono presenti e poi scegliere quella che vogliamo usare, senza più preoccuparci del costo dell’app, di eventuali aggiornamenti o in-app purchase.

Dal punto di vista degli sviluppatori, è la soluzione al problema di come trattare i propri utenti. Se gli vendi un prodotto, infatti, prima o poi gli devi vendere un aggiornamento o una nuova versione, altrimenti quelli non spendono più un euro con te, pur pretendendo che tu continui a tenere in funzione e aggiornato il tuo software. Setapp propone un modello di revenue sharing per cui gli sviluppatori ricevono un tot in proporzione a quanto la loro app viene usata più un bonus per gli utenti che si abbonano attraverso il proprio referral.

setapp-installazione-nuova-app

Schermata descrittiva delle app proposte da Setapp. Basta cliccare su “open” per installarle.

Dal punto di vista dell’utente, Setapp offre un radicale cambio di paradigma: il software non più come un prodotto da selezionare e poi acquistare, ma come un servizio in cambio di abbonamento. MacPaw testa e seleziona le migliori app per ogni soluzione e ce le mette a disposizione con un clic. Dal punto di vista del professionista è senz’altro un’ottima soluzione, mentre lo è forse meno per l’utente il cui Mac non è uno strumento di lavoro.

Non ho visto statistiche in merito, ma la questione è semplice: spendi più di 120 dollari all’anno per il software del tuo Mac? Probabilmente no, ma facciamo una considerazione. Negli ultimi anni sia Microsoft che Adobe sono passate dalla vendita di singole licenze ad abbonamenti mensili e più in generale questa è la tendenza che sta prendendo piede fra gli sviluppatori: non più vendere il singolo prodotto, ma offrirlo gratuitamente, o a prezzo calmierato in una versione monca delle top feature, e poi chiedere un abbonamento per avere delle funzioni pro a chi ne fa il maggior utilizzo.

Personalmente, non vedo troppo di favore questo trend, ma dobbiamo riconoscere che se vogliamo un prodotto sempre aggiornato e sempre funzionante a un certo punto dobbiamo pagarne lo sviluppo. Pagare un tot ogni due o tre anni o un poco al mese, in fin dei conti, non fa la differenza.

Dobbiamo vedere quali saranno le 300 app comprese nel pacchetto. Se ci fossero tutte le app che uso per lavorare, ne varrebbe certamente la pena. A oggi ne mancano ancora tante e molte le ho già comprate. Ecco: come fai a convertire gli utenti che si sono già comprati le app più care?

Ecco gli inviti per avere la beta di Setapp

Gli amici di MacPaw mi hanno messo a disposizione 50 inviti per i miei lettori. Puoi scaricare la beta – completamente funzionante, e non devi pagare nulla – da questo link. Se non funziona, vuol dire che altri 50 sono stati più veloci di te, e puoi sempre chiedere un accesso dal sito di Setapp facendo la fila come tutti gli altri.

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.