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I rituali del mattino

Silvio Gulizia
Silvio Gulizia
6 minuti
I rituali del mattino

“Noi siamo quello che facciamo ripetutamente. L’eccellenza, quindi, non è un’azione, ma un’abitudine.”

— Will Durant sintetizzando Aristotele

Essere riuscito a crearmi un rituale del mattino, che comprende l’esercizio fisico e la meditazione così come la scrittura e la lettura, ma non solo, mi sta aiutando a vivere appieno le mie giornate mantenendo un equilibrio che prima mi mancava. Inoltre, grazie a questa sequenza di pratiche che ho adottato, riesco a sfruttare al massimo le prime ore della giornata, dedicandole a ciò che amo fare: scrivere. È stato un cambio radicale di abitudini, per una persona che raramente andava a letto prima delle due di notte. Un giorno però mi è stato chiaro che dovevo cominciare a occuparmi di me stesso. Che era necessario un cambiamento nella mia vita.

Cos’è un rituale e perché è utile

Wikipedia definisce un rituale, o rito, un atto, o insieme di atti, eseguito secondo norme codificate. Ha a che fare con la religione, il sacro e il mito: un rituale è qualcosa a cui ti devi dedicare con devozione, che non puoi trascurare e che devi praticare regolarmente per trarne un beneficio. Come un esercizio fisico. Un esempio di rituali che fanno bene alla salute, e che sarebbe bene praticare di primo mattino, sono i cinque riti praticati dai monaci hymalaiani. Si tratta di semplici esercizi fisici in grado di stimolare le nostre ghiandole endocrine per riattivare e normalizzare il movimento rotatorio, riarmonizzando il flusso energetico e gli eventuali squilibri ormonali.

I rituali non sono solo una pratica ascetica o sportiva. Sono dei meccanismi di creazione di abitudini che ti conducono passo passo attraverso la riproduzione sistematica di un determinato tipo di percorso. Un percorso verso il raggiungimento di un obiettivo che, nello specifico caso dei rituali del mattino, è iniziare al meglio la tua giornata.

I rituali delle persone creative e di successo

Nel libro Daily Rituals Mason Currey ha raccolto i profili di 161 scrittori e artisti individuando un’unica costante: tutti hanno dei rituali. Ognuno il suo, ognuno diverso, ma ognuno praticato con religiosa devozione. Con qualche tratto in comune, certo. Nell’infografica sui rituali delle persone creative che ho recentemente pubblicato puoi trovare alcune attività comuni come il riposo, il sonno e il lavoro e altre che non tutti praticano, come l’esercizio fisico e l’abitudine di alzarsi presto al mattino per dedicarsi a lavori creativi.

In questo video sul tema, Zachary Sexton riassume le cose che accomunano i milionari1 di successo:

  1. sono persone che imparano qualcosa tutti i giorni;
  2. sanno come concentrarsi su una cosa e come realizzarla;
  3. hanno tutti un rituale del mattino, che spesso implica alzarsi molto prima degli altri.

I rituali per iniziare bene la giornata

In The Miracle Morning, Hal Helrod individua nella combinazione di questi sei passaggi la creazione di un rituale del mattino in grado di aiutarci a vivere la vita che vorremmo:

  • silenzio: chiudere gli occhi e concentrarsi sul proprio respiro è più che sufficiente per iniziare a eliminare lo stress;
  • affermazione: definire quello che vogliamo essere e fare nella nostra vita è il primo passo per dare il là a un cambiamento;
  • visualizzazione: per passare dalle parole ai fatti è necessario innanzitutto immaginarseli, questi fatti. Come sarebbe la mia vita se… Come ci insegna il principio As If, per indurre un cambiamento bisogna comportarsi come se quel cambiamento fosse già avvenuto. Immaginarsi come sarebbero le cose ci aiuta a intraprendere questo percorso;
  • esercizio fisico, per preparare il corpo alla giornata che segue;
  • lettura, per imparare qualcosa di nuovo ogni giorno;
  • scrittura, come strumento di meditazione e analisi per concentrarsi sulla crescita personale.

