Salta al contenuto

RSS: perché usarli e come trarne davvero beneficio

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
4 minuti
RSS: perché usarli e come trarne davvero beneficio

Questo articolo sugli RSS è parte di una serie sulla dieta informativa per giornalisti e blogger. Se sei interessato al tema, iscriviti al form in fondo al post.

Molte persone credono che gli RSS siano morti per il semplice fatto che Google Reader non esiste più. Eppure, dalla morte di questo, blogger, scrittori, giornalisti, professionisti e semplici lettori hanno iniziato a utilizzare diversi servizi a pagamento per selezionare le fonti di informazioni o i blog che vogliono seguire.

Il principale problema che le persone hanno con gli RSS è che non li sanno usare. Della morte di Google Reader, il vero beneficiario è stato Feedly, che offrendo un servizio gratuito molto valido ha consentito una facile migrazione agli utenti di Reader, ma non li ha aiutati a generare valore dai propri feed.

Prima che Feedly offrisse servizi a pagamento, sono nati diversi altri tool molto potenti, come FeedWrangler, Feedbin, Fever, Newsblur, The Old Reader, Minimal Reader, Digg Reader e Inoreader. Soprattutto in ambito iOS, sono nate diverse app per l’utilizzo di questi feed, come Reeder, Unread, FieryFeeds, Reconnaissance, Sidetrack, Slowfeed o le stesse app di FeedWrangler, Feedbin e Inoreader. A queste dedicherò un successivo approfondimento. Oggi voglio concentrarmi sull’uso che facciamo dei feed.

L’errore più grosso nell’uso degli RSS

Chi inizia a usare feed reader è tentato fin dall’inizio di aggiungerci tutto quello che legge, tutte le fonti di informazioni da cui si approvvigiona. A volte questo può essere utile, per esempio per controllare cosa pubblicano i concorrenti, ma il più delle volte è dannoso perché non fa altro che generare rumore di sottofondo. E anche quando è utile, se non riesci a gestire i feed in maniera appropriata questo ti si ritorce contro.

Iscriversi agli RSS di Repubblica, Wired o TechCrunch significa ritrovarsi con centinaia di articoli “da leggere” ogni giorno.

Per un uso “sano” degli RSS occorre essere selettivi nei confronti di quello che leggiamo. Quindi magari iscriversi a categorie di un determinato sito, oppure creare un Google Alert per tutti gli articoli che parlando di startup su Repubblica.it (startup site:repubblica.it) e iscriversi tramite il proprio lettore al feed generato da Google. Curiosamente, Big G non ha dismesso questo servizio, così come non ha dismesso Feedburner, il tool che serve a generare il proprio feed RSS e gestirlo con opzioni pro.

Gli RSS sono un potente strumento per approfondire i nostri interessi più che per monitorare le news.

A un blogger o giornalista essi saranno utili soprattutto per:

  1. informarsi sui temi specifici di cui tratta, come iPhone, politica interna o startup;
  2. monitorare i competitor;
  3. mantenere uno sguardo sulle notizie della giornata.

Selezionare e filtrare in automatico i propri feed

Tutti o quasi i servizi a pagamento consentono di filtrare gli RSS attraverso cartelle, query di ricerca su specifici temi, filtri automatici che marcano come già letti quegli articoli che non ci interessano perché parlano di Trump, sono sponsored post o promuovono un podcast che non ascoltiamo, tag automatici per organizzare gli articoli, aggiungere ai preferiti articoli che trattano di un particolare argomento o ricevere notifiche push sul proprio smartphone.

Questi strumenti consentono di individuare ciò che vogliamo leggere e filtrare il rumore di sottofondo.

Purtroppo, di tutti i tool a pagamento, l’unico che anche nella versione free offre un filtro gratuito è Inoreader.

Integrazioni per power user

Chi utilizza RSS troverà ulteriori strumenti di potenziamento nei seguenti tool e app, che sono solitamente integrati e connessi via web:

  • Instapaper: servizio di read it later recentemente acquisito da Pinterest, che consente gratuitamente di leggere articoli, evidenziarli, aggiunge note, o ascoltare quello che abbiamo messo da parte mentre andiamo al lavoro o corriamo al parco. Pocket (acquisito da Mozilla l’altro giorno) è una seconda scelta, in quanto non offre un sistema per evidenziare e annotare gli articoli.
  • Pinboard: servizio che ci consente di catalogare link e note organizzandole per tag, creando così un serbatoio di informazioni che ci possono tornare utili per la scrittura di un nuovo articolo o la produzione di un documento.
  • IFTTT: app che consente di collegare più strumenti e app fra loro, salvando per esempio un articolo marcato favorito in Instapaper, o inviandolo per email, o ancora di monitorare un RSS e postare sui social qualunque articolo pubblicato da Repubblica, Corriere o Wired sull’intelligenza artificiale, o inviare alla propria email ogni articolo che tratta del tema su cui stiamo scrivendo (questo è un po’ più complesso e dipende dal servizio di feed reader scelto).
  • Workflow: app iOS per creare automatismi, che può essere collegata con IFTTT per esempio per postare su tutti i nostri social un articolo aggiungendo uno specifico testo per esso senza dover aprire in fila Facebook, Twitter e Linkedin.

Esempi pratici

Io filtro tutti gli articoli che parlano di startup sui principali quotidiani generalisti, in modo da averli in una cartella del mio lettore. Li passo al volo e quando ne trovo uno che mi interessa con un tap / click lo salvo in Instapaper. Quando ho finito, apro Instapaper per leggere gli articoli messi da parte, o ascoltarli mentre mi sposto per lavoro da solo. Qui evidenzio le parti interessanti e se è il caso “preferisco” l’articolo. Instapaper ha un’opzione per salvare su Pinboard tutto quello che “preferisco”, così come permette di salvare le parti evidenziate in un notebook di Evernote.

Quando poi devo scrivere un articolo, attingo a Instapaper o Pinboard (una volta lo facevo con Evernote) per informazioni e fonti che mi servono.

Scrivere

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.