Da dove e come iniziare a crearsi un rituale del mattino

La parte più diffiicile di costruirsi un rituale è iniziare a farlo. L’importante è trovare una scintilla che dia il là a tutto. Nel mio caso, tutto è iniziato con la necessità di rimettermi in forma. Così ho cominciato a svegliarmi tutte le mattine un po’ prima per andare al parco a correre. All’inizio dieci minuti. Poi un quarto d’ora. Poi venti interminabili minuti. Fino ad arrivare a una mezz’ora di piacevole sgroppata. A quel punto la sorte si è accanita: mi sono infortunato! Ho ricominciato tutto da capo. Chiuso in casa. Con lo yoga e gli addominali. Oggi faccio 120 addominali e 10 minuti di yoga tre volte alla settimana, ma sono oramai pronto a tornare a correre. Nei giorni in cui non faccio gli addominali mi concedo 10 minuti di meditazione.

Il trucco per iniziare a praticare un rituale, tutti i giorni, consiste nell’individuare una piccola azione che dia il là a tutto il resto. Seguita da qualcosa di un po’ più grande e impegnativo. Mi è stato molto utile per iniziare adottare la pratica di bere subito, appena sveglio, un bicchiere d’acqua. Serve a re-idratare il tuo corpo, ma è anche un gesto semplicissimo in grado di dare la stura alla routine che ti sei costruito. Dopo il bicchiere d’acqua cinque minuti di yoga sembrano ancora meno impegnativi. Terminato il mio saluto al sole metto sù il the. Intanto che quello si fa, procedo con gli addominali o la meditazione. Poi altri cinque minuti di yoga. Raramente salto gli addominali, ma può accadere. Recupero di solito il giorno successivo.

Concluso il mio “risveglio muscolare”, mi siedo al tavolo e mentre bevo il the leggo qualcosa che ho messo da parte il giorno prima. Oppure un libro. Dopo dieci minuti di lettura, prendo l’iPad e mi metto a scrivere. Scrivo fino alle 9, poi vado in bagno e mi preparo per iniziare a lavorare.

Tutto questo riesco a farlo perché piano piano ho messo la sveglia alle 6,30. Originariamente era alle 6, ma da quando ho una bimba mi concedo mezz’ora di sonno in più per recuperare quello che perdo di notte. Senza un buon riposo infatti è impensabile vivere al meglio la propria giornata. Quando hai poca energia, le cose ti riescono male e a quel punto spesso non vale più la pena. Meglio fermarsi, riposarsi e riprendere. Per questo qualche volta accetto che il mio rituale salti o venga ridotto in parte. L’importante è trovare gioia in ciò che fai. Come ho spiegato in un post precedente, la cosa fondamentale è Svegliarsi per vivere.

Quanto ci vuole per creare un’abitudine

Un ritornello che avrai sentito spesso è che basta fare una cosa per 30 giorni di fila perché questa diventi un’abitudine. Ci sono teorie un po’ più accreditate che indicano in 21 i giorni necessari. La scienza però individua fra i due e gli otto mesi il tempo necessario per radicare un’abitudine dentro di noi, come spiega in un approfondito post sul tema James Clear. Significa che il primo mese è sufficiente ad apprendere un’abitudine, ma che prima di qualche mese non possiamo darla per acquisista.

Il trucco per non fermarsi è avere almeno un’abitudine che inneschi le altre. Per me è il bicchiere d’acqua bevuto appena sveglio. Quando lo mando giù so che è iniziato un processo che raramente riuscirò a fermare. Di solito lo faccio seguire da una capatina in bagno per urinare e sciacquare tre volte la faccia, contando fino a tre per ogni risciacquo, così da risvegliare il mio cervello. Il messaggio è chiaro: mi sono alzato per prendermi cura del mio corpo, la variabile che determina la quantità e la qualità del tempo che passo su questa terra, e di quello che mi piace fare, scrivere. Il mio rituale minimo è yoga + scrittura. Se anche solo riesco a fare quello, la mia giornata è già partita come doveva.

All’inizio è stato difficile. Lo è per tutti. Piano piano però le cose cambiano. per creare un valido rituale sono sufficienti 45 minuti, suggerisce Lifehack, e puoi partire più o meno da dove vuoi. Helrod arriva all’estremo affermando che si può fare tutto in 7 minuti. Davanti a questo, non puoi fare altro che prendere l’impegno con te stesso. Devi provarci. Non sei in grado di trovare sette minuti di primo mattino per dare una svolta alla tua vita?

  1. Si può essere milionari non di successo? Be’ sì, basta guardare nelle più potenti famiglie italiane quanti incapaci pieni di soldi ci sono.
    ↩

Silvio Gulizia Twitter

Apprendista Jedi. Life hacker. Scrittore.